Abbiamo pubblicato sul nostro blog sotto il titolo "Altri Tempi"un articolo già apparso su Internet ma lo vogliamo riproporre ai nostri amici affinchè essi possano trarrne le dovute considerazioni.
Buona lettura.
Le note di seguito riportate sono relative all’articolo
COME FERDINANDO II AZZERO'IL DEFICIT
Mai come in questi tempi appare interessante quanto fece il famigerato Borbone 181 anni fa per superare una soffocante crisi economico-finanziaria.
Ed allora non esistevano mezzi e strutture oggi a disposizione dei ‘magnifici’ addetti ai lavori, come non vi erano obblighi di democrazia e di equità posti a garanzia delle classi deboli e dei meno abbienti. Eppure la soluzione fu trovata e la crisi superata felicemente, senza gravare sul popolo e senza compromettere e sfruttane chi non aveva alcuna responsabilità della grave situazione venuta ad essere.
I fatti
Quando Ferdinando Il sali al trono aveva appena compiuto 20 anni e si trovò nel bel mezzo di una grave crisi economica. Dopo essersi consultato con estrema attenzione con i massimi esperti del tempo e dopo aver ascoltato una folta rappresentanza di industriali, commercianti, notabili e di popolo, predispose un apposito decreto reale (adesso diremo una finanziaria) che a tutt'oggi appare insuperato in efficacia,equità e democrazia.
infatti con il Real Decreto dell'11 gennaio 1831 (in allegato) il ‘dispotico monarca” mise in essere una serie di interventi finalizzati ad abbattere il deficit, inizialmente innescato dalla presenza delle decine di migliaia di soldati austriaci, gravanti da anni sulle casse del Regno, e da alcune annate di carestia.
Interventi che non pesarono in alcun modo sulle classi più deboli e sulla produzione Industriale, artigianale,commerciale ed agricola. Per rendere credibile l'intervento normativo. Ferdinando Il per prima cosa pubblicò l'ammontare esatto del debito pubblico, rendendo noto a tutti la certificazione: lasso raggiungeva 1.128.167 ducati. Un vero disastro finanziario. La coraggiosa decisione di pubblicare l'ammontare del debito pubblico creò scompiglio tra le gerarchie degli altri stati europei che, nell’onestà amministrativa del re di Napoli. vedevano un imbarazzante contrasto con quei governi cosiddetti democratici (costituzionali) che tendevano allora (come adesso) a manipolare certi dati per non esternare le proprie sconfitte.
Ma il (tiranno) Borbone. convinto che avrebbe dovuto dar conto solo a Dio ed al Popolo. ‘fu sincero nel danno e onesto nella sua risoluzione". lnfatti. analizzando il decreto si resta colpiti dalle drastiche decisioni adottate senza minimamente incidere su tasse e gabelle gravanti sul popolo.
Per prima cosa tagliò di netto l’appannaggio reale,sottraendo 180.000 ducati dallo “stipendio reale” e ben 190.000 ducati dalle spese di gestione di corte e di Consiglio Reale (oggi diremo spese del Parlamento. dei parlamentari e della Presidenza). Quindi. scendendo la piramide amministrativa, tagliò di 350.000 ducati le spese per la Marina Militare e di 351.665 per tutti gli altri ministeri, con in testa i dicasteri dedicati alla guerra, bloccando l'acquisto di cannoni e la manutenzione delle fortezze. infine diminuì di 2/3 gli stipendi dei Sopraintendenti (i Prefetti delle Provincie).
Ma l'intervento che lascia estremamente colpiti, anche per l'attualità della questione. è il divieto assoluto per tutti di cumulare più appannaggi o stipendi. Chi godeva di più entrate doveva necessariamente optare per una sola. a sua scelta, pena la decisione di imperio da parte del Governo di concedere la meno remunerativa.
Con un tale intervento correttivo nella spesa pubblica, nel giro di un anno pareggio il bilancio ed in più, con un avanzo positivo di 110.050 ducati. dimezzò la tassa sul macinato ed i bolli di Stato (la tanto attuale invocata ricrescita), e’ facile immaginare il risentimento dei notabili., delle classi ricche, dei professionisti e di chi gestiva l'amministrazione pubblica.Com'è facile immaginare, invece, l’accresciuto favore delle classi meno abbienti che si videro evitare l’emigrazione e la miseria grazie al coraggio ed alla equità del monarca. Sta di fatto che, poi ,dei benefici di questo rilancio economico ne goderono tutti, popolo in testa. Infatti l’alleggerimento fiscale che raggiunse livelli assolutamente inediti. attirò nel Regno imprenditori. manodopera ed accrebbe all'inverosimile ogni tipo di scambio commerciale e finanziario.
Questo ulteriore primato del Regno “a negazione di Dio” purtroppo decretò la sua morte. l poteri internazionali dominati dall'Inghilterra non potevano tollerare simili affronti: tali risoluzioni, ottenute senza prestiti strozzini delle banche centrali, erano dei cattivi esempi che andavano immediatamente stroncati al nascere ed i loro autori isolati e colpiti.
E‘ ciò che avvenne, poi, puntualmente nel 1860 con la discesa di Garibaldi & C.. che apri la lunga stagione del saccheggio e della rapina di ogni bene economico e di ogni ricchezza precedentemente accumulata grazie ad una gestione amministrativa e finanziaria oculata e proto socialista.
Real Decreto dell' 11 gennaio 1831 FERDINANDO II per la grazia di Dio
Re del Regno Delle Due Sicilie