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mercoledì 9 aprile 2008

TANZIO DA VARALLO o meglio Antonio d’Enrico

collezione elioarte dipinto ad olio cm 130 x 96



Elizabebetha fugit cum prole senex in eremum
Angeli opem celeres auxiliumque ferunt
His dulcem moriens gnatum commendat;
inde defunta in coelum tollitur altiurium

La vecchia Elisabetta fugge con il  figlio in un luogo solitario. Svelti gli Angeli recano soccorso e aiuto.Morente ad essi affida  il  dolce neonato;infine,morta,è portata nel più alto dei cieli
artist Antonio d’Enrico.called Tanzio da Varallo Italy
Riale d’Alagna VC 1575 /1580 –1635
media Oil lon canvas datecirca 1628
dimensions 130x96 cm tipe of artwork Painting
title Elisabetta morente consegna la prole agli Angeli






Tanzio da Varallo


Antonio d'Enrico, detto Tanzio da Varallo , o semplicemente il Tanzio [1] (1575/1580 ca. - 1632/1633 ca.) era un pittore italiano del periodo tardo- manierista o del primo barocco .

Biografia modifica ]


Nacque a Riale d'Alagna , e fu attivo principalmente in Lombardia e Piemonte , tra cui il Sacro Monte a Varallo Sesia , dove lavorò contemporaneamente a Pier Francesco Mazzucchelli (il Morazzone) . Dipinse una circoncisione per Fara San Martino e una Vergine con santi per la Collegiata di Pescocostanzo . Alcuni dei suoi dipinti acquisiscono l'influenza degli stili tenebristi e delle morbose caratteristiche tematiche dei seguaci di Caravaggio e anche di molti longobardipittori, incluso il suo alquanto raccapricciante David con Goliath (1620). La sua animata e affollata Battaglia di Sennacherib (1627-1628) per la Basilica di San Gaudenzio [2] riflette l'influenza della sua opera nei Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia , dipingendo scene diorama scenografiche.










Un recente articolo di Stefania Stefani Perrone pubblicato nel volume “Le frontiere dell’arte” edito da Interlinea, mette in luce con chiarezza e con certezza il ritrovamento dell’autoritratto di Tanzio all’interno della Cappella 34 del Sacro Monte di Varallo.
Scrive la Stefani:”…è certo che, nel maestoso Palazzo di Pilato, sulla parete destra della Cappella di Pilato si lava le mani nella lunetta che poggia sull’architrave di coronamento alla porta da cui, in un tumulto di folla, fuoriesce Barabba, Tanzio ha lasciato il suo autoritratto. E’ un ritratto a monocromo, un volto fra due ali, magistralmente mimetizzato in termini architettonici, risolto quale elemento scultoreo decorativo dell’elegante arcata che, come l’ariosa scenografia generale, riecheggia un tradizionale classicismo rinascimentale rivissuto in termini di manierismo alessiano”.
Si tratta di una acquisizione nuova e fondamentale nella conoscenza della vasta opera del Tanzio di cui ad oggi non si conoscevano altre opere a questa paragonabili. “L’autoritratto ritrovato costituisce il primo, e per ora unico documento attestante la paternità di Tanzio sugli affreschi” della Cappella 34, al quale sono sempre stati attribuiti dalla tradizione storiografica.
Il Presidente dell’Ente Giacomo Gagliardini si complimenta con l’autrice Prof.ssa Stefania Stefani Perrone per l’attenzione e la passione con cui da sempre si è dedicata allo studio e alla divulgazione delle conoscenze riguardanti il Sacro Monte di Varallo. “Credo che questo ritrovamento possa essere un punto di partenza e di incoraggiamento per nuovi studi e ricerche da parte di giovani studiosi che vorranno dedicarsi a questi temi nonché una nuova opportunità di visita per sempre più conoscere e riscoprire l’immenso Patrimonio che i Sacri Monti del Piemonte racchiudono e rappresentano”. 

Ps:Apprendiamo  la  notizia  che la   la prof.Stefania Stefani Perroni è morta  nel uglio scorso alla  età di 99  anni


Ps:

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