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mercoledì 31 ottobre 2018

Il tempio di Salomone

Il Tempio di Salomone
Una delle sette meraviglie del mondo antico, basamento del trono di Dio, centro della fede del popolo ebraico; oggi ne rimane solo un frammento, il Muro Occidentale, che ci dà però un’idea di quella che dovette essere la grandiosità dell’opera


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Tempio di Gerusalemme

Ricostruzione del Tempio di Gerusalemme al tempo del Re Erode
Alla morte di Davide, suo figlio, Salomone, decise di proseguire nell’ideazione dell’opera teorizzata da Re Davide, ovvero quella di creare un grande Tempio da dedicare al Dio d’Israele. Salomone stipulò con il Re Hiram di Tiro un contratto, in base al quale quest’ultimo avrebbe fornito i cedri delle foreste, legno da sempre pregiatissimo, unitamente a tutto il materiale necessario per la costruzione della struttura. Ci vollero non meno di tre anni solo per i preparativi della costruzione, che avvenne con la supervisione di architetti fenici, fra i quali il grande architetto Hiram; la manodopera venne reclutata fra esperti ebrei e prigionieri di guerra, questi ultimi usati soprattutto per i lavori pesanti, come lo squadramento e il taglio dei blocchi di pietra che avrebbero fatto parte della base del Tempio. Il luogo scelto da Salomone era la sommità del monte Moriah, spianata per l’occasione.
Dopo oltre sette anni, l’avveniristica costruzione era pronta, in attesa di essere consacrata a Dio; Salomone aveva deciso di erigere il Tempio in onore di Dio anche per custodirvi l’Arca dell’Alleanza, nella quale erano custodite le Tavole della Legge, quelle che Dio in persona aveva scolpito nella roccia per darle a Mosè e al Suo popolo, e che avevano sancito l’alleanza tra Israele e Lui. Per l’Arca era stato costruito un alloggiamento specifico, il Sancta Sanctorum, il Santo dei Santi, il posto il cui accesso era consentito solo a Salomone e al Gran Sacerdote, che poteva visitare l’Arca solo nel giorno dello Yom Kippur, pronunciando il Tetragramma Sacro, il nome di Dio in ebraico. All’interno, in un pozzo ancor più profondo, era stata posta la Even shetiyyah, o anche la pietra su cui Dio aveva fondato il mondo, oltre ad un contenitore con la sacra manna, con cui Dio aveva sfamato Israele dopo la fuga dall’Egitto e la verga di Aronne, il portavoce di Mosè presso il Faraone d’Egitto.
Il Tempio era considerato il basamento del trono di Dio, e la parte più importante era lo spazio vuoto (prima la parte del coperchio dell’Arca dell’Alleanza delimitata dalle ali dei serafini che vi erano scolpiti, poi il Sancta Sanctorum) ch’era il luogo dove Dio appoggiava i piedi.
La costruzione, ultimata, era possente e bellissima; al posto detto cortile dei sacerdoti, usato per i rituali sacri, si aggiungeva la corte, che delimitava tutto il Tempio, affollata da migliaia di fedeli. Oro e argento abbondavano; erano d’oro per esempio tutti i bracieri e i candelabri che illuminavano la grande costruzione, che era perennemente avvolta in una nube d’incenso. L’altare principale era in bronzo massiccio, di presumibile fattura e ideazione fenicia; il suo costruttore, il grande Hiram, aveva progettato il Tempio in maniera funzionale, sugli schemi di altri templi esistenti in Medio Oriente; come racconta Erodoto, all’interno vi erano due colonne in oro massiccio tempestate di smeraldi, chiamate Jachin e Boaz; altre decorazioni ricordavano le palme del giardino dell’Eden. Nel complesso era una struttura meravigliosa, tanto che Hiram, il suo costruttore, divenne il «patrono» di tutti coloro che si ispirarono al Tempio di Salomone per i loro riti esoterici, specialmente i massoni. L’identificazione del posto dove sorgeva il Tempio è stata collocata sulla spianata sulla quale sorge, oggi, il tempio di Omar. La bellezza del Tempio, unitamente al suo fortissimo valore sacro, alla grandezza dei tesori profusi, alla presenza della sacra Menorah d’oro e dell’Arca dell’Alleanza, ne faceva il fulcro della vita spirituale degli Ebrei e di Israele.
Così, i numerosi nemici di quel popolo, nel corso dei decenni successivi pensarono di minarne la fede e l’unità distruggendone il luogo sacro per eccellenza, il Tempio e il suo Sancta Sanctorum. Soshenq, Faraone Egiziano, che aveva con sé milleduecento carri e sessantamila cavalieri, saccheggiò la capitale d’Israele ed altre città e fortezze come Rehov, Megiddo e Hazor. Il Faraone in seguito citò queste sue conquiste sulle iscrizioni di un monumento nel tempio di Amun a Karnak, dove si trova attualmente la città egiziana di Luxor, probabilmente attorno al 925 avanti Cristo, quindi più o meno cinque anni dopo la morte di Re Salomone. Il colpo decisivo lo dette Nabuconodosor II, il Re Babilonese, che nel 607 avanti Cristo, conquistò Gerusalemme e depredò il Tempio asportandone tutti i tesori che furono portati a Babilonia.
La storia del Tempio però non finisce qui.
Nel 515 avanti Cristo venne restaurato, pur con sostanziali modifiche; Erode il Grande contribuì poi a riportarlo in discrete condizioni attorno al 19 avanti Cristo. Il nuovo Tempio ovviamente non poteva rivaleggiare con quello di Salomone: a parte le distruzioni estese fatte dalle truppe del Re Babilonese, mancavano tutti i tesori fondamentali asportati: l’Arca dell’Alleanza, il bastone d’Aronne, la sacra manna, le colonne d’oro erano spariti per sempre, e di loro non si sarebbe trovata più traccia. Nel 70 dopo Cristo Tito, Imperatore Romano, intervenne a Gerusalemme per stroncare l’ennesima rivolta contro i Romani; l’azione fu spietata e radicale. Il Tempio venne completamente distrutto, raso al suolo (si salvò solo il Muro Occidentale, oggi conosciuto come Muro del Pianto); i pochi tesori rimasti, fra i quali una nuova Menorah in oro massiccio, vennero depredati e portati a Roma. Peggior sorte toccò alla popolazione. Molti furono uccisi, molti vennero trasportati a Roma in catene. Era la diaspora, che fu completata dall’Imperatore Adriano, nel 135 dopo Cristo, che completò la distruzione della città e l’allontanamento dei pochi rimasti.
Dieci secoli dopo, nella zona in cui c’erano i resti dell’antico Tempio di Salomone, un Re Cristiano, Baldovino II, successo a Goffredo di Buglione, concesse ai Poveri Cavalieri di Cristo, come quartier generale, un’ala del monastero fortificato di Nostra Signora di Sion, accanto a quello che era stato il Tempio di Salomone.
Era nato l’Ordine dei Templari, che prese il nome proprio dalla zona di insediamento in Gerusalemme, il Tempio di Salomone.

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