auto antiche e moderne

lunedì 29 ottobre 2018

Essere e divenire

                                                                 maglietto e compasso
                                                                tavola posta da un Gran Maestro 33°

                Da una relazione fatta da un fratello  in una loggia massonica
                   ci siamo  permessi di inserire questa tavola perché fa onore al fratello che l'ha scritta e porta a conoscenza del mondo esterno i lavori di pensiero che vengono  svolti all'interno delle logge  massoniche. intendendo,  così, per il futuro, di pubblicare altri scritti che pur nell 'anonimato  degli autori  siano   degne di pubblicazione.
Quando alcuni giorni fa, il nostro Maestro Venerabile mi chiese di tracciare una Tavola su “Essere e Divenire”, non vi nascondo che sono stato preso inizialmente da una sorta di smarrimento. L’argomento, anzi gli argomenti, sono tosti, molto alti, investono la filosofia sin dall’antichità, ma anche la psicologia e la teologia. Allora ho compreso l’intendimento del M.V., questa Tavola non deve essere e non sarà una ricerca, una dissertazione ampia sul concetto di Essere e sul concetto di Divenire, proveremo invece a capire come questa Tavola, con un siffatto tema, possa inserirsi in un contesto esoterico ed iniziatico come quello della nostra Officina e, nel contempo, possa armonizzarsi con le tracce dei discorsi e dei ragionamenti fin qui svolti dai Fratelli in Loggia.
Penso che a tutti, com’è successo a me, sono venuti in mente Parmenide ed Eraclito, i due grandi filosofi dell’antichità che tanta influenza hanno esercitato nella storia del pensiero occidentale.
Tutti ricordiamo il “panta rei” di Eraclito, tutto scorre, diviene, si trasforma, lui pensava che mai uomo si sia immerso due volte nelle stesse acque di un unico fiume. Il Logos, cui si appellava questo filosofo, è “la ragion d’essere” delle cose, anima e vita il Logos è l’armonia segreta dei contrari. Seppure tutto si trasformi incessantemente, il risultato finale è un ordine universale, che nasce fondamentalmente dal conflitto fra Luce e Tenebra. Il Logos è Luce-Fuoco in un continuo divenire dal Nulla-Tenebra. Qui il concetto del divenire riguarda tutta la realtà.
L’Essere per Parmenide “è”, è immobile, immutabile ed eterno, è ingenerato e necessario: l’essere non può non essere. Se l’Essere è, non può essere non-essere, in altre parole non può accadere che non sia, questo è il principio di non contraddizione che sta alla base della logica.
Con Platone e i neoplatonici nascono i concetti di mondo sovrasensibile e del sensibile; vera realtà esistente, mondo dell’Essere, il primo, ombre e illusione di realtà, mondo del divenire, il secondo. Aristotele definisce come “filosofia prima”, che poi chiamerà metafisica, la scienza che studia l’essere in quanto essere, ed introduce il concetto di “sostanza” che, nel caso dell’essere, è l’esseità, la sostanza è essere in sé, non abbisogna d’altro per essere.
Nel soggettivismo moderno di Cartesio, si distingue l’essere formale, che esiste indipendentemente dal pensiero umano che lo riguarda, e l’essere obbiettivo che, contenuto nella mente, è rappresentativo di una “cosa” nel pensiero di qualcuno, cioè un’idea mentale. In entrambi i casi, ci si trova di fronte al soggetto che pensa l’essere. Cartesio sposta in tal modo la questione, il punto non è, come nella metafisica classica, dimostrare l’esistenza dell’essere, bensì il rapporto che il pensiero degli uomini ha con l’essere: non solo il “cogito ergo sum”, ma anche se questo rapporto sia di esteriorità o di interiorità.
L’essere è la categoria da cui inizia la logica di Hegel, per questo filosofo  l’Assoluto è essere, pensato nella più completa astrazione: solo essere. Pertanto l’essere è identico al “nulla”, mi sovviene qui l’Ain Soph (il Nulla) della Cabala che, non potendosi esprimere nel limitato mondo fisico, si esplicita per mezzo delle sue dieci Sephiroth.
Ma lo stimolo alla speculazione ontologica della categoria dell’essere, come esistenza dell’uomo moderno, ci giunge da Shakespeare con il “to be or not to be” (essere o non essere), che rappresenta quel passaggio, nel corso della vita umana, nel quale l’uomo si ritrova solo, sperduto nel severo flusso del mare del tempo. Amleto come Dante, perso nella “selva oscura”, sente il bisogno di un approdo, di un riparo sicuro, ma soprattutto avverte la necessità di dare un senso al “viaggio” del vivere. Il giovane principe, nel famoso monologo, indaga negli abissi del suo intelletto, ragiona sui motivi per cui vale la pena vivere, pur soffrendo dolorosamente le ingiustizie inflitte dal destino, e riflette se combattere, vivere la vita (essere), abbandonarsi al sogno, vegetare (dormire), o rinunciare alla vita (non essere).
Dante, in quanto iniziato, viene fuori dalla “selva oscura” attraverso un percorso alchemico di catarsi e di spiritualizzazione, la via umida, che lo porterà alla salvezza e alla deificazione.
“Uno è il Tutto, e per mezzo suo il tutto, e verso di lui il tutto: se il tutto non contenesse il tutto, il tutto sarebbe nulla”(Ermete Trismegisto, Codice Marciano)
Questa è l’idea di fondo dell’ermetismo, non è un concetto filosofico, essa ci dice che l’uomo è parte di un Tutto-Uno, dal quale procede e verso il quale tende a ritornare. Questo concetto porta di là dell’antitesi fra materiale e spirituale, fra mondo e sovramondo. Ecco perché Zaccaria può così affermare: ” Se diciamo spirituale la nostra materia non mentiamo. Se la dichiariamo celeste, è il suo nome vero. Se la diciamo terrestre, diciamo con esattezza”.
I concetti di Essere e di Divenire per gli iniziati, che incessantemente percorrono la via iniziatica, assumono un significato altro, profondo, che va aldilà delle categorie filosofiche, che abbiamo sommariamente citato in questa Tavola. Il Cosmo è ordine, armonia e bellezza, perché governato dall’Anima Mundi. Lo Spirito pervade ogni parte del mondo materiale, anche nell’uomo vi è questo Spirito divino. L’Essere, con tutte le sue caratteristiche, è in noi, in tutti gli uomini. L’uomo essere intellettuale, a differenza della materia bruta, può prendere coscienza di questa presenza nel proprio Sé. Lo strumento è come sappiamo il V.I.T.R.I.O.L., che ci permetterà quella trasformazione, quel Divenire del nostro essere, alla ricerca della nostra essenza: del nostro Essere.








Nessun commento: