auto antiche e moderne

giovedì 26 settembre 2013

Installazioni di elioarte le sfere le sue luci e le sue ombre.


Per installazione si intende un genere di arte visiva sviluppatosi nella sua forma attuale a partire dagli anni settanta. L'installazione è un'opera d'arte in genere tridimensionale; comprende media, oggetti e forme espressive di qualsiasi tipo installati in un determinato ambiente.

La luce è elemento fondamentale, indispensabile alla vita sulla terra. è naturale allora che l'interesse verso di essa e verso i fenomeni ad essa legati si manifestasse fin dall'antichità. Ma come spesso è accaduto nello studio dei fenomeni naturali in tempi remoti, l'osservazione propriamente scientifica si è confusa con congetture di carattere filosofico, e ciò ha ostacolato la giusta impostazione del problema. Si pensi ad esempio che filosofi e scienziati greci, seguaci di Pitagora, sostenevano che la visione degli oggetti dipendesse esclusivamente dal soggetto, grazie ad un fuoco che uscendo dagli occhi si posa sulle cose rendendole visibili.
E’ chiaro che una tale concezione cade in contraddizione di fronte a fenomeni molto semplici e comuni, quali il fatto che al buio non è possibile vedere

domenica 22 settembre 2013

Romania Arad



I primi cenni storici della città di Arad si ritrovano in documenti del 1028.
Questi documenti fanno  riferimento alla fortezza dacia di Burebista ,il più grande sovrano della dacia che regnò dal 70 al 44 A.C.in un epoca anteriore alla conquista romana.
Nel  IX secolo, Arad fu annessa al Regno Ungherese e, a partire del !329, le fu riconosciuto lo status di citta.  Nel 1552 divenne ottomana e solo sotto il  governo del Principe Michele il Bravo dal 1595 al 1615 conobbe un periodo di indipendenza. Con la fine della dominazione  ottomana nel 1687 entrò a far parte dell'impero austro- ungarico. Nel periodo successivo Arad divenne assai prospera e conobbe un incremento demografico-



Nel 1834 venne dichiarata città libera ed autonoma questo avvenimento avrebbe  favorito ancor più il suo sviluppo negli anni seguenti. Fu in questo periodo che vennero innalzati i palazzi che ancor oggi adornano  il centro di Arad secondo un piano urbanistico curato che le conferì un aspetto uniforme.



Lo storico rumeno Nicolae Iorga  ne rimase colpito nel corso del suo viaggio e la definì la piccola Vienna. Nel 1867 però le fu revocata lo status di città autonoma.

Nel 1870 la città contava più di 32.000 abitanti ed era la più popolosa della  Transilvania.






Nel 1867 vi fu stabilita una fabbrica di confezioni e nell'anno seguente le sue strade furono illuminate a gas. Favoriti dall'abbondanza di  legname nelle vicine foreste, furono creati numerosi mobilifici alcuni dei quali acquisirono grande fama valicando i confini dell'impero austro ungarico. Nel 1892 si installò ad Arad la ditta di locomotive "Ioan Weitzer" e la "Marta" specializzata nella produzione di motori per auto. In seguito le due società si fusero in un'unica compagnia denominata "Astra" che produsse anche areoplani. Nello stesso anno fu fondata la ditta tessile "Ungaria" nominata più tardi "UTA" e nel 1918 fu costituito il maglificio "Tricoul Rosu" (edificio demolito nel 2008)







A conclusione della Prima Guerra Mondiale, il 17 maggio 1919, il Sesto Corpo degli Alpini dell'esercito rumeno entrò nella città che fu riunita al regno di Romania. Arad continuò il suo sviluppo industriale; nel 1937 era al quarto posto per produttività su scala nazionale con oltre 4000 ditte iscritte alla sua Camera di Commercio. Nel 1945 dalla fusione di sei aziende nasceva la ditta di torni "ARIS" e successivamente si svilupparono altri settori dell'industria manifatturiera: nel 1959 i giocattoli con la fabbrica di bambole "Aradeanca" , nel 1960 gli orologi, nel 1971 la ditta di concimi minerali oggi chiusa definitivamente.

 

 


 

lunedì 16 settembre 2013

Egitto : Tutankhamon storia della sua vita e la sua tomba.

 
Dal matrimonio con Nefertiti, Akhenaton ebbe sei figlie. Purtroppo però, per dare seguito alla sua dinastia, era necessario avere un figlio maschio che ebbe da una moglie minore di nome Kyia. Tale figlio fu chiamato Tutankaton. Quando Akhenaton morì, il suo unico figlio maschio aveva solo 10 anni. Il reggente Eie proclamò Tutankaton faraone nel 1336 a.C.

Il popolo, la vecchia nobiltà ed il clero, contrari alla politica monoteista del faraone, approfittarono della giovane età del successore per imporre alcuni cambiamenti tramite il potente Eie. Tutankaton fu così costretto a cambiare il proprio nome in Tutankamon. Questi si sposò con la sorellastra Ankhsenama ed il matrimonio tra i due fu molto felice e ricco di amore. Sullo schienale del trono di Tutankamon sono raffigurati il Faraone e la sua moglie Ankhsenama con ai piedi un solo sandalo. Questo significa come i due giovani si fossero promessi amore eterno nel bene (piede con il sandalo) e nel male (piede nudo). Il giovane faraone era aiutato nel suo governo dal gran visir Eie che, sostenitore degli oppositori di Akhenaton, ripristinò l'antica religione politeista e riportò la capitale a Tebe. La bellissima Ankhsenama, moglie di Tutankamon, rimase incinta due volte senza riuscire a dare al giovane sposo un erede. La prima volta abortì una figlia al settimo mese di gravidanza e la seconda un figlio maschio al quinto mese.

Le sfortunate vicissitudini della giovane coppia giovarono alla figura di Eie che acquistò sempre più potere, grazie soprattutto alla mancanza di un legittimo erede al trono. All'età di 20 anni Tutankamon morì in circostanze ancora misteriose. Molti studiosi, oggi, ipotizzano che Tutankamon sia stato assassinato da Eie perché intenzionato a riprendere il culto di Akhenaton.

A sostegno di questi sospetti c'è la scoperta del celebre radiologo Harrison che riuscì a fare una radiografia del cranio del grande faraone rivelando una profonda frattura nella parte inferiore, probabilmente procurata con un corpo contundente. La tomba di Tutankamon, vista la prematura ed improvvisa morte del faraone, fu realizzata in meno di settanta giorni, e rimase famosa per il tesoro che conteneva.
La tomba venne rinvenuta nella Valle dei Re nel 1922 grazie ad una spedizione archeologica finanziata da un ricco nobile inglese, Lord Carnarvon.


 
 
 
 
foto dinarte del dott. Dino Canevisio

domenica 8 settembre 2013

Natale al caldo: Panama che non ti aspetti

In vacanza con gli indios Kuna nell'arcipelago di San Blas: 365 isole nel Mar dei Caraibi


Ukupseni
Ukupseni
I l pittoresco aeroporto di Playa Chico, a Panama, è poco più di un piazzale. Non c’è security, la sala d’attesa è open air, donne e bambini in abiti sgargianti attendono festosi l’atterraggio dell’unico volo giornaliero che collega gli indios Kuna con il resto del mondo. Un’anziana stringendo in pugno un mazzetto di balboa, la moneta nazionale, discute vivacemente in dulegaya con il pilota. Contratta il trasporto della sua cassetta di aragoste — unica fonte di reddito insieme alle noci di cocco — che viaggerà legata a un sedile, accanto ai passeggeri.

L’arcipelago di San Blas,365 isole lungo 200 chilometri di costa, s’affaccia sul mar dei Caraibi al confine con la Colombia. È un angolo incontaminato di paradiso tropicale ancora vergine grazie alla popolazione Kuna cui le autorità panamensi hanno concesso già nel 1938 autonomia amministrativa. All’interno della comarca Kuna Yala, così gli indios chiamano l’arcipelago, non ci sono né grandi alberghi, né insediamenti urbani. Ukupseni è un’isola comunità dove gli indios sono così felicemente attaccati alla loro identità al punto da espellere chi sposi persone di altre etnie. Il capo villaggio è il sahila: custodisce storie e leggende che la sera recita a memoria. Durante il giorno, disteso su una comoda amaca, ascolta le lamentale della gente. Le decisioni però vengono prese durante le riunioni collettive sotto la onmaket nega, la tenda municipio, elemento essenziale di ogni villaggio.

Dal 1953 una Carta Kuna sancisce diritti e doveri degli appartenenti alla comunità e il consiglio Kuna discute e decide della vita sociale ed economica dei suoi membri. Gli stranieri che arrivano a Ukupseni sono davvero pochi e vengono accolti con larghi sorrisi. Si può alloggiare al Sapibenega Hotel, un atollo largo appena un centinaio di metri. Le otto confortevoli cabanas sono costruite con tronchi di palma e bambù. Al tramonto la cuoca accende per terra il fuoco e cucina pesce ancora vivo.

Panama è un esiguo braccio di terra che separa le due Americhe e i due grandi oceani, un paradiso naturale e fiscale che Cristoforo Colombo esplorò per primo. Da allora di acqua ne è passata tanta. In senso metaforico e letterale. Da diciotto mesi un’enorme vela in vetro e cemento caratterizza lo skyline di Panama City. È il Trump Ocean Club International, simbolo prepotente di ricchezza, la torre albergo del miliardario Donald Trump, l’edificio più alto di tutta l’America Latina. Un investimento da 430 milioni di dollari che non stride ma anzi accompagna il fascino lascivo e decadente del Casco Antiguo, il quartiere storico, dichiarato patrimonio Unesco per la varietà dei suoi stili architettonici. Mentre il celeberrimo canale di Panama, la «ruta de agua» a pochi chilometri di distanza, è ancora oggi l’unico punto di passaggio tra i due continenti. Last but not least, Bocas de Toro, sul Pacifico. Un incredibile caleidoscopico ambiente marino. Tra migliaia di pesci colorati e tartarughe marine vi sembrerà di nuotare in un enorme acquario.

Info utili: www.visitpanama.com. Viaggio con guida (7 notti) a € 1.360, volo escluso su www.gocentroamerica.it. Volo Alitalia da Roma o Milano da € 1.200. Volo Air Panama Panama-City-San Blas: € 60


Anna Maria Catano
Testo e foto tratti da Tempi Liberi, Corriere della Sera

domenica 1 settembre 2013

Roma La barcaccia


La fontana della Barcaccia è una fontana di  Roma, situata in Piazza di Spagna , ai piedi della scalinata di  Trinità dei Monti.




Realizzata, nel  1610 su commissione del Papa Urbano, da  Pietro Bernini  fu la prima fontana che venne concepita interamente come un’opera scultorea, allontanandosi dai canoni della classica vasca dalle forme geometriche. L'opera fu completata nel 1629 dal figlio del Bernini , Gian Lorenzo, che probabilmente la completò alla morte del padre. La sua realizzazione comportò il superamento di alcune difficoltà tecniche, dovute alla perdurante bassa pressione dell'acquedotto dell' ”Acqua Vergine”che  in quel particolare luogo non permetteva la creazione di zampilli o cascatelle.  Il Bernini tuttavia risolse l'inconveniente ideando la fontana a forma di barca semisommersa in una vasca ovale posta leggermente al di sotto del piano stradale.