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lunedì 14 gennaio 2013

ROMA Basilica di Santa Maria Maggiore








La Patriarcale Basilica di S. Maria Maggiore è un autentico gioiello ricco di bellezze dal valore inestimabile. Il campanile, in stile romanico rinascimentale, si staglia per 75 metri ed è il più alto di Roma. É stato costruito da Gregorio XI al suo ritorno a Roma da Avignone e ospita alla sommità cinque campane.
E’ la più importante delle chiese romane dedicate alla Madonna ed è anche la meglio conservata.
Sorge sulla sommità del colle Esquilino ed è la sola ad aver conservato la primitiva struttura paleocristiana, sia pure arricchita da successive aggiunte.

I numerosi tesori in essa contenuti rendono S. Maria Maggiore un luogo dove arte e spiritualità si fondono in un connubio perfetto.
Le sue origini sono legate ad una leggenda secondo la quale fu proprio la Madonna, che apparve in sogno al Pontefice   Papa Liberio  nel 352, ad indicare il luogo dove voleva che la Chiesa sorgesse, attraverso una copiosa nevicata. Fu imposto al Capo della Chiesa di erigere la Chiesa dove la neve si fosse posata, cosa che prontamente fece. Il sogno era stato comune a Liberio ed a Giovanni, ricco nobiluomo romano, che finanziò la costruzione: da qui il primo nome del tempio, Santa Maria ad Nives.

La basilica si sviluppa su tre navate, divise da colonne con capitelli ionici per una lunghezza di oltre 85 metri fino all'abside rifatta dal Pontefice Nicolò IV fra il 1288 ed il 1292. L'arredo interno è composto dai soffitti a cassettoni di Giuliano da Sangallo e da una serie di mosaici che, lungo la navata centrale e sull'arco trionfale sembrano essere originari del V secolo d.C., mentre sull'abside vengono comunemente attribuiti all'opera del 1295 d.C. di Jacopo Torriti.

Tra le tante cappelle dell’interno, spiccano la Cappella Sistina o del Santissimo Sacramento, opera di Domenico Fontana (ca. 1585), la Cappella Paolina o Borghese, opera di Flaminio Ponzio (ca. 1611), e la Cappella Sforza, realizzata nel Settecento da Giacomo dalla Porta. Nella prima si trova un gruppo di statue del presepio, scolpite da Arnolfo di Cambio; nella seconda si conserva la veneratissima icona della Madonna Salus Populi; la terza è stata originariamente progettata dal Buonarroti.







Tra i colonnati ed il soffitto, le pareti erano in origine traforate da ampie finestre delle quali se ne conservano solo metà essendo state murate le altre. Dove erano le finestre, oggi è possibile ammirare una serie di affreschi che rappresentano "Storie della vita di Maria".

Notiamo   il pavimento "cosmatesco", donato dai cavalieri Scoto Paparone e figlio nel 1288

e  il soffitto cassettonato in legno dorato disegnato da Giuliano San Gallo (1450);




La Sacra Culla: 
    dirimpetto all’altare dell’Ipogeo, di fronte alla statua di Pio IX e sotto il suo stemma, è accolta e custodita una celebre reliquia, comunemente denominata “Sacra Culla”. Essa si offre allo sguardo dei fedeli dalla preziosa urna ovale di cristallo e argento, realizzata dal Valadier





La Porta Santa, benedetta da Giovanni Paolo II l'8 dicembre del 2001, portata a compimento dallo scultore Luigi Mattei e offerta alla basilica dall'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme


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