La mostra presenta una selezione di circa cinquanta opere degli artisti più rappresentativi della Scapigliatura tra i quali Tranquillo Cremona, Daniele Ranzoni e Luigi Conconi.
Di fronte agli aspetti della modernità, il progresso economico, quello scientifico e tecnico, gli scapigliati assumono un atteggiamento ambivalente: da un lato il loro impulso originario è di repulsione e orrore, come è proprio dell'artista, che si aggrappa a quei valori del passato, la Bellezza, l'Arte, la Natura, l'autenticità del sentimento, che il progresso va distruggendo; dall'altro lato, rendendosi conto che quegli ideali sono ormai perduti, essi si rassegnano, delusi e disincantati, a rappresentare il "vero", gli aspetti della realtà presente e ad accettare la scienza positiva che li mette in luce
TRANQUILLO CREMONA, IL PITTORE UCCISO DAL BIANCO
La vicenda, tragica e romantica allo stesso tempo, della morte di Tranquillo Cremona che finiva i quadri sfumando i colori con le dita.
E’ il 10 giugno 1878. Tranquillo Cremona, giovane pittore di 41 anni, si accinge a terminare il suo quadro dal titolo ‘Edera’. Un quadro simbolista dedicato all’eterna fedeltà delle promesse d’amore. Due amanti in primo piano (due donne a guardare bene, a testimoniare l’anticonformismo del pittore) e la pianta sempreverde, avvinta al corpo del muro.
Da qualche giorno sta soffrendo di dolori al ventre, quasi insopportabili. Era saturnismo, intossicazione da piombo. Il quale era contenuto nel colore bianco, che egli prediligeva e con il quale otteneva quegli effetti di luce e quell’estremo sfumato che contraddistingueva i suoi dipinti.
Tranquillo Cremona, difatti, dopo un primo intervento con i pennelli, rifiniva le opere con le dita, per ottenere lo ‘sfumato sul contorno’: il pollice per espandere la luce, l’indice o il medio per dare il lume, con maggior precisione. Tutte le dita per rendere la massima vaporosità ai propri dipinti.
Nonostante i dolori, sempre più frequenti, il giovane pittore è risoluto a terminare il quadro. E allora, lasciati da parte i pennelli, sfuma con le dita il tanto amato colore bianco. Questa tecnica, che, come detto, adopera spesso, gli consente di ottenere quei giochi luminosi, quelle sognanti atmosfere fatte di forme indefinite, come avvolte da un vapore, quasi proveniente dalle stazioni di Monet.
Tra un gesto e l’altro, inconsapevolmente, porta il dito alla bocca. E questo porterà alla sua morte per avvelenamento da piombo. Per colpa della biacca, quel bianco prediletto, prodotto da pigmento altamente tossico ottenuto dal carbonato basico di piombo.
Finì così la vita di Tranquillo Cremona, pittore appartenuto alla Scapigliatura lombarda e punto di riferimento di artisti come Medardo Rosso e Umberto Boccioni, per la natura sfatta delle sue immagini dovuta al suo ostinato sforzo di fondere le figure con l’ambiente.
Le cronache scapigliate milanesi raccontano di un personaggio suggestivo, ma al contempo strano ed anticonformista. E, a questo riguardo, sono famosi alcuni aneddoti che lo riguardano, soprattutto con i suoi ‘colleghi’ della Scapigliatura. Per esempio così parlava di lui Carlo Dossi: ‘Studiano gli scienziati il modo d’immagazzinare il sole. Io dico loro: guardate i quadri di Tranquillo Cremona‘. Oppure, in un’altra occasione parlando con Cremona stesso gli disse: ‘Oggi sei più stupido del solito’ e Cremona rispose: ‘È per poter farmi capire da te’. Infine, tra le cose più curiose che lo riguardano, viene sempre citata la questione del bizzarro elmo da soldato romano, con una candela al posto del cimiero; se lo metteva in testa per andare al bagno di notte.
Ecco qua alcuni dei suoi capolavori.
1 commento:
Sei sempre attento e generoso a divulgare quanto apprezzi: la natura, l'arte, il bello della vita...grazie, Pia
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