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sabato 25 giugno 2011

Bevagna- Viaggio in Umbria



Campanile e chiesa di S. Michele Arcangelo (1195 d. C.) Splendida facciata aperta da tre portali, quello centrale è ricco di motivi ornamentali.
L'antica cittadina di origini romane di Bevagna è collocata al margine occidentale della piana di Foligno, ai piedi del gruppo collinare dove sorge Montefalco, presso l' ansa del fiume Timia
Si è voluto vedere il nome della città, derivato dal gentilizio etrusco Mefana. Le prime notizie storiche coincidono con la conquista romana dell'Umbria. Intorno ai secoli X-XI la città fece parte del feudo dei conti di Antignano e Coccorone una casata di origine germanica fedele all'Impero,che dal monte di Bevagna aveva esteso i suoi possessi in una vasta area circostante.
Nel 1152 fu incendiata da Federico Barbarossa e nel 1249 dalle milizie di Federico II. Nel 1375 fu nuova mente distrutta da Corrado Trinci che, nel 1377, la fece ricostruire fortiricandola con muri e torri


Con l'inizio del nuovo secolo (1503) torna a dipendere dal governo di Perugia finchè nel 1519 inizia la serie dei governatori perpetui, investiti direttamente dalla Santa Sede. Nel 1528 subisce danni dal passaggio dei Lanzichenecchi diventò parte del ducato di Spoleto.




L'aspetto odierno è sicuramente il frutto dello sviluppo medioevale, infatti benchè i Romani avessero impostato l' antica Menania in modo tale che la via Flaminia fosse il decumano della cittadina, oggi il baricentro urbano è posto più a sud. Sono assolutamente da non perdere in Piazza Silvestri il palazzo gotico dei Consoli,



posto singolarmente in obliquo rispetto agli assi viari e le chiese di San Silvestro di cui sopra la foto, la fontana che completa la scenografia di questo eccezionale spazio pubblico è invece un rifacimento di epoca ottocentesca.

Il Palazzo dei Consoli, secolo XIII, che fu sede della magistratura cittadina, ospita dal 1886 il Teatro Torti, a tre ordini di palchi e loggione.




Il plafone è di Mariano Piervittori ed è una rappresentazione delle arti sotto forma di Muse che danzano (Tragedia, Commedia, Musica, Poesia, etc.); gli affreschi della stanza del ridotto, opera di Domenico Bruschi, rappresentavano tre figure (Commedia, Tragedia, Musica) di cui attualmentene è rimasta solo una.
Il sipario storico è stato dipinto dallo stesso Bruschi e vi è rappresentato "Properzio che addita al Torti la sua patria". Nel nuovo sipario, realizzato dal pittore bevanate Luigi Frappi in sostituzione del precedente (da sottoporre a restauro), è stato rappresentato il fiume Clitunno all'alba, come viene immaginato dall'artista. Dal 1994, anno dell'inaugurazione dopo un lungo restauro, il Teatro è regolarmente attivo con stagioni di prosa, attività concertistica e spettacoli vari.

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