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lunedì 4 luglio 2011

Orvieto Viaggio in Umbria


Suggestiva città ormai sorge su un ripiano tufaceo emergente dal sereno profilo dei colli umbri.
Fu abitata sin dalle epoche più remote, dagli Etruschi ma le notizie concernenti l’etrusca Volsinii sono piuttosto frammentarie.
E’ certa la sua distruzione per mano romana nella prima metà del III sec.a.C.
Tra il III ed il IV sec. ebbe particolare rilevanza lo scalo fluviale di Pagliano, ubicato alla confluenza del Tevere e del Paglia.
La decadenza di Roma comportò, anche per Orvieto, l’inevitabile susseguirsi di invasioni barbariche.
Presa dai Goti, acquisita dai Bizantini é divenuta un possedimento stabile dei Longobardi,
Solo a partire dal XII sec. si affermarono libere istituzioni comunali.

Il palazzo dei Capitani del Popolo


Con l’istituzione del Capitanato del Popolo (metà del XIII sec.) Orvieto svilupperà un periodo di fecondo progresso politico ed artistico. Però in questo periodo
si manifestano in città le fatali contrapposizioni tra i maggiorenti cittadini, impersonate dalla fazione guelfa (Monaldeschi) e da quella ghibellina (Filippeschi).

Successivamente nella seconda metà del XIV secolo fu annessa allo Stato pontificio fu quindi soggiogata da Rinaldo Orsini, Biordo Michelotti, Braccio Fortebraccio e dai Monaldeschi della Vipera.

In seguito, divenne residenza preferita dai papi, per la posizione strategica facilmente difendibile .
Conobbe in questo periodo uno sviluppo culturale ed artistico, ispirato dal mecenatismo degli alti prelati ( Clemente VII) e del patriziato cittadino.
Il palazzo Papale detto Palazzo Soliano .







La parentesi napoleonica assegnerà ad Orvieto importanti funzioni amministrative che perdureranno sino alla restaurazione (1816).

L’annessione al nascente Regno d’Italia sarà materialmente compiuta dai volontari radunatisi sotto le insegne dei Cacciatori del Tevere (1860).

Il cuore della città di Orvieto è Piazza del Duomo, uno spazio pregevole su sui si affacciano antichi Palazzi e si eleva l’imponente struttura del Duomo,

http://elioarte.blogspot.com/2020/01/messa-di-bolsena-di-raffaello-sanzio.html





La meravigliosa facciata, scolpita come una miniatura, risplende di marmi policromi e mosaici, monopolizzando l’attenzione per la purezza delle sue linee.


La fondazione dell’edificio, sul luogo delle preesistenti cattedrali dì S. Maria e S. Costanzo, risale al 1290.

Le prime notizie certe, però, sulla sua fondazione risalgono al 1308, allorché Lorenzo Maitani si accinse alla ristrutturazione di alcune parti interne, al completamento della porzione absidale ed al progetto della facciata, ultimata poi nei primi anni del ‘600.

Alla morte dell’architetto senese si susseguirono alla direzione dei lavori il figlio Vitale, Niccolò e Meo Nuti, Andrea e Nino Pisano, Matteo di Ugolino da Bologna, Andrea di Cecco da Siena ed Andrea di Cione (l’Orcagna).

Attorno alla metà del XV sec. Antonio Federighi apportò alcune modifiche ispirate all’architettura rinascimentale, mentre nel XVI sec. si alternarono alla sovrintendenza dei lavori. Michele Sanmicheli, Giovanni Mosca, il Moschino, Raffaèllo da Montelupo ed Ippolito Scalza.

Nuovamente elaborato nel tempo, il Duomo orvietano poté dirsi virtualmente ultimato nel XVII sec.,

La facciata è un insigne saggio di stile gotico ornato, dovuto a Lorenzo Maitani.


I1 prospetto del Duomo orvietano è verticalizzato da quattro pilastri coronati da guglie.

Nella porzione inferiore si aprono i tre magnifici portali cuspidati. Sopra questi corre una graziosa loggetta che separa l’ordine inferiore della facciata da quello superiore, coronato da guglie e piccole edicole e da tre grandi timpani triangolari finemente decorati.

Al centro si staglia il meraviglioso rosone dell’ Orcagna.




Per la preziosissima trama dell’ornato scultoreo e musivo questa parte del Duomo può considerarsi un museo a sé stante, anche se parecchi elementi sono stati ripristinati o sostituiti da copie.

Il terzo pilastro di facciata con scene del Nuovo Testamento


I bassorilievi visibili nella porzione inferiore della facciata rappresentano : La Creazione-Le Profezie messianiche- Le Storie evangeliche - Il Giudizio Finale..

Le porte sono opera contemporanea (1964) di Emilio Greco.

Più in alto i Simboli degli Evangelisti in bronzo sono attribuiti al Maitani.

Le figurazioni dcei Profeti e degli Apostoli, che circondano il rosone centrale vennero eseguite tra il XIV ed il XVI sec.


Il mosaico che contorna la rosa dell’Orcagna è opera di Piero di Puccio (XIV sec.), che realizzò anche le composizioni musive che ornano la fronte dei timpani triangolari laterali.

Mosaico sulla cuspide del portale di sinistra con il Battesimo di Cristo.


Mosaico sulla cuspide centrale della facciata con l'incoronazione della Madonna 1713.




Assai suggestive , 1e fiancate laterali si presentano nelle caratteristiche fasce orizzontali bianconere, con le absidi sporgenti delle cappelle laterali ed i portali ogivali (due sulla fiancata sinistr ed uno su quella destra).

All’interno si possono ammirare i capolavori di Luca Signorelli, che ha dipinto Le Storie dell’Anticristo, il Finimondo, la Resurrezione della Carne,
Gli Eletti e I Reprobi, e uno spettacolare giudizio universale nella Cappella di San Brizio,




La resurrezione dei Morti di Luca Signorelli





mentre il Beato Angelico ha decorato con angeli le vele del soffitto.

Gli affreschi che decorano la Cappella del Caporale appartengono ancora ad Ugolino di Prete Ilario e collaboratori come l'immagine sotto rappresentata del Papa Urbano IV con la corte Pontificia e il popolo di Orvieto che accoglie la reliquia sul ponte di Rio Chiaro (1361)


Iniziata nel 1290, la costruzione della Cattedrale si protrasse per alcuni secoli.

L’interno, di grandioso respiro monumentale, è tripartito da poderose colonne e pilastri sostenenti le arcate a pieno centro, e denota la commistione dello stile romanico e di quello gotico.


Il fonte battesimale è frutto dell’opera di artisti diversi (Luca di Giovanni, Pietro di Giovanni, Iacopo di Pietro di Guido, Sano di Matteo, secc. XIV-XV).

Le acquasantiere vennero realizzate da A. Federighi, V. da Siena, I. Scalza, C. CardinaIi.
La porzione absidale, illuminata da un’artistica vetrata trecentesca di Giovanni di Bonino, presenta affreschi trecenteschi di Ugolino di Prete Ilario, ripristinati dal Pinturicchio e dal Pastura, ed un coro in legno di G. Ammannati (XIV sec.)

Sull’altare settecentesco di B. Cametti è una pittu±a effigiante la Madonna di S. Brizio (XIII sec.).

Nella cappella si ammirano inoltre Arcangeli settecenteschi, eseguiti da A. Cornacchini, ed una Madonna dei Raccomandati di Lippo Menimi (XIV sec.).

Non può non essere segnalato il grandioso gruppo marmoreo con la Pietà, firmato da Ippolito Scalza e datato 1579 opera spettacolare che sembra riprendere alcuni motivi michelangioleschi anche se con assai meno forza drammatica.

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