Propongo alcune poesie di Daniel Varujan, che non conoscevo fino a pochi giorni fa, prima di trovare il suo "Canto del Pane", a cura di A. Arslan, Guerini e Associati editore-
Mari di grano
Passano i venti-
ed i miei grani dolcemente si svegliano,
per le loro vene scorre un fremito immenso.
Giù dai fianchi verdeggianti del colle
passano i mari.
Passano venti-
e straripa,tanto s'infuria, il turgido campo
che morirà soffocato il capretto che vi pascola.
Per il grembo della valle ondeggiante
passano mari.
Passano venti-
e si squarcia, si ricuce splendido
il manto sventolante del grano.
in mezzo all'ombra, tra le faville di luce
passano mari.
Passano venti-
sotto le spighe, dove la luna ha stillato
il latte della sua anfora, ondeggiano i chicchi.
Dalle sue aie al villaggio, dal villaggio al mulino
passano mari.
Passano i venti-
e vibra di smeraldi il prato infinito.
Canta il passero sopra una spiga dondolante
mentre sotto di lui, del grano infuriato
passano i mari,
passano i venti.
Campo maturo
La mia terra è dorata
somiglia alla fiamma
il grano brucia
e non si consuma.
La mia terra è dorata...
il cielo è di fuoco;
il suolo è smosso
sotto gli steli.
La mia terra è dorata...
le spighe a in quattro file
si sono rivestite
di ombra di sole.
La mia terra è dorata...
passano come lampi
in mezzo alle spighe
vespe e calabroni.
La mia terra è dorata...
dal mare delle onde d'oro
un passero sale,
portato dal vento.
Dormi , terra dorata,
dormi, il campo maturo,
raccoglierò il tuo oro
con la falce d'argento.
Il MULINO
..........................................
.........................................
............................................
..........................................
Carri, carri in fila interminabile
per la strada biancheggiante del villaggio
ti portano il loro tesoro...
ehi mulino, gira, gira
Lascia che il grano diventi farina
nell' ombelico delle forti macine,
che pervase di febbre infinita
scricchiolano e girano.
Lascia che il grano diventi polvere
in mezzo alle pietre che si abbracciano;
in mezzo alle rocce che si mordono
lascia che il grano diventi il fiore.
Finché si riempiranno uno dopo l'altro
i sacchi, e poi si raddrizzeranno,
e i carri cantando, lasciano l'oro,
ritorneranno colmi di luce.
Ti offro,o Madre,le primizie dei miei raccolti.
Consacrale sul tuo altare dove, da secoli,
le cere bionde dei miei alveari
diffondono luce e lacrime.
Tu, santa protettrice delle terre dei miei padri
ai quali hai concesso l'immortalità del Paradiso;
il bocciolo hai reso fiore, la speranza un'Aurora
che sorride alla mia capanna.
Nessun commento:
Posta un commento