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lunedì 5 giugno 2017

Due filmati ricordo

Due filmati ricordo realizzati da Gianni Ioppolo  con foto "elioarte".

Viaggio in Sicilia




.....Orta San Giulio è un comune di 1.161 abitanti della provincia di Novara, inserito nella lista dei i borghi più belli d'Italia ed insignito della bandiera arancione da parte del Touring Club Italiano. Orta è situata su una penisola al centro della sponda orientale dell'omonimo lago, a 45 chilometri dal capoluogo Novara. La storia della città di Orta è intimamente legata a quella del territorio del Lago d'Orta. Lo stemma del comune  reca la scritta Hortus Conclusus (giardino chiuso), da cui il nome Orta deriva. Il centro di Orta, completamente dedicato ai pedoni, è caratterizzato da viuzze strette molto pittoresche: la principale corre parallela alla riva del lago e si interseca con alcune ripide viette che si allontanano dal lago portando verso il Sacro Monte (Patrimonio Mondiale dell'UNESCO) o verso l'ampia zona dei parcheggi. Da un lato della piazza principale (piazza Motta), dalla quale partono le imbarcazioni dirette all'Isola di San Giulio, si trova la salita della Motta alla cui sommità è posta la parrocchiale di Santa Maria Assunta, costruita nel 1485 e ricostruita nella seconda metà del XVIII secolo. Fa parte del comune di Orta San Giulio l'unica isola del Lago d'Orta, l'Isola di San Giulio. Lunga 275 metri e larga 140 dista dalla riva circa 400 metri. L'isola è dominata dall'edificio del Seminario, costruito nel 1844 sulle rovine del castello. Nel seminario si trova ora un convento di suore benedettine di clausura, il Monastero Mater Ecclesiae. Le suore sono dedite a "lavori manuali e all'ospitalità spirituale". Dal 1984 presso il convento ha sede la "Scuola di restauro di tessuti e arazzi" collegata all'Opificio delle pietre dure di Firenze. Sull'isola si trova anche la Basilica di San Giulio, dalla facciata e dall'esterno romanico mentre l'interno fu rimaneggiato nel XVIII secolo.
.....Le indagini archeologiche hanno dimostrato l'antichità della presenza umana, attestata dal Neolitico all'Età del Ferro. Secondo la leggenda della vita di San Giulio in età romana il sito sarebbe stato abbandonato. È possibile però, benché manchino riscontri archeologici, che l'isola fosse un centro cultuale precristiano. Ciò spiegherebbe, sia il motivo per cui l'evangelizzatore decise di costruirvi, verso il 390, la prima chiesa, sia il simbolo adombrato dalla leggendaria infestazione di serpi e draghi. Tali rettili sarebbero quindi una allegoria del Male e, nel caso specifico, del paganesimo. Le indagini archeologiche hanno messo in luce i resti di un'antica chiesa, datata tra la fine del V ed il VII secolo, fornendo base storica alla Leggenda.
Nell'Alto Medioevo la posizione strategica rese l'isola un importante centro difensivo. Una tradizione, tuttora dibattuta, identifica nel castello dell'isola, il castrum edificato da vescovo di Novara Onorato, citato dal poeta e vescovo di Pavia Ennodio (lib. II Carm.).
In epoca longobarda l'isola era certamente fortificata e, secondo la testimonianza di Paolo Diacono, vi risiedette il Duca Mimulfo. Gli eventi bellici del 962, quando l'imperatore Ottone I assediò sull'isola per mesi la regina Willa moglie di Berengario II re d'Italia, portarono forse alla distruzione della chiesa primitiva.

Dal 1219 i Vescovi di Novara assunsero la piena sovranità sul territorio della Riviera di San Giulio, di cui l'isola era il centro religioso e amministrativo. Le attività economiche si spostarono però gradualmente verso il vicino borgo di Orta, che nel corso del XVII secolo finì per dare il nome al lago, che nel medioevo era noto come Lago di San Giulio. L'occupazione del castello ebbe un ruolo decisivo durante le turbolenze che videro gli abitanti della Riviera difendere accanitamente la propria libertà contro le scorrerie delle milizie mercenarie provenienti dal vicino Ducato di Milano nella prima metà del Cinquecento. Nel 1841 il castello medievale fu abbattuto per far posto al nuovo grande Seminario Vescovile.
Una strada pedonale percorre l'intero perimetro dell'isola costeggiando le antiche case dei canonici, una delle più antiche fu di proprietà di Cesare Augusto Tallone, costruttore di pianoforti artigianali e accordatore di Arturo Benedetti Michelangeli. Ogni anno vi si tiene un'apprezzata rassegna di concerti.
Nel 1973 venne fondato sull'isola un monastero benedettino, il monastero Mater Ecclesiae, nel quale vengono svolte importanti ricerche, studi e traduzioni di testi antichi. Il monastero ha anche un laboratorio di restauro e centro di ricerca e studio sui tessuti antichi. Da alcuni anni il monastero ha sede nell'ex seminario.
Poeti, filosofi e pensatori affascinati dalla bellezza e dalla pace dei luoghi hanno scritto parole e versi sublimi su questo angolo intatto d'Italia
.....
Balzac: "Un delizioso piccolo lago ai piedi del Rosa, un'isola ben situata sull'acque calmissime, civettuola e semplice, (...). Il mondo che il viaggiatore ha conosciuto si ritrova in piccolo modesto e puro: il suo animo ristorato l'invita a rimanere là, perché un poetico e melodioso fascino l'attornia, con tutte le sue armonie e risveglia inconsuete idee....è quello, il lago, ad un tempo un chiostro e la vita...."

Piero Chiara: "Orta, acquarello di Dio, sembra dipinta sopra un fondale di seta, col suo Sacro Monte alle spalle, la sua nobile rambla fiancheggiata da chiusi palazzi, la piazza silenziosa con le facciate compunte dietro le chiome degli ippocastani, e davanti l'isola di San Giulio, simile all'aero purgatorio dantesco, esitante fra acqua e cielo"
L. M. Ragg: "È uno dei pochi angoli d'Italia rimasti ancora immuni dal rumore del moderno progresso”
.....E per finire una poesia di Montale malinconica e sognante:
.......Sul lago d'Orta.......
Le Muse stanno appollaiate
sulla balaustra
appena un filo di brezza sull'acqua
c'è qualche albero illustre
la magnolia il cipresso l'ippocastano
la vecchia villa è scortecciata
da un vetro rotto vedo sofà ammuffiti
e un tavolo da ping-pong. Qui non viene nessuno
da molti anni. Un guardiano era previsto
ma si sa come vanno le previsioni.
E' strana l'angoscia che si prova
in questa deserta proda sabbiosa erbosa
dove i salici piangono davvero
e ristagna indeciso tra vita e morte
un intermezzo senza pubblico. E'
un'angoscia limbale sempre incerta
tra la catastrofe e l'apoteosi
di una rigogliosa decrepitudine.
Se il bandolo del puzzle più tormentoso
fosse più che un'ubbia
sarebbe strano trovarlo dove neppure un'anguilla
tenta di sopravvivere. Molti anni fa c'era qui
una famiglia inglese. Purtroppo manca il custode
ma forse quegli angeli (angli) non erano così pazzi
da essere custoditi.





Lago di  Orta.





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