auto antiche e moderne

giovedì 21 giugno 2012

Un viaggio in Islanda








Quattro sono gli elementi naturali che determinarono la nascita delle cose.
Il processo che porta alla formazione del mondo è la logica conseguenza di una progressiva aggregazione di tali radici .
Una successione aritmetica secondo Pitagora, dei primi quattro numeri naturali geometricamente disposti secondo un triangolo equilatero di lato quattro.
Cosi che ad ogni livello corrisponde uno dei quattro elementi.
Il Fuoco, l’Aria, l’Acqua e la Terra.
In Islanda, questi quattro elementi primordiali sono sempre presenti, e  faranno  oggetto delle nostre immagini.

 Tra vulcani spenti da anni o ancora alimentati dai giganti del fuoco, tra laghi e cascate , geiser che si elavano verso il celio, montagne innevate che si stagliano nell' azzuro cobalto di esso, da queste vedute mozzafiato inizia il nostro viaggio in Islanda e che condivideremo  prossimamente con  Voi.

sabato 9 giugno 2012

Alltri tempi

Abbiamo pubblicato sul nostro blog sotto il titolo "Altri Tempi"un articolo già apparso su Internet ma lo vogliamo riproporre ai nostri amici affinchè essi possano trarrne le dovute considerazioni. Buona lettura.

Le note di seguito riportate sono relative all’articolo

                      COME FERDINANDO II AZZERO'IL DEFICIT


Mai come in questi tempi appare interessante quanto fece il famigerato Borbone 181 anni fa per superare una soffocante crisi economico-finanziaria. Ed allora non esistevano mezzi e strutture oggi a disposizione dei ‘magnifici’ addetti ai lavori, come non vi erano obblighi di democrazia e di equità posti a garanzia delle classi deboli e dei meno abbienti. Eppure la soluzione fu trovata e la crisi superata felicemente, senza gravare sul popolo e senza compromettere e sfruttane chi non aveva alcuna responsabilità della grave situazione venuta ad essere. I fatti Quando Ferdinando Il sali al trono aveva appena compiuto 20 anni e si trovò nel bel mezzo di una grave crisi economica. Dopo essersi consultato con estrema attenzione con i massimi esperti del tempo e dopo aver ascoltato una folta rappresentanza di industriali, commercianti, notabili e di popolo, predispose un apposito decreto reale (adesso diremo una finanziaria) che a tutt'oggi appare insuperato in efficacia,equità e democrazia. infatti con il Real Decreto dell'11 gennaio 1831 (in allegato) il ‘dispotico monarca” mise in essere una serie di interventi finalizzati ad abbattere il deficit, inizialmente innescato dalla presenza delle decine di migliaia di soldati austriaci, gravanti da anni sulle casse del Regno, e da alcune annate di carestia. Interventi che non pesarono in alcun modo sulle classi più deboli e sulla produzione Industriale, artigianale,commerciale ed agricola. Per rendere credibile l'intervento normativo. Ferdinando Il per prima cosa pubblicò l'ammontare esatto del debito pubblico, rendendo noto a tutti la certificazione: lasso raggiungeva 1.128.167 ducati. Un vero disastro finanziario. La coraggiosa decisione di pubblicare l'ammontare del debito pubblico creò scompiglio tra le gerarchie degli altri stati europei che, nell’onestà amministrativa del re di Napoli. vedevano un imbarazzante contrasto con quei governi cosiddetti democratici (costituzionali) che tendevano allora (come adesso) a manipolare certi dati per non esternare le proprie sconfitte. Ma il (tiranno) Borbone. convinto che avrebbe dovuto dar conto solo a Dio ed al Popolo. ‘fu sincero nel danno e onesto nella sua risoluzione". lnfatti. analizzando il decreto si resta colpiti dalle drastiche decisioni adottate senza minimamente incidere su tasse e gabelle gravanti sul popolo. Per prima cosa tagliò di netto l’appannaggio reale,sottraendo 180.000 ducati dallo “stipendio reale” e ben 190.000 ducati dalle spese di gestione di corte e di Consiglio Reale (oggi diremo spese del Parlamento. dei parlamentari e della Presidenza). Quindi. scendendo la piramide amministrativa, tagliò di 350.000 ducati le spese per la Marina Militare e di 351.665 per tutti gli altri ministeri, con in testa i dicasteri dedicati alla guerra, bloccando l'acquisto di cannoni e la manutenzione delle fortezze. infine diminuì di 2/3 gli stipendi dei Sopraintendenti (i Prefetti delle Provincie). Ma l'intervento che lascia estremamente colpiti, anche per l'attualità della questione. è il divieto assoluto per tutti di cumulare più appannaggi o stipendi. Chi godeva di più entrate doveva necessariamente optare per una sola. a sua scelta, pena la decisione di imperio da parte del Governo di concedere la meno remunerativa. Con un tale intervento correttivo nella spesa pubblica, nel giro di un anno pareggio il bilancio ed in più, con un avanzo positivo di 110.050 ducati. dimezzò la tassa sul macinato ed i bolli di Stato (la tanto attuale invocata ricrescita), e’ facile immaginare il risentimento dei notabili., delle classi ricche, dei professionisti e di chi gestiva l'amministrazione pubblica.Com'è facile immaginare, invece, l’accresciuto favore delle classi meno abbienti che si videro evitare l’emigrazione e la miseria grazie al coraggio ed alla equità del monarca. Sta di fatto che, poi ,dei benefici di questo rilancio economico ne goderono tutti, popolo in testa. Infatti l’alleggerimento fiscale che raggiunse livelli assolutamente inediti. attirò nel Regno imprenditori. manodopera ed accrebbe all'inverosimile ogni tipo di scambio commerciale e finanziario. Questo ulteriore primato del Regno “a negazione di Dio” purtroppo decretò la sua morte. l poteri internazionali dominati dall'Inghilterra non potevano tollerare simili affronti: tali risoluzioni, ottenute senza prestiti strozzini delle banche centrali, erano dei cattivi esempi che andavano immediatamente stroncati al nascere ed i loro autori isolati e colpiti. E‘ ciò che avvenne, poi, puntualmente nel 1860 con la discesa di Garibaldi & C.. che apri la lunga stagione del saccheggio e della rapina di ogni bene economico e di ogni ricchezza precedentemente accumulata grazie ad una gestione amministrativa e finanziaria oculata e proto socialista. Real Decreto dell' 11 gennaio 1831 FERDINANDO II per la grazia di Dio Re del Regno Delle Due Sicilie

mercoledì 6 giugno 2012

Omero nel Baltico

Omero nel Baltico di Felice Vinci è la conclusione della ricerca sull’origine dei poemi omerici iniziata dell’autore del libro fin dal 1992. Il libro , pubblicato anche in USA con il titolo The Baltic Origins of Homer’s Epic Tales,è stato adottato come testo dal Bard College di New York,nell’ambito di un corso di alti studi su Omero. Il reale scenario dell’Iliade e dell’ Odissea è identificabile non nel mar Mediterraneo, dove dà adito ad innumerevoli incongruenze (un clima sistematicamente freddo e perturbato, battaglie che proseguono durante la notte, eroi biondi intabarrati in pesanti mantelli di lana, fiumi che invertono il loro corso, il Peloponneso pianeggiante, isole e popoli introvabili...), ma nell’Europa settentrionale. Le saghe che hanno dato origine ai due poemi provengono dal Baltico e dalla Scandinavia, dove nel II millennio a.C. fioriva una splendida età del bronzo e dove sono tuttora identificabili molti luoghi omerici, fra cui Troia e Itaca; le portarono in Grecia, in seguito al tracollo dell’optimum climatico, i grandi navigatori che nel XVI secolo a.C. fondarono la civiltà micenea: essi ricostruirono nel Mediterraneo il loro mondo originario, in cui si erano svolte la guerra di Troia e le altre vicende della mitologia greca, e perpetuarono di generazione in generazione, trasmettendolo poi alle. epoche successive, il ricordo dei tempi eroici e delle gesta compiute dai loro antenati nella patria perduta. La messa per iscritto di questa antichissima tradizione orale, avvenuta in seguito all’introduzione della scrittura alfabetica in Grecia, attorno all’VIII secolo a.C., ha poi portato alla stesura dei due poemi nella forma attuale.

martedì 5 giugno 2012

Roma Antica-Area Sacra di Largo Argentina

E' un complesso archeologico di estrema importanza scoperto per caso nel primo ventennio del 1900; fu il regime fascista a provvedere alla creazione dell'area di scavi nel 1926 riportando alla luce quattro templi di età repubblicana. Il più a nord è il tempio A che si può attribuire al III secolo a.C., più recente di C. Il tempio subì radicali trasformazioni. Nel suo aspetto attuale, attribuibile all'età pompeiana, si presenta come un tempio periptero canonico con colonne di tufo e capitelli di travertino. Le colonne di travertino attualmente visibili sono da attribuire ad un più tardo restauro. Nel tempio A si può riconoscere o il tempio di Juno Curritis, o quello di Giuturna. E' preferibile l'identificazione con il tempio di Giuturna, sulla base del passo dei Fasti di Ovidio, che ricorda come questo tempio sorgesse in vicinanza dello sbocco dell'Acqua Vergine, cioè delle Terme di Agrippa Il tempio B è a forma circolare, costruito su podio, ha una scalinata solo anteriore, colonne corinzie di tufo con capitelli di travertino; subì importanti rifacimenti. Vicino a quest'edificio ci sono i resti di una statua femminile di marmo greco che rappresenta la divinità a cui era dedicato il tempio. In questo tempio si può riconoscere la Aedes Fortunae Huiusce Diei, la "fortuna del giorno presente". Tra la fine del IV e l’inizio del III secolo a.C. sull'originario piano di campagna, costituito da terra battuta e ghiaia fu costruito il tempio C. Posto su un alto podio di tufo e preceduto da una scalinata, era dedicato probabilmente alla dea Feronia. Il culto, originario della Sabina, sarebbe stato introdotto a Roma dopo la conquista di questo territorio ad opera di M. Curio Dentato nel 290 a.C. Nell’80 d.C. un altro furioso incendio, ricordato dallo storico Cassio Dione, devastò gran parte del Campo Marzio, compresa l’Area Sacra., che subì una ulteriore e più profonda trasformazione dovuta all’imperatore T. Flavio Domiziano. Le macerie furono nuovamente spianate e al di sopra fu costruito il pavimento in lastre di travertino, ancora visibile.

Basilica di Santa Maria in Cosmedin .ROMA

Si trova sulla piazza Bocca della Verità. Fu costruita nel VI secolo sopra le rovine di due antichi edifici romani l'Ara massima di Ercole e l'Annona (Statio Annonae) le cui colonne di marmo, con capitelli corinzi, sono ancora visibili all'interno della chiesa. Successivamente è stata ampliata nell VIII secolo dal Papa Adriano I che la trasformò in una vera basilica. Nuove parti vennero aggiunte nei secoli XI, XII e XIII. Quello visibile oggi è l'aspetto che aveva la chiesa tra l'VIII e il XIII secolo. Il suo armonioso campanile romanico a sette piani, fu eretto nel XIII secolo ed è uno dei più belli e conservati della città. L'interno della chiesa è a tre navate divise da quattro pilastri e da diciotto colonne romane con capitelli in parte antichi e in parte medioevali. La preziosità dell’interno è dovuto, oltre che alle colonne, anche alla bella pavimentazione del VII secolo e al soffitto ligneo

sabato 2 giugno 2012

Roma Antica : Il Tempio di Ercole Vincitore

Il Tempio di Ercole Vincitore o Ercole Oleario sorge in piazza della Bocca della Verità a Roma, poco distante dal Tempio di Portuno all'interno del foro Boario. Trattasi del più antico edificio di marmo di Roma .Tutta la struttura tradisce una chiara derivazione da modelli greci (coi gradini al posto del podio e la struttura in marmo), sia nell'architettura che nelle decorazioni, ispirati a modelli del IV secolo a.C Un blocco che probabilmente era la base della statua venerata riportava l'iscrizione in base alla quale si è riusciti a determinare a chi fosse dedicato il tempio (Hercules Olivarius), oltre al nome dello scultore della statua. Il tempio conferma il potere economico dei mercanti romani nel II secolo a.C., capaci ormai di erigere opere progettate da artisti greci con il prezioso marmo ellenico.La cella cilindrica, aperta verso est, è decorata con un alto zoccolo. Nel pavimento della cella si apre un pozzo profondo a forma di tholos. La parte centrale è circondata da venti colonne scanalate alte 10.6 metri con basi attiche e capitelli corinzi; undici colonne e nove capitelli risalgono al restauro di epoca tiberiana e sono riconoscibili perché in marmo apuano di Luni. Alcuni capitelli hanno perso la parte superiore. Il tempio si mantenne in condizioni abbastanza buone fino al XIX secolo grazie alla sua conversione in chiesa, tale rimase fino agli anni 1809 1814, anni in cui furono eseguiti dei restauri ad opera di Giuseppe Valadier. Nota : Giuseppe Valadier (14 aprile 1762 - 1 Febbraio 1839) è stato un architetto e designer italiano, urbanista e archeologo. E 'stato nominato architetto ufficiale camerale dello Stato Pontificio da Papa Pio VI nel 1786. E' un esponente del Neoclassicismo in Italia.
E' stato spesso chiamato tholos anche il tempio greco a pianta circolare denominato monoptero