Il Simbolismo è una corrente artistica che ha origine in Francia nell’Ottocento, verso la fine degli anni Ottanta, in contrapposizione all’Impressionismo ed al Realismo: un nuovo linguaggio espressivo per manifestare emozioni, idee e comportamenti, con l’uso di parole nella poesia e di immagini nella pittura.
Nel campo pittorico, gli esponenti che più hanno caratterizzato il movimento simbolista sono Gustave Moreau, Olidon Redon e Pierre Puvis de Chavannes.
Gustave Moreau nacque il 6 aprile 1826 a Parigi da Louis Moreau e Pauline Desmontiers. Il primo, architetto di influenze neoclassiche, offrì al giovane figlio un'ampia biblioteca costituita da opere di gran pregio, dove il giovane Gustave esplorò i capolavori della letteratura occidentale (tra i quali Ovidio e Dante Alighieri), i grandi trattati dell'architettura (Vitruvio e Leon Battista Alberti) e i trattati pittorici di Leonardo da Vinci e Winckelmann.[1] La madre invece, devota al suo unico figlio, gli trasmise la passione per la musica.
Dopo essersi avviato negli studi superiori con scarsi risultati nel Collegio Rollin, ottenne nel 1844 il baccalaureato dopo essersi preparato privatamente. Vari studiosi intravedono già nell'adolescenza di Gustave i segni di una personalità schiva e restia alle interazioni sociali, manifestando i primi sentori di un carattere fragile e ombroso che sfocerà poi nella sua produzione pittorica. Era infatti già emersa la passione per il disegno, sviluppata poi nella bottega di François Picot. Quest'ultimo lo introdusse alla pittura storica e soprattutto italiana, spingendolo ad eseguire minuziose copie degli artisti cisalpini esposti al Museo del Louvre. Ammesso nel 1846 alla Scuola delle Belle Arti, non riuscì mai a conseguire il Grand Prix de Rome, cosa che lo portò nel 1849 ad abbandonare l'istituto rifiutando per sempre la canonica e convenzionale arte accademica.
Si appassionò dunque alle opere di Theodore Chasseriau,[2][3] artista dotato nel disegno e a sua volta seguace dei due grandi artisti romantici francesi, Ingres e Delacroix; proprio quest'ultimo segnò un'altra tappa nella bildung artistica di Moreau, essendo ispirate a Delacroix le opere di Gustave dal 1850 fino al viaggio in Italia. La maturazione artistica, poetica e personale dell'artista non però era ancora giunta a compimento. Egli visse una gioventù degna di un ricco erede, partecipando ed esibendosi canoramente nei salotti parigini, assistendo alle esibizioni ippiche tanto apprezzate dell'élite del tempo, ma sottraendosi alle luci della ribalta e a quella necessità di anticonformismo rispetto alla plebe tipica del dandismo di Baudelaire, Byron, Poe.
Per completare la propria maturazione artistica Moreau intraprese dunque nel 1857 il proprio grand tour, recandosi in Italia, ricopiando opere in tutta Roma, visitando Firenze e poi Venezia, dove rimase affascinato dai dipinti di Vittore Carpaccio dai quali poi trarrà spunto per le proprie Chimere. In questo viaggio strinse una solida amicizia con un giovane Edgar Degas e Pierre Puvis de Chavannes.
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