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martedì 12 maggio 2020

Giacinto Gigante



Con la partenza di Robert    Huber da Napoli nel 1822, Giacinto Gigante entrò nella scuola di Sminck van Pitloo a Vico del Vasto (Chiaia). (Anton Sminck van Pitloo (Arnhem8 maggio 1790 – Napoli22 giugno 1837) è stato un pittore olandese. È considerato, insieme a Giacinto Gigante, fra i maggiori esponenti della scuola di Posillipo.)
Qui Giacinto eseguì il suo primo dipinto ad olio (Il lago di Lucrino, 1824, Napoli, Museo di San Martino), en plein air, e frequentò molto assiduamente Duclère, Carelli e Smargiassi che costituiranno, insieme a lui, il nucleo centrale della Scuola di Posillipo.
Nel 1826 si trasferì a Roma frequentando lo studio di Wolfenberger per il quale eseguì numerosi paesaggi.
Nello stesso anno partecipò alla I Esposizione Borbonica di Napoli esponendo due vedute romane e due paesaggi campani.
Nel febbraio 1831 sposò Eloisa Vianelli, sorella di Achille.
Tra il 1829 e il 1832 si dedicò all’attività grafica illustrando con Vedute di Napoli e dintorni l’opera Viaggio pittorico nel Regno delle Due Sicilie.
Durante gli anni Venti Gigante fece la conoscenza del pittore russo Sil’vestr Feodosievič Ščedrin.
Tramite lui  entrò in contatto con l’ambasciata russa e gli aristocratici di passaggio a Napoli.
Divenne così, a metà degli anni ’30, uno dei loro artisti preferiti (Veduta di Napoli dalla Tomba di Virgilio e Veduta di Napoli dalla villa Graven, eseguite per lo zar Nicola I, i ritratti del principe Hotgetrouby, di Dolgoruki e del conte Potosky, Napoli, Museo di Capodimonte e Museo di San Martino).
Nel 1846 lo Zar Nicola I lo inviò in Sicilia come maestro di disegno della Zarina Alessandra (Il teatro di Taormina). Tre anni più tardi sarà l’insegnante delle figlie di Ferdinando II e esecutore di vedute di Gaeta per la regina Maria Teresa.
Dagli inizi degli anni ’60 si concentrò sulla pittura di interni preferendo chiese e conventi (Interno di San Giovanni a Carbonara e Interno di Donnaregina, Napoli, Museo di San Martino; Cappella del tesoro di San Gennaro, 1863, Napoli, Museo di Capodimonte).
Giacinto Gigante morì a Napoli nel 1876.

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