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venerdì 29 novembre 2019

Ezechiele Acerbi 800 italiano

autoritratto  di Ezechiele Acerbi


ACERBIEzechiele. - Nato a Pavia il 10 apr. 1850, studiò pittura nella scuola civica locale con G. Trécourt, che lo tenne in grande stima e lo mise in relazione col Piccio. Vinse nel 1866 il legato Cairoli, nel 1873 il premio Franck col quadro Distribuzione dei medicinali a S. Corona,nel 1877 il concorso Arnaboldi con L'arrivo del Barchetto a Pavia.Il suo Autoritratto (1881), conservato alla scuola civica di Pavia, testimonia del suo primo stile legato a quello del Piccio e del Trécourt. Sono di questo periodo pure i ritratti della signora Letizia Campari, del conte San Giuliani, del signor Lanfranchi. Visse molti anni a Milano dando lezioni, dipingendo ritratti, scene di genere, ventagli. Tornato a Pavia, si dedicò, nell'ultimo periodo soprattutto, a ritrarre scene caratteristiche della vita della sua città. Espose alle mostre della Permanente di Milano e di Torino e numerose volte a Pavia. In quest'ultima città morì il 20 febbr. 1920.
 tarda età ricorrere occasionalmente al lavoro di barbiere della domenica o di fotografo ambulante.

ACERBI EZECHIELE
Pavia 1850 - 1920
Nipote del pittore P. Massacra e proveniente da una famiglia modestissima, frequentò dal 1863 la Civica Scuola di Pittura di Pavia, allievo di G. Trécourt, che lo avviò all'uso dei colori puri. Nel 1866 vinse il legato Cairoli, nel 1873 il premio Frank con il dipinto La distribuzione dei medicinali a Santa Corona (Pavia, Museo Civico) e, nel 1877, il premio Arnaboldi con L’Arrivo del barchetto a Pavia. Si trasferì in seguito a Milano, dove si mantenne dipingendo ritratti e ventagli e dando lezioni presso famiglie della buona società. Nelle prime opere (Ritratto di Bullè, Ritratto di Letizia Campari e Autoritratto, 1881, Pavia, Civica Scuola) si riconosce ancora l’influenza del Trécourt, mentre nella produzione seguita al ritorno a Pavia emerge uno stile più personale e istintivo, di grande intensità di colore (Ritratto di Ernesta Massacra, Ritratto della madre). In questi modi basati sulla pennellata rapida e sul vivace impasto dei colori eseguì paesaggi, macchiette cittadine, quadri di genere (La balia di Delia, Serio, Se vuoi il ritratto, Il veterano, Ore di quiete, La ricreazione di una monaca) e la serie di vedute di Pavia e del Ticino. Espose tra il 1878 e il 1906 alla Promotrice di Milano e tra il 1878 e il 1909 a quelle di Torino e di Pavia. Condusse una vita di ristrettezze economiche, dovendo anche in tarda età ricorrere occasionalmente al lavoro di barbiere della domenica o di fotografo ambulante.










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