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domenica 24 maggio 2020

Adriano Ceccioni


Adriano Cecioni


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Adriano Cecioni
Adriano Cecioni (Fontebuona26 luglio 1836 – Firenze23 maggio 1886) è stato uno scultorepittore e critico d'arte italiano.


Nato a Fontebuona, frazione di Vaglia da Giuseppe ed Umiliana Cecchini, benestanti perché proprietari di una locanda, studia presso l'Accademia di belle arti di Firenze come allievo dello scultore Aristodemo Costoli e nel 1859 si arruola come bersagliere alla seconda guerra di indipendenza. Tornato a Firenze l'anno successivo, partecipa senza successo a un concorso bandito da Bettino Ricasoli per la realizzazione di una statua di Carlo Alberto da erigere in Piazza Santa Maria Novella e si avvicina al movimento artistico dei macchiaioli, di cui è considerato il teorico e l'animatore, dove si lega ai colleghi Telemaco SignoriniVincenzo Cabianca e Cristiano Banti.
Nel 1863 si aggiudica una borsa di studio dell'Accademia fiorentina e si trasferisce a Portici, dando vita alla cosiddetta Scuola di Resìna insieme a Giuseppe De NittisMarco De Gregorio e Federico Rossano, che ha l'intento di integrare le istanze macchiaiole con il naturalismo della scuola napoletana: nel 1865 si sposa con Luisa Maiorino.
Tornato a Firenze nel 1868 a conclusione della borsa di studio, nel 1870 si trasferisce a Parigi dall'amico Giuseppe De Nittis dove, contrariamente al collega, non riesce ad adattarsi alla superficialità e all'estremo nazionalismo del mondo artistico parigino, nonostante i consensi riscossi al Salon del Louvre con Bambino col gallo e lo stesso anno ritorna a Firenze, rompendo ogni rapporto con De Nittis.
Da uno scritto del 24 luglio 1870 all'amico Telemaco Signorini
«Relativamente all'esposizione[1] ho scritto una lettera a Banti, della quale non ripeterò qui che poche cose. Quadri a migliaia dove l'impotenza, la sfacciataggine, e l'impudenza si dichiarano in tutta la loro estensione. Il complesso dell'esposizione presenta due arti, l'arte accademica con tutta la superbia della toga e l'arte comica, pittura di moda, con Messonier capo scuola. Ti assicuro, caro mio, che non c'è niente di più nauseante e stomachevole di questa pittura; quadri leziosi per essere graziosi, pittura che ha messo il culto alla finestra con la pose del très-joli. Non c'è un artista sincero all'infuori di Courbet»
La lettura del Giornale
([2])
Le difficoltà economiche e la morte di una figlia accrescono la sua naturale inquietudine e, tra il 1871 e il 1872, si sposta tra Parigi e Londra, dove lavora come caricaturista per il periodico Vanity Fair, tornando a Firenze nel 1873, anno nel quale collabora con Diego Martelli e Telemaco Signorini alla pubblicazione de Il Giornale artistico, periodico progressista di belle arti, scientifico e letterario, dove non risparmia critiche ai "nemici" francesi della Scuola di Barbizon. Nel 1880 partecipa all'Esposizione nazionale di belle arti di Torino con La Madre, riscuotendo valutazioni contrastanti che danno luogo ad accesi dibattiti con critici come Enrico Panzacchi che, in qualità di giudici, avevano stroncato la sua opera. Nel 1883 partecipa all'Esposizione di Roma e l'anno seguente viene nominato dal Ministero della Pubblica Istruzione maestro di disegno presso l'Istituto Superiore Femminile di Magistero, collegato con l'Istituto di studi superiori di Firenze; con la relativa tranquillità economica che ne consegue, si dedica agli scritti sui periodici Fanfulla della domenica e Capitan Fracassa e all'educazione artistica (tra gli allievi, Giorgio Kienerk).
Muore improvvisamente a Firenze il 23 maggio 1886. Buona parte della famiglia Cecioni è composta da apprezzati artisti, seguendo le velleità del padre Giuseppe: la sorella Giovanna è pittrice autodidatta di fama solo recentemente riconosciuta, i fratelli Enrico ed Egisto mosaicisti.
Nel 1970 li è stata dedicata la personale Cecioni scultore presso la Galleria d'Arte Moderna Palazzo Pitti Firenze

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