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venerdì 28 febbraio 2020

Riposo durante la fuga in Egitto opera del Caravaggio

Data di produzione: 1595-1596
Dimensioni: 135,5 x 166,5 cm
Dove si trova: Galleria Doria Pamphilij, Roma
Voglio parlarti prima di tutto della commissione dell’opera: devi sapere che ci sono delle teorie contrastanti a tale proposito, ed ancora oggi la discussione è ancora accesa.
A dar vita a queste diverse scuole di pensiero, sono gli evidenti riferimenti nel riposo dalla fuga in Egitto Caravaggio, al tradizionale mondo cristiano ed anche a quello musicale.
Alcuni studiosi ritengono che questo quadro fosse stato realizzato per Girolamo Vittrici, cognato di Prospero Orsi, un grande amico di Caravaggio; dopo la morte di Girolamo, sua sorella vendette il Caravaggio Riposo durante la fuga in Egitto a Camillo Pamphilij, arrivando, di conseguenza nell’omonima galleria.
Adesso voglio farti una descrizione di questo quadro di Caravaggio: dando una rapida occhiata, puoi facilmente notare che lo stile pittorico differisce dagli altri capolavori di questo artista; guarda ad esempio i colori, che sono molto luminosi e permettono una perfetta visione di tutta la scena (elemento molto raro nei quadri di questo artista).
Devi sapere che facendo leva sul suo tradizionale chiaroscuro, Caravaggio metteva in risalto i soggetti ritratti grazie ai propri colori, ma in questo quadro, il discorso non è valido.
Divisione della scena in due parti riposo durante la fuga in Egitto Caravaggio analisi
Divisione della scena in due parti (a sinistra con Giuseppe=povertà/ a destra Vergine con Bambino= Vita Eterna)
Guarda la natura che circonda tutta la scena: devo avvertirti che questo è un elemento da leggere in chiave allegorica; ci sono dei rami ed alcune piccole piante accanto a Giuseppe, ed alludono alla siccità e la povertà; se volgi lo sguardo alla Vergine ed il Bambino, invece puoi vedere che la natura è ricca e rigogliosa.
Diamo un’occhiata più da vicino alle piante sotto ai piedi della Vergine: c’è l’alloro, il quale, allegoricamente allude alla verginità (un attributo ricorrente per Maria), ed inoltre, sono presenti anche il cardo e la spina della rosa, i quali sono simboli della Passione; infine, c’è anche un Tasso barbasso, altro fiore che rappresenta la Resurrezione.
A questo punto, devo necessariamente citare l’ipotesi di Maurizio Calvesi, il quale, ha teorizzato una lettura particolare di questo Caravaggio fuga in Egitto: secondo lo studioso, l’artista ha voluto rappresentare un percorso della salvezza per i Cristiani.
In effetti, se leggiamo l’opera partendo da sinistra, si trova Giuseppe con i già citati elementi di povertà, per poi spostare lo sguardo a sinistra, dove si trovano la Vergine con il Bambino, i quali, circondati da elementi di natura rigogliosa, alludono alla beatitudine.
Calvesi, inoltre, teorizza che questo quadro possa essere legato al celebre Cantico dei Cantici, poiché ci sono alcune evidenti somiglianze tra il testo e la scena rappresentata da Caravaggio.
Fino ad ora non ti ho parlato dell’angelo di spalle in primo piano, ma è una figura fondamentale: sta suonando mentre legge lo spartito retto da Giuseppe.
L’aspetto estetico dell’angelo è molto interessante: presenta i tradizionali attributi divini, ma indossa un piccolo velo che permette di vedere le forme del suo corpo, rendendolo molto simile ad un semplice ragazzo (a parte per le ali).
Guarda più attentamente l’angelo: sapresti dirmi se è maschio o femmina? I suoi capelli biondi raccolti da un laccio, lascerebbero pensare che si tratti di una donna; ma le sue gambe sono muscolose, proprio come quelle di un uomo.













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