La città di Stilo è una meraviglia di per sé: più di ogni documento, la sua posizione arroccata sulla fiumara a guardia del mare Ionio ci racconta della straordinaria vicenda di questo luogo, che interpreta e rappresenta quella di tutta la Calabria.
Le testimonianze delle culture, che hanno segnato nei millenni la storia di questa terra, si ritrovano a Stilo e nei suoi dintorni: dalla colonizzazione greca della costa, agli insediamenti monastici del periodo bizantino, ai monumenti del periodo rinascimentale e barocco fino alla straordinaria vicenda della nascita dell’industria del XIX secolo, così sembra che su questa parte della Calabria si sia voluto quasi concentrare il meglio che questa regione poteva esprimere in termini di cultura, religione, arte e scienza.
Posta a 400mt sul livello del mare e alle spalle della quale si erge la ripida parete del monte Consolino, Stilo si ritiene fondata nel VII secolo dai profughi di una mitica città marittima.
LA LEGGENDA DELLA NASCITA DI STILO
La leggenda…narra che, per trovare scampo alle continue incursioni, con conseguenti saccheggi e distruzioni, che subivano spesso da parte dei feroci e predoni Saraceni, i pacifici abitanti, di questa ex colonia greca, si rifugiarono in massa ai piedi del monte e là fissarono la loro stabile dimora, denominandola Stilida (o forse Cocinto).
Intorno ad essa costruirono altissime mura, per rendere quel luogo inespugnabile. Per consentire l’accesso e l’uscita dal paese furono costruite cinque grandi porte, che di notte venivano ermeticamente chiuse dall’interno. Dette porte vennero denominate: Porta Stefanina, porta Reale, porta Cacari, porta Scanza li Gutti e Porta Terra.
Ma anche qui i pacifici abitanti vennero spesso molestati e insediati, e se non fosse stato per la loro vigile e costante solerzia, nonché per l’inespugnabilità del luogo, Turchi e Saraceni avrebbero avuto la meglio su di loro.
In un epoca non bene precisata, continua la leggenda, i Turchi sbarcarono in marina più agguerriti che mai e tentarono più volte l’assalto; ma resisi conto dell’impossibilità di poter portare a buon fine l’impresa con le armi, decisero di costringere la popolazione ad arrendersi per fame: posero i loro accampamenti fuori le mura di cinta e con un continuo lancio di pietre e dardi, costringevano quella gente a stare per giorni e giorni, inoperosa a difendersi.
Un mattino però, mentre gli uomini più stanchi del solito vigilavano ai loro posti di combattimento e le donne e i bambini se ne stavano rinchiusi in casa morti di fame e di paura, ecco affacciarsi ad ogni porta un giovane guerriero, bello e imponente di aspetto, che con fare autoritario ordinò alle donne di non allattare, quel giorno i loro figli e di raccogliere tutto il latte dei loro seni, in recipiente di rame.Con tutto quel latte, il giovane preparò delle polpette di ricotta e cominciò a scagliarle, ancora fumanti, contro l’accampamento nemico.
I Turchi a quella vista, pensarono subito che se gli abitanti del monte, potevano permettersi il lusso di sprecare tutto quel cibo, chissà quanti giorni avrebbero resistito ancora all’assedio, così tolsero le tende e se ne tornarono nelle loro terre.
Visto allontanarsi il nemico, tutti gli abitanti si diedero a cercare quel guerriero al quale dovevano la loro salvezza. Ma di quel giovane non era rimasta neanche l’ombra.
Allora tutti furono indotti a credere che quel inatteso aiuto era venuto loro dal cielo e che quel giovane non era altro che San Giorgio.Da quel momento il Santo fu proclamato protettore del paese..
Calabria da conoscere STILO
Calabria da conoscere STILO
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