auto antiche e moderne

martedì 27 maggio 2014

Il castello di San Colombano






Si ritiene che le origini del castello di San Colombano si possono far risalire al VI secolo, ma è fuori dubbio che il castello esistesse nel X secolo, infatti  per  espressa   affermazione del testamento di Ariberto del 1034 si  parla di castris,edificiis, ecc, in  Garifaniana, Sancto Columbano , Miradolo  ecc. edifici esistenti tam in ipsis castris  quam et foris . 
Il Castello  compie quest'anno i suoi primi 850 anni. 
Federico Barbarossa in data venerdì 17 gennaio 1164 firmò l'atto per la ricostruzione del Castello, che proprio lui aveva distrutto pochi anni prima durante l'assedio di Milano.
Ottocento cinquant'anni di una storia lunga e densa di avvenimenti che hanno modificato l'assetto e l'uso di questa fortezza.
Le trasformazioni più importanti cominciarono nel 1370 per volere di Galeazzo II,  e furono inerenti sia al castello che al Borgo.
Gran parte della storia del castello e delle sue continue trasformazioni è legata ai frati certosini  che attorno agli anni 1500  i divennero proprietari del feudo su  concessione di Luigi XII ,re di Francia e Duca di Milano.
Nel 1535 i certosini  intervennero nuovamente sul castello,al fine di escluderne un utilizzo militare: limitando   le strutture fortificate, si colmarono  così  i fossati e i sotterranei.
Nel 1671 fecero realizzare l'attuale scala grande che dalla galleria collega ai piani superiori.
Con  la soppressione degli ordini  religiosi ad opera del governo austriaco (1782) si conclude il periodo di proprietà certosina del castello.
Nel 1786, con atto misto di vendita e livello il feudo di San Colombano ed Uniti passò alla casa Belgioioso che nel 1814 diedero inizio alla realizzazione del parco interno.
L'allestimento dei locali interni al palazzo si ritiene sia avvenuto gradatamente attorno al 1870 circa , al punto di risentire l'influenza dell'architettura  neogotica, che caratterizza le decorazioni e i rivestimenti  tuttora presenti.
Nel 1940 i principi fecero donazione del castello all'Università Cattolica del Sacro Cuore.che  nel 1958 ne decise la cessione alla parrocchia di San Colombano.
Solo il 18 dicembre dekl 1987 il castello fu acquistato dal Comune.
Il  23 marzo 2014  sono iniziate  le manifestazioni dell'anno castellare di San Colombano al Lambro e termineranno a ottobre per un totale di 14 iniziative: l'apertura della pinacoteca Suzy Green Viterbo, una mostra fotografica sul buio e la paura, due conferenze di storia e architettura, un concerto, uno spettacolo teatrale, una giornata medievale, l'apertura dello spazio di degustazione di vini e prodotti tipici, esposizione di incisioni e oli, visite guidate in costume e la rievocazione storica del CASTELLO.

































 
 
 



 
Testo ." elioarte"
Servizio fotografico " dinarte  "del dott. Dino Canevisio

lunedì 26 maggio 2014

Olimpia di Manet


L’Olympia è un quadro di Edouard Manet, pittore che aveva già fatto parlare di sé giusto un paio di anni prima, quando nell’opera La colazione sull’erba,





 aveva rappresentato un picnic in un bosco dove, in mezzo a due giovani uomini vestiti, il pittore stesso e un amico, sedevano vicini ad  una donna nuda che guardava l’osservatore dritto negli occhi

In Olympia  l'ispirazione


 a Manet venne dopo aver osservato, in un viaggio in Italia, la Venere di Urbino, di Tiziano.





 A dispetto della scelta del pittore italiano, che celebra la bellezza femminile, e anche un certo erotismo, Manet imbruttisce Victorine, la modella, rende la sua pelle cadaverica, lo sguardo inespressivo e vacuo, il volto piatto. Poi aggiunge elementi che chiariscono la professione della ragazza: pantofole, braccialetto, nastro nero al collo, orecchini, un mazzo di fiori freschi, probabile omaggio di un ammiratore, insomma: una prostituta..
Un’altra differenza con il modello tizianesco è l’utilizzo del gatto al posto del cane. Se il secondo è simbolo di fedeltà ed è rappresentato accoccolato in fondo al letto nel quadro di Tiziano, il gatto di Manet è nero, selvatico, imprevedibile e come ben sappiamo, nell’immaginario, considerato più promiscuo del cane.

domenica 11 maggio 2014

Gioielli da terre lontane. Braccialetti di bronzo.

Braccialetto di bronzo costruito con la  tecnica della  cera  persa.

Le tecniche di fusione a cera persa consentono grande libertà nell’esecuzione della lavorazione del bronzo.
L’artigiano dopo aver affinato la cera in acqua caldissima,la manipola secondo i suoi desideri e la chiude in uno stampo composto da più strati di argilla; quando lo stampo viene scaldato, la cera si scioglie e lascia il posto al metallo  fuso

Questo braccialetto  da  donna oltre ad una  funzione puramente ornamentale, per il suo peso e le sue borchie assume   la sua  originaria  destinazione  di   bracciale da  difesa.


venerdì 2 maggio 2014

TELLARO ..." SARACENI MARE NOSTRUM INFESTANTIES SUNT"








Intorno al 1660 Tellaro era una roccaforte costruita per difendere un paese più a monte, Barbazzano, molto ricco grazie alla sua produzione di olio di oliva.
La costa intorno alla roccaforte era ripida e scoscesa: non era facile scendere a terra lì, ma i pirati saraceni decisero di provarci lo stesso.





Guidati da Gallo d’Arenzano, aspettarono una notte di tempesta: nessuno avrebbe sospettato una loro sbarco con quel tempaccio…..
Gli abitanti di Tellaro avevano costruito una chiesetta vicino al mare.




Lì avevano messo una sentinella. Con il compito di suonare a distesa le campane in caso di pericolo.- Con questa tempesta nessuno metterà di sicuro la propria nave in mare. Stanotte posso dormire tranquillo.
Detto questo, la sentinella si addormentò, felice di non dover stare con gli occhi aperti fino al mattino successivo.
A mezzanotte in punto i pirati si avvicinarono alla riva.
Proprio quando stavano per sbarcare, le campane della chiesetta si misero a suona, suonare, suonare….
Gli abitanti di Tellaro si precipitarono a difendere il loro paese e ricacciarono in mare i pirati saraceni.
Chi aveva suonato la campana, visto che la sentinella dormiva profondamente?
Ai piedi del campanile i tellaresi videro un enorme polipo attaccato alle funi delle campane: era stato lui a salvare il paese!




La leggenda fa riferimento a un evento storico avvenuto nel luglio del 1660.
Si tratta del tentato assalto del borgo ligure da parte del pirata Gallo d’Arenzano
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Tula (Mesoamerican site) La storia di Quetzalcoatl

Il sito di Tula è stato la sede di un antico regno tolteco, di cui gli Atlanti (guerrieri giganti di pietra) sono l'ultima testimonianza. Tula oggi è un sito archeologico ma in passato fu la capitale dei Toltechi che intrecciarono la loro vita con la leggenda del Quetzalcoatl, il Serpente Piumato






Quetzalcoatl, il dio serpente, signore della creazione, del sapere e del vento, era il re della città degli dèi. Era totalmente puro, innocente e buono. Nessun compito era troppo umile per lui. Spazzava persino i sentieri degli dèi della pioggia, così che essi potessero venire a portare acqua alla terra.

L’astuto fratello di Quetzalcoatl, Tezcatlipoca, il dio dei guerrieri, del cielo notturno e del fulmine, era infuriato per la sua assoluta bontà. Così decise, con alcuni amici, di fargli un brutto scherzo, trasformandolo in un furfante in cerca di piaceri. “ Gli daremo un volto ed un corpo umani !” sogghignò. Mostrarono a Quetzalcoatl il suo nuovo aspetto umano in uno specchio fumoso. Appena Quetzalcoatl vide il suo nuovo volto, si sentì posseduto da tutti i desideri materiali che affliggono il genere umano. Allora Quetzalcoatl gridò inorridito “ Non sono più adatto ad essere un re! Non posso comparire davanti al mio popolo in questo modo! ” Il dio chiamò a sè Xolotl, il coyote. Questi era legato a Quetzalcoatl come fosse la sua stessa ombra, gli fece un manto di piume verdi, rosse e bianche prese dall’uccello quetzal. Gli fece anche una maschera di turchesi, una parrucca e una barba di piume blu e rosse. Poi gli dipinse le labbra di rosso, colorò la fronte di giallo e fece in modo che i suoi denti sembrassero quelli di un serpente.

Quetzalcoatl assunse così le sembianze del leggendario serpente piumato. Ma Tezcatlipoca aveva pensato a uno scherzo da fare al fratello. Gli diede del vino, dicendo che era una pozione per curare la sua malattia. Quetzalcoatl, che non aveva mai bevuto alcolici, si ubriacò. Mentre era stordito, Tezcatlipoca lo convinse a fare l’amore con sua sorella, Quetzalpetatl. Quando ritornò in sé, Quetzalcoatl si vergognò amaramente di quel che aveva fatto. “ Questo è un giorno funesto! ” disse, e decise di morire. Quetzalcoatl ordinò ai suoi servitori di fare una cassa di pietra, poi vi si stese e rimase lì dentro per quattro giorni. Infine si rialzò e disse ai suoi servitori di riempire la cassa con tutti i suoi tesori più preziosi e di sigillarla. Detto questo il dio si recò sulla riva del mare e lì indossò il manto di piume di quetzal e la maschera di turchesi. Poi si diede fuoco, e di lui non rimase più niente, a parte le ceneri sulla spiaggia. Da queste ceneri sorsero degli uccelli favolosi che salirono al cielo, i quetzal, appunto.



Quando morì Quetzalcoatl il sole non sorse per quattro giorni, poiché il dio era sceso nella terra dei morti con Xolotl per vedere il padre, Mictlantecuhtli. Quetzalcoatl disse a suo padre che era venuto a prendere le preziose ossa che custodiva per popolare la Terra, e il signore dei morti acconsentì. Quetzalcoatl e Xolotl presero le ossa preziose e ritornarono nella terra dei vivi. Quetzalcoatl spruzzò il suo sangue sulle ossa e diede loro la vita. Le ossa divennero il primo popolo, i Toltechi. Il dio insegnò al genere umano molte cose importanti. Egli trovò il mais, che era custodito dalle formiche, e insegnò agli uomini a coltivarlo. Insegnò agli uomini come lucidare la giada, come fare tessuti e creare mosaici. Ma soprattutto insegnò loro come misurare il tempo e capire le stelle, e stabilì il corso dell’anno e delle stagioni. Alla fine giunse il giorno in cui il serpente piumato dovette lasciare che gli uomini se la cavassero da soli. Quando quel giorno sorse, apparve nel cielo la stella Quetzalcoatl, ovvero il pianeta Venere. Per questo il dio è chiamato Signore dell’Alba. Alcuni dicono che Quetzalcoatl andò verso est su una zattera di serpenti, ma un giorno tornerà.