Achille Virgilio Funi (Ferrara, 1890 –nato ad Appiano Gentile,Diplomatosi nel 1910 presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, dove poi insegnerà dal 1939 al 1960, nel 1914 aderisce al movimento futurista. Elabora una sua particolare versione del futurismo, molto dinamica e originale, per quanto riguarda la suddivisione delle forme e dei volumi. Attraversa un periodo di tentennamenti non sapendo decidere se aderire totalmente al futurismo. Mantiene una certa distanza dal movimento: l’interesse per le forme piene, tipiche del Cézanne riletto da Picasso, lo attrae assai più del vorticoso dinamismo futurista. Nel 1922 nasce il gruppo di Novecento e lui è tra i suoi fondatori. La linea teorica del gruppo si orienta verso un recupero della tradizione classica italiana rivisitata alla luce delle esperienze delle avanguardie degli inizi del secolo. Le sue figure femminili, le nature morte e i ritratti, al di là dell’esplicita aspirazione neoclassicistica, si rifanno alla tradizione artistica ferrarese. ottiene la cattedra di pittura all’Accademia Carrara di Bergamo e successivamente ne diviene direttore. Negli anni ’50 torna ad insegnare a Breraa. . Spento l’eco delle dichiarazioni futuriste del Manifesto tecnico del 1910, ora si parla di “umanità”, di centralità dell’uomo nella pittura. Importante la sua opera di affrescatore e di mosaicista: decorazioni ad affreschi per la Triennale di Milano dal 1930 al 1940, affreschi nella chiesa del Cristo Re a Roma, in S. Giorgio Maggiore e nel Palazzo di Giustizia a Milano. Grande mosaico nella basilica di S. Pietro a Roma. Nel 1945
Achille Funi autoritratto
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