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sabato 2 aprile 2011

Il calendario - Aprile - Il Calendario Romano

Ogni giorno, un contadino portava l'acqua dalla sorgente
al villaggio in due grosse anfore che legava sulla groppa
dell'asino,che gli trotterellava accanto. Una delle anfore, vecchia e piena di fessure, durante il viaggio, perdeva acqua. L'altra, nuova e perfetta, conservava tutto il contenuto senza perderne neppure una goccia. L'anfora vecchia e screpolata si sentiva umiliata e inutile, tanto più che l'anfora nuova non perdeva l'occasione
di far notare la sua perfezione:
"Non perdo neanche una stilla d'acqua, io!". Un mattino, la vecchia anfora si confido con il
padrone:"Lo sai, sono cosciente dei miei limiti.
Sprechi tempo, fatica e soldi per colpa mia. Quando arriviamo al villaggio io sono mezza vuota.
Perdona la mia debolezza e le mie ferite". Il giorno dopo, durante il viaggio, il padrone si rivolse all'anfora screpolata e le disse:
"Guarda il bordo della strada". "Ma e' bellissimo! Tutto pieno di fiori!" rispose l'anfora. "Hai visto? E tutto questo solo grazie a te"
disse il padrone. "Sei tu che ogni giorno innaffi il bordo della strada.
Io ho comprato un pacchetto di semi di fiori e
li ho seminati lungo la strada, e senza saperlo
e senza volerlo, tu li innaffi ogni giorno". La vecchia anfora non lo disse mai a nessuno, ma quel giorno si senti l'anfora più bella che ci fosse mai stata...

Il calendario romano
Secondo la tradizione fu Romolo,il mitico fondatore di Roma, a stabilire le regole del calendario primitivo, dividendo l’anno in dieci mesi e chiamando il primo Martius, da suo padre Marte, il secondo Aprilis, dall’aprirsi (aprire) dei germogli delle piante. il terzo Maius da Maia, la madre di Mercurio, il quarto Junius da Giunone e gli altri più semplicemente dal loro numero progressivo .Quintilis , Sextilis , September, October, November,December.

Il re Numa aggiunse a questi altri due mesi: Januarius, dal dio Janus, e Februarius, dal sacrificio di espiazione (Februalia) che si faceva al termine di ogni anno.

In seguito il mese Quintilis fu detto JuIius in onore di Giulio Cesare. Il Sextilis fu detto Augustus in onore di Ottaviano Augusto. il primo imperatore.

L’anno romano iniziava il 15 marzo e soltanto nel 153 a.C. fu portato al primo gennaio, in seguito a ciò mesi come September, October etc., in origine, come indica il nome, il settimo e l’ottavo, vennero ad essere in effetti il nono e il decimo come sono tuttora.


Nel calendario romano tre giorni determinati di ciascun mese avevano nomi particolari le “calende’ (Kalendae. da cui Kalendarium. che cadevano il primo giorno del mese, le none” Nonae. che cedevano il quinto giorno e le “idi” (Idus), che cadevano il tredicesimo giorno.

Nei mesi di marzo, maggio, luglio e ottobre le none e le idi cadevano due giorni dopo, cioè il 7 e il 15.

Per indicare i singoli giorni dell’anno, i Romani prendevano come punto di riferimento queste date fisse, così che il giorno precedente le calende, le none o le idi era indicato con pridie (cioè "il giorno prima”ad es. Pridie Kalendas Ianuarias era il 31 dicembre) mentre gli altri giorni si ottenevano calcolando quanti giorni mancavano ad arrivare alla data fissa più vicina, compreso il giorno di partenza e il giorno di arrivo.

Una data come il dieci settembre, che cadeva quattro giorni prima delie idi del mese, si indicava dunque come ante diem quartum Idus Septembres. comunemente abbreviato in a.d. IV Id.Sep.o, ancora più semplicemente. IV Id.Sept. sottintendendo il resto.


L’anno romano primitivo era di soli 355 giorni: per rimediare allo squilibrio tra l’anno formale e l’anno reale ogni due anni, sempre per iniziativa di re Numa, si intercalava un mese di 22 o 23 giorni, detto mensis intercalaris, o marcedonius. Questo espediente non bastò tuttavia ad impedire che progressivamente si venisse e creare un discreto disordine nel computo del tempo tanto che i mesi non corrispondevano più alle stagioni effettive.

Per porre rimedio a questa situazione nel 46 a.C. Giulio Cesare, affidandosi ai calcoli dell’astronomo alessandrino Sosigene, riformò il calendario, assegnando ai mesi lo stesso numero di giorni che hanno adesso e stabilendo che il mese di febbraio ogni quattro anni fosse di 29 giorni (cioè bisestile).

Anche questa riforma tuttavia non era perfetta:l’anno effettivo infatti non è di 365 giorni e sei ore ( come voleva la riforma giuliana), ma di 365 giorni cinque ore 48 primi e 46 secondi: l’aggiunta di un giorno ogni quattro anni era dunque leggermente eccessiva, e alla lunga si rivelò sensibile.

A questo pose rimedio l’ultimo riformatore del calendario, Gregorio XIII, che. fondandosi sui calcoli dell’astronomo Luigi Lilio, nel 1582 soppresse dieci giorni di troppo che si erano accumulati nel corso dei secoli.

La riforma gregoriana manteneva gli anni bisestili, escludendone però gli anni di fine secolo (1800. 1900...), eccetto quelli divisibili per 400. Il 1900 dunque non è stato anno bisestile, mentre lo è stato il 2000.

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