auto antiche e moderne

Visualizzazione post con etichetta archeologia subacquea.. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta archeologia subacquea.. Mostra tutti i post

domenica 8 giugno 2014

La Sardegna e il mondo Arabo nella mostra Aquae "Al di la del Mare" di PULA


Sappiamo che fin dal VIII sec  d.C.  l’isola subì numerose incursioni da parte delle  genti arabe che spesso devastarono le città costiere. Questi contatti, talvolta di carattere violento, lasciavano tracce, oggetti derivanti dal mondo islamico , giunti fino alle nostre coste e riscoperti in contesti archeologici sia terrestri, sia subacquei, come le imponenti giare esposte, di probabile provenienza magrebino-andalusa, decorate con motivi vegetali e geometrici tratti dal repertorio arabo andaluso e datate tra il XII e il XIV sec.

La ricca disponibilità delle cave di argilla  nell'area ha consentito in queste zone una produzione continuata nel tempo, che arriva sino  ai nostri  e costituisce, oltre tutto, oggetto di studi etnografici
Numerosi  gli esemplari realizzati da ceramisti tunisini specializzati, che continuano curiosamente  a sfruttare le medesime forme.




La problematicità della definizione cronologica di queste giare risiede proprio nella continuità di questo tipo di produzioni, molto standardizzate e quasi inalterate nei secoli.

Altro elemento peculiare dell'artigianato arabo è la caratterizzazione dei motivi decorativi,che rivelano significati simbolici ben precisi, conferendo ulteriore solennità all'espressione artistica islamica.





È proprio questo il caso del motivo della stella a 8 punte, (presente su una delle due giare, insieme al motivo floreale delle palmette), formato da due quadrati sovrapposti che per la numerologia rappresentano il lato positivo e quello negativo, ovvero la completezza  della materia.







Nel tardo Medioevo la sfera musulmana influenzò la cultura materiale presente in Sardegna, non tanto nelle produzioni propriamente locali, quanto piuttosto in quelle derivanti dai rapporti politico ­commerciali che l'isola aveva con la Spagna andalusa, come le ceramiche decorate a lustro metallico e blu cobalto provenienti dalle officine iberiche di area di valenza.
Ne sono testimonianza le ceramiche del Fondo Pula, datate alla prima metà del XIV sec., rinvenute nel 1897 presso il centro urbano di Pula.

Il contributo dell'archeologia subacquea appare comunque indispensabile per approfondire la conoscenza dei rapporti tra la Sardegna e II mondo arabo. 

mercoledì 4 giugno 2014

Pietre d'ormeggio e anfore d'argilla nella mostra AQUAE "Al di la del Mare"


La grandezza  dei popoli si è misurata nei secoli ,anche per la capacità degli uomini di percorrere i  perigliosi sentieri acquei e di  interpetrare, alternando profondi sentimenti di meraviglia e stupore,l'eterno dialogo tra mare e vento.
Ogni popolo ha avuto il suo Ulisse. Dei viaggi che hanno fatto incontrare i popoli,e dei quali, hanno tratto un reciproco vantaggio,si trova testimonianza in tutti i siti archeologici,con segni più o meno significativi.
Molto più labile è la memoria  delle mille tragedie del mare racchiusa negli abissi .L'abisso  trasforma le sembianze dei reperti, rendendone più complessa la lettura.
Per  migliaia di anni, prima che si inventasse l'ancora (intorno al VII sec. a.C.) la sosta e l'ormeggio delle imbarcazioni ,erano consentiti da strumenti molto semplici : " le pietre."




La  funzione di questi manufatti,precursori delle ancore, era assicurata dal peso e dalla dimensione della pietra che  doveva essere adeguata sia al fondale sia alla profondità delle acque.Per tale  motivo una nave aveva nella stiva varie pietre  adatte alle varie  situazioni.

Nell'area marina di Nora sono state riscoperte una diversità di vasi,e anfore  e frammenti ceramici  che ricoprono un arco cronologico  sino all'età tardo romana.