Il Tempio di Salomone
Una delle sette meraviglie
del mondo antico, basamento del trono di
Dio, centro della fede del popolo ebraico;
oggi ne rimane solo un frammento, il Muro
Occidentale, che ci dà però un’idea di
quella che dovette essere la grandiosità
dell’opera
d
Ricostruzione del Tempio di Gerusalemme al tempo del Re Erode
Alla morte di Davide, suo figlio, Salomone,
decise di proseguire nell’ideazione dell’opera
teorizzata da Re Davide, ovvero quella di
creare un grande Tempio da dedicare al Dio
d’Israele. Salomone stipulò con il Re Hiram di
Tiro un contratto, in base al quale
quest’ultimo avrebbe fornito i cedri delle
foreste, legno da sempre pregiatissimo,
unitamente a tutto il materiale necessario per
la costruzione della struttura. Ci vollero non
meno di tre anni solo per i preparativi della
costruzione, che avvenne con la supervisione
di architetti fenici, fra i quali il grande
architetto Hiram; la manodopera venne
reclutata fra esperti ebrei e prigionieri di
guerra, questi ultimi usati soprattutto per i
lavori pesanti, come lo squadramento e il
taglio dei blocchi di pietra che avrebbero
fatto parte della base del Tempio. Il luogo
scelto da Salomone era la sommità del monte
Moriah, spianata per l’occasione.
Dopo oltre sette anni, l’avveniristica
costruzione era pronta, in attesa di essere
consacrata a Dio; Salomone aveva deciso di
erigere il Tempio in onore di Dio anche per
custodirvi l’Arca dell’Alleanza, nella quale
erano custodite le Tavole della Legge, quelle
che Dio in persona aveva scolpito nella roccia
per darle a Mosè e al Suo popolo, e che
avevano sancito l’alleanza tra Israele e Lui.
Per l’Arca era stato costruito un
alloggiamento specifico, il Sancta Sanctorum,
il Santo dei Santi, il posto il cui accesso
era consentito solo a Salomone e al Gran
Sacerdote, che poteva visitare l’Arca solo nel
giorno dello Yom Kippur, pronunciando il
Tetragramma Sacro, il nome di Dio in ebraico.
All’interno, in un pozzo ancor più profondo,
era stata posta la Even shetiyyah, o anche la
pietra su cui Dio aveva fondato il mondo,
oltre ad un contenitore con la sacra manna,
con cui Dio aveva sfamato Israele dopo la fuga
dall’Egitto e la verga di Aronne, il portavoce
di Mosè presso il Faraone d’Egitto.
Il Tempio era considerato il basamento del
trono di Dio, e la parte più importante era lo
spazio vuoto (prima la parte del coperchio
dell’Arca dell’Alleanza delimitata dalle ali
dei serafini che vi erano scolpiti, poi il
Sancta Sanctorum) ch’era il luogo dove Dio
appoggiava i piedi.
La costruzione, ultimata, era possente e
bellissima; al posto detto cortile dei
sacerdoti, usato per i rituali sacri, si
aggiungeva la corte, che delimitava tutto il
Tempio, affollata da migliaia di fedeli. Oro e
argento abbondavano; erano d’oro per esempio
tutti i bracieri e i candelabri che
illuminavano la grande costruzione, che era
perennemente avvolta in una nube d’incenso.
L’altare principale era in bronzo massiccio,
di presumibile fattura e ideazione fenicia; il
suo costruttore, il grande Hiram, aveva
progettato il Tempio in maniera funzionale,
sugli schemi di altri templi esistenti in
Medio Oriente; come racconta Erodoto,
all’interno vi erano due colonne in oro
massiccio tempestate di smeraldi, chiamate
Jachin e Boaz; altre decorazioni ricordavano
le palme del giardino dell’Eden. Nel complesso
era una struttura meravigliosa, tanto che
Hiram, il suo costruttore, divenne il
«patrono» di tutti coloro che si ispirarono al
Tempio di Salomone per i loro riti esoterici,
specialmente i massoni. L’identificazione del
posto dove sorgeva il Tempio è stata collocata
sulla spianata sulla quale sorge, oggi, il
tempio di Omar. La bellezza del Tempio,
unitamente al suo fortissimo valore sacro,
alla grandezza dei tesori profusi, alla
presenza della sacra Menorah d’oro e dell’Arca
dell’Alleanza, ne faceva il fulcro della vita
spirituale degli Ebrei e di Israele.
Così, i numerosi nemici di quel popolo, nel
corso dei decenni successivi pensarono di
minarne la fede e l’unità distruggendone il
luogo sacro per eccellenza, il Tempio e il suo
Sancta Sanctorum. Soshenq, Faraone Egiziano,
che aveva con sé milleduecento carri e
sessantamila cavalieri, saccheggiò la capitale
d’Israele ed altre città e fortezze come
Rehov, Megiddo e Hazor. Il Faraone in seguito
citò queste sue conquiste sulle iscrizioni di
un monumento nel tempio di Amun a Karnak, dove
si trova attualmente la città egiziana di
Luxor, probabilmente attorno al 925 avanti
Cristo, quindi più o meno cinque anni dopo la
morte di Re Salomone. Il colpo decisivo lo
dette Nabuconodosor II, il Re Babilonese, che
nel 607 avanti Cristo, conquistò Gerusalemme e
depredò il Tempio asportandone tutti i tesori
che furono portati a Babilonia.
La storia del Tempio però non finisce qui.
Nel 515 avanti Cristo venne restaurato, pur
con sostanziali modifiche; Erode il Grande
contribuì poi a riportarlo in discrete
condizioni attorno al 19 avanti Cristo. Il
nuovo Tempio ovviamente non poteva
rivaleggiare con quello di Salomone: a parte
le distruzioni estese fatte dalle truppe del
Re Babilonese, mancavano tutti i tesori
fondamentali asportati: l’Arca dell’Alleanza,
il bastone d’Aronne, la sacra manna, le
colonne d’oro erano spariti per sempre, e di
loro non si sarebbe trovata più traccia. Nel
70 dopo Cristo Tito, Imperatore Romano,
intervenne a Gerusalemme per stroncare
l’ennesima rivolta contro i Romani; l’azione
fu spietata e radicale. Il Tempio venne
completamente distrutto, raso al suolo (si
salvò solo il Muro Occidentale, oggi
conosciuto come Muro del Pianto); i pochi
tesori rimasti, fra i quali una nuova Menorah
in oro massiccio, vennero depredati e portati
a Roma. Peggior sorte toccò alla popolazione.
Molti furono uccisi, molti vennero trasportati
a Roma in catene. Era la diaspora, che fu
completata dall’Imperatore Adriano, nel 135
dopo Cristo, che completò la distruzione della
città e l’allontanamento dei pochi rimasti.
Dieci secoli dopo, nella zona in cui c’erano
i resti dell’antico Tempio di Salomone, un Re
Cristiano, Baldovino II, successo a Goffredo
di Buglione, concesse ai Poveri Cavalieri di
Cristo, come quartier generale, un’ala del
monastero fortificato di Nostra Signora di
Sion, accanto a quello che era stato il Tempio
di Salomone.
Era nato l’Ordine dei Templari, che prese il
nome proprio dalla zona di insediamento in
Gerusalemme, il Tempio di Salomone.
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