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martedì 29 maggio 2012

Roma Antica : La Bocca della Verità

La Bocca della Verità è un antico mascherone in marmo pavonazzetto,( marmo bianco con venature "paonazze", ovvero di colore violaceo scuro) murato nella parete del pronao della chiesa di Santa Maria in Cosmedin di Roma., Era questo nella Roma antica un “tombino” I tombini nell'antica Roma avevano spesso forma di una divinità fluviale che "inghiotte" l'acqua piovana. Il mascherone gode di fama antica e leggendaria. Tra le tante , si racconta una bella leggenda che afferma che la capacità della "Bocca della Verità" di smascherare i bugiardi una volta non funzionò...e questo grazie all'astuzia di una donna. Il popolo infatti sapeva che una ragazza tradiva il proprio marito. Quando la notizia giunse all'orecchio del coniuge, questi decise di far valutare la sincerità della moglie dal "test" del nostro mascherone. Si dice che dietro la Bocca della Verità fosse nascosto, come sovente accadeva, un carnefice, pronto ad "aiutare" la magia del mascherone con una spada sguainata in caso di menzogna. Mentre la donna, in corteo con il marito, procedeva verso il mascherone fra la folla di popolo che era accorsa per l'occasione, l'amante, già d'accordo con l'adultera, fingendosi pazzo, venne incontro alla donna e l'abbracciò e la baciò con passione. Essendo il gesto di un povero pazzo, per quanto sconsiderato, fu subito perdonato. Però tale fatto consentì alla donna di poter dire, con la mano nella Bocca della Verità: "mai nessun'uomo mi baciò, tranne mio marito e quel poveraccio di poco fa". La donna aveva indubbiamente detto la verità...e il popolo lo sapeva...per cui la mano dell'adultera non venne tagliata, e la Bocca della Verità rimase così, per la prima volta nella storia, "imbrogliata". Uno tra i film più famosi girati nella capitale, Vacanze Romane, fa di questo luogo set nel set, in una breve scena, in cui i due protagonisti, Audrey Hepburn e Gregory Peck, vogliono darsi prova del loro nascente sentimento, davanti al simbolo per eccellenza di quello che è il confine tra verità e menzogna.

Roma Antica -Teatro Marcello

Il teatro di Marcello costituisce uno dei più antichi edifici per spettacolo romani giunti fino a noi, nel quale l'articolazione del teatro romano appare già del tutto delineata.
Teatro di Marcello secondo la ricostrusione di Pirro Ligorio
L'edificio, fu iniziato da Giulio Cesare e terminato da Augusto.I lavori per la costruzione del Teatro di Marcello erano già terminati nel 17 a.C. quando l'edificio fu utilizzato per i giochi secolari, ma la dedica a Marcello, figlio di Ottavia, sorella di Augusto avvenne solo nel 13 a.C. Fu il giorno dell'inaugurazione che si verificò l'incidente popolarmente noto: mentre gli attori si presentavano sulla scena, la sella curulis, sulla quale era seduto l'imperatore, si ruppe, provocando un bel capitombolo dell'augusto personaggio. Tra l'ansia dei senatori e del popolo, Augusto si rialzò sorridente e con un gesto della mano ordinò che si riprendesse la rappresentazione. La scena, che doveva essere monumentale e riccamente ornata, era affiancata da due aule con absidi (di quella di sinistra rimangono ancora in piedi un pilastro ed una colonna)
ed aveva, nella parte posteriore, una grande esedra. In esso si tennero non solo spettacoli teatrali ma, come dettava la moda del tempo, gare di poesia e di musica. Nella Roma cristiana, soppressi gli spettacoli teatrali, anche il teatro cadde in abbandono e divenne, come molti altri monumenti antichi, cava di materiale edilizio.
NB :Pirro Ligorio, nacque a Napoli da nobile famiglia . Come tale ricevette un'istruzione, anche artistica, in casa, senza compiere dirette esperienze in botteghe artigiane. Nel 1534 si trasferì a Roma, dove iniziò la propria carriera, Vasta l’attività artistica, architettonica, storica e archeologica svolta . Dopo essere divenuto membro, nel 1548, dell'Accademia dei Virtuosi al Pantheon, nel 1549 divenne sovrintende agli scavi di Villa Adriana. Alla morte di Michelangelo, nel 1564, è nominato architetto della Fabbrica di San Pietro ma, avendo voluto modificarne il progetto, è licenziato nel 1568.

sabato 26 maggio 2012

I Castelli Romani " Genzano"

Il comune di Genzano , distante circa 29 km da Roma , 33 Km da da Anzio , e 39 km da Latina , è situato sul versante esterno del cratere vulcanico del lago di Nemi. A Genzano ogni anno, da oltre due secoli, si tiene nel mese di giugno l'Infiorata, immenso tappeto floreale che si estende, articolandosi in vari quadri, per circa 2000 mq sulla centrale Via Italo Belardi (già Via Livia). Per la realizzazione dei quadri, disegnati sul selciato, occorrono, oltre alle essenze vegetali, almeno 350.000 fiori; i singoli petali vengono utilizzati dagli infioratori così come i colori di una tavolozza dai pittori: il giallo della ginestra, l'azzurro della torrena, il rosso dei garofani, il verde del bosso e del finocchio selvatico. La festa viene fatta risalire al 1778, anno in cui fu preparato un tappeto floreale, in occasione della festività del Corpus Domini L'infiorata si svolge in via Italo Belardi, già via Livia, la via che congiunge la piazza principale del paese alla Chiesa di Santa Maria della Cima. Ogni quadro misura generalmente 7 m x 14 m e i soggetti, scelti da un'apposita Commissione che presiede anche all'organizzazione della manifestazione La sera della domenica il tappeto viene percorso dalla processione religiosa che reca il Santissimo Sacramento da Santa Maria della Cima alla non lontana Collegiata. Il tappeto viene mantenuto, sostituendo i petali appassiti, fino alla sera del lunedì, quando ha luogo la distruzione dell'infiorata da parte dei bambini (il cosiddetto spallamento).

giovedì 24 maggio 2012

I Castelli Romani "NEMI"

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Posizionato quasi al centro dei Colli Albani , a 521 metri s/l/mare Nemi è il comune più piccolo dell'area dei Castelli Romani, noto per la coltivazione delle fragole sulle sponde dell’omonimo lago. La superficie del Lago di Nemi (1.7 km2) non è inclusa nel territorio comunale, ma è di proprietà della Provincia di Roma Le coste del lago invece sono parte integrante del comune di Nemi. Interessante è la sagra delle fragole che si svolge ogni anno nella prima domenica di giugno. Le prime notizie sulla sagra documentate negli archivi comunali di Nemi la datano dal 1922. La fragola, nelle sue due varietà ("di stagione" e "rifiorenti"), è un prodotto caratteristico di Nemi da secoli. Le fragole nemorensi furono cantate e rese celebri dalla famosa canzone in dialetto romanesco 'Na gita a li Castelli di Franco Silvestri (1926), portata al successo da Ettore Petrolini. Anche l'arte della lavorazione della carne dà vita a prodotti di spicco, come il salame alle fragole, quello al tartufo, o il gustoso "bastone del pastore". Accanto ai salumi, anche i formaggi e le salse hanno un posto di spicco, in una bottega artigiana che ancora oggi sa stupire come un tempo.

I Castelli Romani "Grottaferrata"

BADIA GRECA Il Monastero di S. Maria di Grottaferrata fu fondato nell’anno 1004 sui resti di un’antica villa romana, come testimoniano i cripto porticì ancora esistenti. La Chiesa, dedicata alla SS.ma Madre di Dio, edificata da S. Bartolomeo e consacrata nel 1024 da Giovanni XIX, sorge accanto alla crypta ferrata, già edicola della prima età repubblicana.  Alla fine del Sec. XV il monastero venne fortificato dal Card. commendatario Giuliano Della Rovere, probabilmente ad opera di Baccio Pontelli, con mura merlate, torrioni e fossati e ornato di un portico, attribuito a G. Del Sangallo, nel cortile omonimo. Nella Cappella “San Nilo” un ciclo di affreschi del Domenichino illustra la vita dei SS. Fondatori. Il Monastero comprende una storica biblioteca, un laboratorio per il restauro del libro ed un museo. Il Monastero Esarchico di Santa Maria di Grottaferrata, detto anche Abbazia Greca di San Nilo, è stato fondato da un gruppo di monaci greci provenienti dall'Italia meridionale, all'epoca bizantina, guidati da S. Nilo di Rossano, capo carismatico e personalità spirituale di primo piano del suo tempo. Attualmente l'Abbazia Greca di Grottaferrata è l'ultimo dei numerosi Monasteri Bizantini che nel medioevo erano diffusi in tutta l’Italia meridionale e nella stessa Roma. Costituisce inoltre un unicum in quanto, fondato cinquanta anni prima dello Scisma che portò alla separazione delle Chiese di Roma e Costantinopoli, è sempre stato in comunione con il Vescovo di Roma, pur conservando il rito Bizantino-Greco e la tradizione monastica orientale delle origini. " Noi monaci di questa vetusta Abbazia siamo Cattolici di rito Bizantino-Greco e rappresentiamo la Congregazione d'Italia dei Monaci Basiliani, istituzione creata nella Chiesa Cattolica per riunire i monasteri di rito Bizantino presenti nell'Italia meridionale."