auto antiche e moderne

mercoledì 19 dicembre 2018

ANGOR cambogia




Il  Parco Archeologico di Angor   Cambogia

Si estende su circa 400 km² includendo una zona boschiva. Il Parco archeologico di Angkor contiene i magnifici resti di diverse capitali dell'Impero Khmer dal IX al XV secolo, tra cui la più grande città pre-industriale del mondo. I più famosi sono il tempio di Angkor Wat e, ad Angkor Thom, il tempio Bayon con le sue innumerevoli decorazioni scultoree.
Angkor è stato dichiarato patrimonio mondiale dell'UNESCO nel 1992. Allo stesso tempo, è stato collocato anche nella lista dei patrimoni mondiali in pericolo a causa di saccheggi, falda freatica in declino e turismo non sostenibile. L'UNESCO ha istituito un programma di ampio respiro per salvaguardare questo luogo simbolico e i suoi dintorni.
Le costruzioni principali sono circa un'ottantina ma in totale nell'area vi sono centinaia di templi induisti e buddisti, per quanto di molti esistano solo tracce o rovine costituite da modeste pile di mattoni. Quelli più visitati sono stati ripuliti dalla vegetazione e in larga misura ricostruiti a partire dal novecento, nel periodo della dominazione coloniale francese Il tempio più conosciuto è il famoso Angkor Wat, considerato il più vasto edificio religioso  del  mondo, la cui effigie stilizzata compare nella bandiera cambogiana. I monumenti visibili hanno tutti carattere religioso perché gli edifici comuni, compresa la residenza reale, erano costruiti in materiali deperibili quali il legno e ne sono sopravvissuti solo pochi resti.
Angkor in sé non ha alloggi e pochi servizi; la vicina città diSiem Rea a soli 6 km a sud, è il centro turistico che serve la zona.

Alcuni dei templi del parco archeologico di Angkor sono più lontani e richiedono uno sforzo supplementare per visitarli. Ci sono voluti circa 45 minuti da Siem Reap per raggiungere il tuk-tuk Banteay Srei, situato a 21 chilometri a nord-est di Bayon.

domenica 16 dicembre 2018

Nuova Zelanda (Maori: "Otorohanga



  1.   Dal nostro ultimo viaggio  in  quel paese, (viaggio  Gennaio 2015) .  Otorohanga   si trova  all'estremità meridionale del Waikato   regione del North Island della Nuova Zelanda . e  a  a 53 chilometri (33 miglia) a sud di Hamilton ,   18 chilometri (11 miglia) a nord di Te Kuiti   capitale mondiale della tosatura delle pecore           una città di servizi per il distretto di produzione lattiero-caseario della zona  circostante,ed è riconosciuta come la "porta d'ingresso" alle Grotte di Waitomo. Qui depositi di calcare e acqua hanno creato le Waitomo Caves Un sistema di grotte risolutivo che formano una grande attrazione turistica nella regione settentrionale del nord della Nuova Zelanda, 12 chilometri a nord-ovest di Te Kuiti. La comunità di Waitomo Caves è molto piccola, La parola Waitomo deriva dalla lingua Māori, wai, passa attraverso un buco, Le caverne sono formate in calcare oligocenico.


"Ecco Le lucciole ellle Caves Waitomo " così vengono infatti chiamate, ma in effetti non si tratta di vere lucciole, ma di piccoli vermi fosforescenti incastonati nele pieghe della roccia calcarea: uno spettacolo della natura che stupisce i visitatori di queste grotte.








 e come " Kiwiana Town" della Nuova Zelanda, fino al 2007, a Otorohanga si teneva un annuale "Festival Kiwiana".



sabato 15 dicembre 2018

Vietnam Halong Bay

 Long Bay, nel Vietnam nord-orientale, è conosciuta per le acque smeraldine e le migliaia di isole calcaree ricoperte di foresta pluviale che le si ergono attorno. Tramite i tour su imbarcazioni "giunche" o kayak da mare si possono esplorare isole battezzate secondo la propria forma, come gli isolotti "Cane di pietra" e "Teiera". L'area è celebre per le immersioni subacquee, l'arrampicata e l'escursionismo, in particolare nel montuoso Parco nazionale di Cát Bà.


giappone

Con i suoi 3.776 metri il Monte Fuji è la montagna più alta del Giappone. Si trova al confine tra le prefetture di Shizuoka  e Yamanash vicino alla costa sull'oceano pacifico dell'isola di Honshu, traHamanshu e Tokyo, da cui dista 100 km e da dove è visibile quando il cielo è limpido.[ Alle sue pendici sorgono le tre cittadine di Gotemba a est,Fujiyoshida  a nord e Fujiomya a sud-est, oltre alla pianura di Kanto, la più grande zona pianeggiante del Paese nipponico. È circondato da cinque laghi ,lago Kawaguch, il lago Yamanaka,il lago Sai  , il Lago Mototosule il lago Shoji Dalle loro rive, come da quelle del vicino lago Ashi è possibile osservare il monte.



                                                              

                                   

a Kuala Lumpur MALESIA


Le Petronas Twin Towers o Torri Petronas, in malese Menara  Petronas, sono due torri gemelle alte 452 metri, e costituiscono una delle più imponenti opere dell'ingegneria umana. Prendono il nome dalla compagnia petrolifera Petronas
Costruite a KUALA Lumpur tra il 1995e il 1998  su progetto dell'architetto argentino  Cesar Pelli sono diventate il simbolo del progresso economico della Malaysia, . Possiedono 32.000 finestre. Gli edifici sono stati concepiti utilizzando la più avanzata tecnologia che ha permesso, fra l'altro, la realizzazione dello Skybridge, ovvero un passaggio coperto posto a 171 metri di altezza dal suolo che unisce i due edifici consentendo agli utenti del complesso di passare indifferentemente da una torre all'altra senza dover scendere al piano terra dell'edificio

venerdì 14 dicembre 2018

INDONESIA Bali Tempio Pura Ulun Danu Lago Beratan


Pura Ulun Danu Beratan , o Pura Beratan , è un importante tempio dell'acqua Shaivite a Bali , in Indonesia . Il complesso del tempio si trova sulle rive del lago Beratan   nelle montagne vicino a Bedugul . I templi dell'acqua servono l'intera regione nell'area di deflusso; a valle ci sono molti templi dell'acqua più piccoli specifici per ogni associazione di irrigazione (subak ).
Costruito nel 1633, questo tempio viene utilizzato per le cerimonie delle offerte all'acqua balinese, al lago e alla dea fluviale Dewi Danu , a causa dell'importanza del lago Bratan come principale fonte di irrigazione nel centro di Bali. Il pelinggih meru di 11 piani nel complesso è dedicato a Shiva e al suo consorte Parvathi . La statua delBuddha  è anche consacrata in questo tempio. Questo tempio è anche chiamato tempio di Bali sul lago perché sembra galleggiare quando l'acqua del fiume Beratan sorge. 
Il Lago Beratan è conosciuto come il Lago di Holy Mountain a causa della fertilità di questa zona. Situato a 1200 m sul livello del mare, ha un clima tropicale freddo.


Cina La grande muraglia


giovedì 13 dicembre 2018

Birmania o Myanmar templi di Bagan

Conosciuta anche come Pagan, Bagan in Birmania è formalmente nominata come Arimaddanapura, e fu la vecchia capitale di parecchi regni antichi che gettarono le basi per l’ascesa della cultura e della lingua birmana, la diffusione della etnia Bamar e del buddismo Theravada in tutto il paese. Situata sulle rive del fiume Irrawaddy (Ayeyarwady) a Bagan c’è la più alta concentrazione di templi buddisti, pagode e stupe del mondo. L’architettura di ogni tempio ha un importante significato per il Buddismo. Qui non si può fare altro che fermarsi ad ammirare, in silenzio, la storia antica che riprende vita sotto i raggi del sole che la illumina da secoli. Bisogna respirarla, assorbirla, lasciarsi avvolgere. Il duro lavoro e la profonda devozione degli uomini che hanno edificato le migliaia di templi e stupe sono ancora tangibili. Non essendo protetti dal vento, i templi vengono levigati dalle particelle di sabbia, che erodendo i rivestimenti di stucco scoprono i mattoni rossi e che prendono sfumature dorate quando sono illuminate dalla luce del sole all’alba e al tramonto. A Bagan si fa a gara ogni giorno per riuscire ad accaparrarsi il posto migliore da dove contemplare questo meraviglioso spettacolo che da solo vale il viaggio in Birmania. Nonostante la valle di Bagan sia uno dei luoghi più turistici del paese, è importante ricordare che è principalmente un luogo sacro e spirituale e quindi come tale va rispettato, facendo attenzione a dove si cammina, e che qualunque mattone, anche qualcuno caduto a causa di un terremoto o di semplice instabilità, ha un valore religioso.
Lo spettacolo dei templi di Bagan è unico e suggestivo, una completa immersione nella storia della Birmanianella sua cultura e profonda spiritualità. Tiziano Terzani ha scritto una volta che Bagan è uno di quei luoghi che “ti rende fiero di appartenere alla razza umana”. È un luogo commovente, dove entrare in contatto con l’Umanità e la sua grandezza. La valle dei templi di Bagan è costellata da migliaia di templi ed affascina per la sua maestosità. Qui il tempo si è fermato, per preservare questi templi così simili tra loro ma tutti significativamente differenti. Immobili testimoni di un’epoca che fu, protetti nel loro austero isolamento che gli conferisce un incanto mistico ed ineguagliabile. È il testamento più solenne della profonda religiosità della popolazione e dei governanti del Myanmar.




India Agra


Se ti trovi in India, come puoi non prenderla in considerazione?! Agra è infatti sinonimo di una delle Sette meraviglie del Mondo Moderno: il Taj Mahal.

Se Agra, città di 1,4 milioni di abitanti nella regione dell’Uttar Pradesh è così famosa, lo deve al suo imponente Taj Mahal,

Il monumento incanta l’India e il mondo intero dal 1653 tanto che il celebre poeta bengalese Tagore lo ha celebrato come “lacrima sul volto dell’eternità”. Oltre a Tagore furono molti gli scrittori che spesero fiumi di parole per descriverlo. Il poeta inglese Kipling lo definì “l’incarnazione di ogni purezza”, mentre l’imperatore Shah Jahan – colui che promosse l’edificazione del monumento – affermò che il Taj Mahal sarebbe stato in grado di far commuovere perfino il sole, la luna e gli astri.

Ma ad Agra non c’è solo il Taj Mahal e accanto ai suoi giardini si trovano numerose opere architettoniche di pregio.

domenica 11 novembre 2018

Tanzio da Varallo





proprietà collezione elioarte


artist Antonio d'Enrico.called Tanzio da Vara/lo ltaly Rialed'Alllgna   VC 1575 /1580- 1635
media Oil foncanvas datecirca 1628
dimensions 130x96 cmtipe o/ artwork Painting
tille Elisabetta morente consegna la prole agli Angeli




La vecchia Elisabetta /ugge con il  figlio  in un luogo solitario. Svelti gli Angeli recano soccorso e aiuto.Morente ad essi   affida il   dolce neonato;infine,morta,è portata nel più alto dei cieli.








Antonio d'Enrico, detto Tanzio da Varallo, o semplicemente il Tanzio (Alagna Valsesia1582 circa – Varallo (?)1633), è stato un pittore italiano, tra i migliori interpreti di quel fervore di rinnovamento artistico che, in Piemonte e in Lombardia, si espresse, in modi diversi, sulla scia del lascito di spiritualità di San Carlo Borromeo e dell'Arte della Controriforma.
Già più volte segnalata da Roberto Longhi, la sua produzione artistica uscì dal modesto interesse riservatole sino ad allora dagli storici dell'arte, per merito di Giovanni Testori che, con l'esposizione torinese del 1959-60, contribuì in modo decisivo ad affermare la statura artistica del pittore di Alagna.




Tanzio da Varallo incontra Caravaggio. Pittura a Napoli nel primo Seicento. Catalogo della mostra (Napoli, 24 ottobre 2014-16 gennaio 2015)








mercoledì 31 ottobre 2018

Simbolismo Le colonne del tempio di Salomone





Il Tempio massonico è non soltanto il luogo dove i Liberi Muratori si riuniscono “per lavorare al Bene ed al Progresso dell’Umanità ed alla Gloria del GAUD”, ma soprattutto è quello spazio reso sacro dove, nell’unione spirituale SIMBOLISMO DELLE COLONNE DEL TEMPIO fra i Fratelli, si  realizza la congiunzione con il Trascendente, con il Divino. Il Tempio va da Oriente ad Occidente e da Settentrione a Mezzogiorno  e dallo Zenit al Nadir. Le sue dimensioni sono quindi  senza misura, senza limiti: è dunque la rappresentazione del Cosmo, dell’Universo che si estende verso l’infinito azzurro. Ecco perché la Massoneria dei primi tre gradi è conosciuta anche come Massoneria Azzurra.

Il Tempio fisico tradizionalmente si stende dall’Occidente, che allude alla “manifestazione”, al Creato, fino all’Oriente, rappresentazione del Trascendente, dello Spirito Divino, il suo asse maggiore risulta essere parallelo all’equatore, quindi è “orientato” e ciò per indicare ai Fratelli la via verso la Luce.

Il Tempio massonico possiede un solo ingresso ed è senza altre aperture, è evidente  l’allusione alla “caverna iniziatica”. Al suo interno la presenza di un gran numero di simboli è da sempre motivo di meditazione ma anche di unione per i Fratelli, in quanto li accomuna nella medesima ricerca e nel contempo ne sacralizza il Lavoro. L’interpretazione di questi simboli se da una parte ci proviene dalla tradizione o per meglio dire da più tradizioni, dall’altra è affidata alla cultura, alla sensibilità ed alla capacità d’intuizione dei Fratelli, che sono lasciati liberi di spaziare, e per ciò non soltanto di accrescere conoscenza e comprensione, ma anche di affinare la propria parte intuitiva.

Le due Colonne poste subito a destra ed a sinistra dell’ingresso al Tempio ricordano  quelle  del Portico del Tempio di Salomone. La colonna di sinistra ha nome Boaz, (proavo di re David) che significa “la forza, la fermezza”. La seconda posta a destra ha nome Jakin (il sacerdote che inaugurò il Tempio di Salomone), che letteralmente vuol dire “la stabilità, che Dio l’ha fermata”. I due nomi insieme si traducono dall’ebraico: “Dio rende stabile, nella sua forza, il Tempio”. Secondo alcuni autori le due colonne del Tempio di Salomone si riferivano a Javeh, la Divinità che con la sua forza rende stabile e quindi regge il Tempio. La J iniziale di Jakin corrisponde allo Jod ed indica il maschile-attivo-solare e la B di Boaz indica la Beth il femminile-passivo-lunare, insieme simboleggiano il bipolarismo quel duale  che è caratteristica fondamentale della Natura. Infatti Jakin e Boaz corrispondono alle Sefiroth Netzah e Hod, che formano con Jesod il triangolo inferiore, alludendo così alla potenza fecondatrice di Dio che si esplica nella Natura.

Solo all’inizio del XIX secolo, in tempi relativamente recenti, le colonne B e J furono definitivamente issate, conformate e collocate nel Tempio massonico così come ora noi le vediamo, anche se la loro comparsa nei catechismi e in Loggia iniziò a far data sin dai primi anni del ‘700 in Scozia. Infatti se ne ritrovano tracce nel Catechismo del Ms. Edinburg Register House. Inizialmente furono utilizzate come emblema dei due Sorveglianti successivamente comparvero anche nei Quadri di Loggia.

La colonna Jachin corrisponde al Primo Sorvegliante e la colonna Boaz al Secondo Sorvegliante, entrambi sul loro altare detengono tuttora il simulacro della corrispondente colonna. Inoltre il fatto che le parole sacre dell’Apprendista e del Compagno corrispondono ai nomi di queste due Colonne, fa ricordare l’antica altra funzione che costruendole Hiram di Tiro diede loro; erano state fuse in bronzo(1) (18 cubiti di altezza e 12 cubiti di circonferenza, i capitelli 5 cubiti di altezza) ed erano internamente  cave, di guisa che ciascuna colonna potesse contenere il salario del grado corrispondente. Tradizionalmente i colori delle due colonne corrispondono alla rispettiva natura, Jakin viene raffigurata in rosso (sole) e Boaz in bianco (luna) ma anche in nero.

·        “Le due colonne sono di bronzo, un materiale che resiste all’usura del tempo  ,idoneo quindi a preservare intatta l’ortodossia muratoria”.



La colonna Boaz, che possiede un capitello dorico, rappresenta la Forza, che rende salda la costruzione dell’Opera, la Gloria, intesa come convergenza di suono e luce, e l’amore che sostiene i Fratelli nella edificazione del Tempio. Mentre il carattere universale della Massoneria è simbolicamente rappresentato dal globo posto sulla  sommità.

La colonna Jakin, che presenta sulla sommità un capitello corinzio, simboleggia la perfezione nella Bellezza, che irradia e rende compiuti gli architettonici lavori di Loggia, come anche allude alla perfettibilità che ogni massone deve perseguire attraverso l’Arte Reale che apprende in Officina. Le tre melagrane poste sul capitello di questa colonna simboleggiano “la moltitudine dei Fratelli sparsi nell’Universo, il loro vincolo di solidarietà e la protezione che ad essi deriva dalla scorza amara di questo frutto”. La melagrana è anche simbolo di fecondità, in quanto rappresenta “il processo biologico naturale e il tempo della maturazione del frutto per poi cadere, fecondare e rigenerare”.

Da Erodoto sappiamo che nei più antichi Templi fenici la Divinità aveva per immagine due stele. Le Colonne erano la rappresentazione, il duplice aspetto, del Principio animatore di tutte le cose: il Fuoco, che tutto vivifica, corrispondente alla Colonna Boaz ed il Vento, ovvero l’Aria che tutto avvolge, alla Colonna Jakin. I Fenici, che erano grandi navigatori, costruiranno le Colonne d’Ercole fra le due sponde dello Stretto di Gibilterra, come a disegnare i confini del mondo conosciuto.

La struttura colonnare ricorda i tronchi d’albero anticamente utilizzati per lacostruzione di Templi e di altri edifici. La colonna anticamente era anche un simbolo fallico; infatti gli antichi, vedendo che la vita misteriosamente scaturiva dall’atto sessuale, iniziarono ad usare il simbolo fallico per esprimere il mondo delle cause, la ragione prima dell’esistenza, l’espressione della capacità creativa sia dell’Uomo  che della Divinità.

Le due Colonne originano comunque dalla Tradizione come simbolo che ritroviamo nei due obelischi posti all’ingresso dei Templi e delle tombe egizie, ma che riconosciamo anche nelle due torri della facciata delle cattedrali gotiche.

Tra le due Colonne nel Tempio    massonico     scorre una terza Colonna, invisibile all’occhio fisico, in quanto priva di materia, perché spirituale, metafisica. La colonna centrale rappresenta l’energia spirituale,la Luce della Sapienza Divina ,che è presente in ogni aspetto della ”manifestazione”. Essa corrisponde alla colonnina situata sull’altare del Maestro Venerabile e che resta issata per tutta la durata dei Riti. La terza colonna quindi allude chiaramente al Maestro Venerabile ed alla sua capacità di    illuminare                i  Fratelli con la sua scienza muratoria.  Tutte e tre le Colonne sono poste specularmente all’Albero Sefirotico  ( o albero della vita)                      che trova ideale collocazione in verticale all’Oriente.

La Colonna cava è la stilizzazione estremamente sintetica dell’uomo, nella sua posizione eretta, la cui “cavità” interna acquista un pregnante significato: la privazione degli organi vegetativi sostituiti dai tesori della saggezza iniziatica. In tal modo le due Colonne sono già una prefigurazione del Tempio interiore che l’iniziato deve costruire svuotando l’interno del suo corpo da ogni pesantezza saturnina.

Insieme le due Colonne J e B alludono alla dualità fenomenica, al bipolarismo insito nella struttura ontologica della manifestazione, sono la rappresentazione della natura binaria del mondo del divenire, dove sono presenti energie contrapposte, spesso antitetiche. Nell’uomo queste devono essere dominate e riequilibrate, le spinte da conflittuali devono essere rese complementari o per meglio dire “cospiranti”, sviluppando i centri mediatori della “Via di Mezzo”.  Le due stazioni principali dell’asse verticale, partendo dal coccige, sono il cuore (Tifereth ), che sublima le energie primordiali equilibrandone le spinte, per poi giungere al centro mediatore della testa (Kether), dove la coscienza dell’uomo riacquista la propria libertà, ovvero il libero arbitrio.

Carissimi Fratelli, come abbiamo fin qui potuto rivedere insieme, il simbolismo delle Due Colonne poste all’Occidente del Tempio massonico possiede fondamentalmente due significati. Uno riguarda la visione del Tempio come espressione del Cosmo, allora le Due Colonne simboleggiano il Binario che è presente strutturalmente nel Creato: luce -  tenebra , vita-morte, ecc. ; e, nell’ambito della Cosmologia moderna, l’energia gravitazionale (terrena) e l’energia oscura (superiore); gli astrofisici infatti riconoscono nell’equilibrio fra queste due tipologie di energia cosmica, dopo il “Momento Iniziale”, la causa della continua  armonica espansione dell’Universo verso l’Infinito. La Terza Colonna allude in questa visione allo Spirito Divino, all’Immanente che pervade il Cosmo creato e che ha la funzione di riequilibrare e di rendere cospiranti le energie in contrasto fra loro.

Se invece guardiamo al Tempio come uno spazio sacro dove si riuniscono i Liberi Muratori, le Due Colonne alludono all’Uomo, all’iniziato, che lavora incessantemente per affrancarsi dalla materialità, dalla pesantezza saturnina, e ciò in quanto parte dell’Universo creato, anche l’uomo possiede, come tutte ciò che appartiene al mondo del divenire, una struttura binaria. Questa configurazione bipolare deve essere riequilibrata, la Terza Colonna qui allude a quella scintilla di divino che è presente nell’uomo; sarà per mezzo di questa sua parte divina che l’uomo può giungere al riequilibrio di quelle contraddizioni, di quelle spinte contrastanti che sono a lui connaturate essendo costituito di spirito e di materia. Mirare al perfezionamento interiore seguendo la via iniziatica tradizionale, vuol dire rinvigorire la nostra parte spirituale ricercando  e utilizzando al meglio quella scintilla di divino che è in tutti noi. Carissimi Fratelli concludo questa mia Tavola sottolineando che è proprio nella Terza Colonna, invisibile all’occhio fisico ma ben visibile all’occhio dello Spirito, che si determina l’unione spirituale fra tutti i Fratelli per realizzare insieme quella congiunzione con il Sacro, con il Trascendente, che rappresenta il fine ultimo per cui noi Massoni ci riuniamo.

Il tempio di Salomone

Il Tempio di Salomone
Una delle sette meraviglie del mondo antico, basamento del trono di Dio, centro della fede del popolo ebraico; oggi ne rimane solo un frammento, il Muro Occidentale, che ci dà però un’idea di quella che dovette essere la grandiosità dell’opera


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Tempio di Gerusalemme

Ricostruzione del Tempio di Gerusalemme al tempo del Re Erode
Alla morte di Davide, suo figlio, Salomone, decise di proseguire nell’ideazione dell’opera teorizzata da Re Davide, ovvero quella di creare un grande Tempio da dedicare al Dio d’Israele. Salomone stipulò con il Re Hiram di Tiro un contratto, in base al quale quest’ultimo avrebbe fornito i cedri delle foreste, legno da sempre pregiatissimo, unitamente a tutto il materiale necessario per la costruzione della struttura. Ci vollero non meno di tre anni solo per i preparativi della costruzione, che avvenne con la supervisione di architetti fenici, fra i quali il grande architetto Hiram; la manodopera venne reclutata fra esperti ebrei e prigionieri di guerra, questi ultimi usati soprattutto per i lavori pesanti, come lo squadramento e il taglio dei blocchi di pietra che avrebbero fatto parte della base del Tempio. Il luogo scelto da Salomone era la sommità del monte Moriah, spianata per l’occasione.
Dopo oltre sette anni, l’avveniristica costruzione era pronta, in attesa di essere consacrata a Dio; Salomone aveva deciso di erigere il Tempio in onore di Dio anche per custodirvi l’Arca dell’Alleanza, nella quale erano custodite le Tavole della Legge, quelle che Dio in persona aveva scolpito nella roccia per darle a Mosè e al Suo popolo, e che avevano sancito l’alleanza tra Israele e Lui. Per l’Arca era stato costruito un alloggiamento specifico, il Sancta Sanctorum, il Santo dei Santi, il posto il cui accesso era consentito solo a Salomone e al Gran Sacerdote, che poteva visitare l’Arca solo nel giorno dello Yom Kippur, pronunciando il Tetragramma Sacro, il nome di Dio in ebraico. All’interno, in un pozzo ancor più profondo, era stata posta la Even shetiyyah, o anche la pietra su cui Dio aveva fondato il mondo, oltre ad un contenitore con la sacra manna, con cui Dio aveva sfamato Israele dopo la fuga dall’Egitto e la verga di Aronne, il portavoce di Mosè presso il Faraone d’Egitto.
Il Tempio era considerato il basamento del trono di Dio, e la parte più importante era lo spazio vuoto (prima la parte del coperchio dell’Arca dell’Alleanza delimitata dalle ali dei serafini che vi erano scolpiti, poi il Sancta Sanctorum) ch’era il luogo dove Dio appoggiava i piedi.
La costruzione, ultimata, era possente e bellissima; al posto detto cortile dei sacerdoti, usato per i rituali sacri, si aggiungeva la corte, che delimitava tutto il Tempio, affollata da migliaia di fedeli. Oro e argento abbondavano; erano d’oro per esempio tutti i bracieri e i candelabri che illuminavano la grande costruzione, che era perennemente avvolta in una nube d’incenso. L’altare principale era in bronzo massiccio, di presumibile fattura e ideazione fenicia; il suo costruttore, il grande Hiram, aveva progettato il Tempio in maniera funzionale, sugli schemi di altri templi esistenti in Medio Oriente; come racconta Erodoto, all’interno vi erano due colonne in oro massiccio tempestate di smeraldi, chiamate Jachin e Boaz; altre decorazioni ricordavano le palme del giardino dell’Eden. Nel complesso era una struttura meravigliosa, tanto che Hiram, il suo costruttore, divenne il «patrono» di tutti coloro che si ispirarono al Tempio di Salomone per i loro riti esoterici, specialmente i massoni. L’identificazione del posto dove sorgeva il Tempio è stata collocata sulla spianata sulla quale sorge, oggi, il tempio di Omar. La bellezza del Tempio, unitamente al suo fortissimo valore sacro, alla grandezza dei tesori profusi, alla presenza della sacra Menorah d’oro e dell’Arca dell’Alleanza, ne faceva il fulcro della vita spirituale degli Ebrei e di Israele.
Così, i numerosi nemici di quel popolo, nel corso dei decenni successivi pensarono di minarne la fede e l’unità distruggendone il luogo sacro per eccellenza, il Tempio e il suo Sancta Sanctorum. Soshenq, Faraone Egiziano, che aveva con sé milleduecento carri e sessantamila cavalieri, saccheggiò la capitale d’Israele ed altre città e fortezze come Rehov, Megiddo e Hazor. Il Faraone in seguito citò queste sue conquiste sulle iscrizioni di un monumento nel tempio di Amun a Karnak, dove si trova attualmente la città egiziana di Luxor, probabilmente attorno al 925 avanti Cristo, quindi più o meno cinque anni dopo la morte di Re Salomone. Il colpo decisivo lo dette Nabuconodosor II, il Re Babilonese, che nel 607 avanti Cristo, conquistò Gerusalemme e depredò il Tempio asportandone tutti i tesori che furono portati a Babilonia.
La storia del Tempio però non finisce qui.
Nel 515 avanti Cristo venne restaurato, pur con sostanziali modifiche; Erode il Grande contribuì poi a riportarlo in discrete condizioni attorno al 19 avanti Cristo. Il nuovo Tempio ovviamente non poteva rivaleggiare con quello di Salomone: a parte le distruzioni estese fatte dalle truppe del Re Babilonese, mancavano tutti i tesori fondamentali asportati: l’Arca dell’Alleanza, il bastone d’Aronne, la sacra manna, le colonne d’oro erano spariti per sempre, e di loro non si sarebbe trovata più traccia. Nel 70 dopo Cristo Tito, Imperatore Romano, intervenne a Gerusalemme per stroncare l’ennesima rivolta contro i Romani; l’azione fu spietata e radicale. Il Tempio venne completamente distrutto, raso al suolo (si salvò solo il Muro Occidentale, oggi conosciuto come Muro del Pianto); i pochi tesori rimasti, fra i quali una nuova Menorah in oro massiccio, vennero depredati e portati a Roma. Peggior sorte toccò alla popolazione. Molti furono uccisi, molti vennero trasportati a Roma in catene. Era la diaspora, che fu completata dall’Imperatore Adriano, nel 135 dopo Cristo, che completò la distruzione della città e l’allontanamento dei pochi rimasti.
Dieci secoli dopo, nella zona in cui c’erano i resti dell’antico Tempio di Salomone, un Re Cristiano, Baldovino II, successo a Goffredo di Buglione, concesse ai Poveri Cavalieri di Cristo, come quartier generale, un’ala del monastero fortificato di Nostra Signora di Sion, accanto a quello che era stato il Tempio di Salomone.
Era nato l’Ordine dei Templari, che prese il nome proprio dalla zona di insediamento in Gerusalemme, il Tempio di Salomone.