auto antiche e moderne

venerdì 30 agosto 2013

Grottaferrata la Basilica di S.Nilo

Un sito che dovete vedere     http://elioarte.blogspot.it/2012/05/i-castelli-romani-grottaferrata.html   

http://www.abbaziagreca.it/
Sorge alle pendici dei Colli Albani l'abbazia di Santa Maria di Grottaferrata, l'unico tra i monasteri bizantini diffusi nel Medioevo nell'Italia meridionale e centrale ad essere sopravvissuto.


La sua fondazione risale al 1004 per iniziativa di un gruppo di monaci provenienti dalla Calabria Bizantina, guidati da San Nilo e San Bartolomeo di Rossano

Ancora oggi è presente nell'abbazia la comunità di monaci di rito greco- cattolico l'unica ad essere rimasta anche dopo lo Scisma d'Oriente (1054), in comunione con la Chiesa di Roma, pur conservando la tradizione del rito bizantino.

L’ampio piazzale d’ingresso è detto di S.Nilo per la presenza della statua,raffigurante il Santo in atto di benedire i pellegrini che fu realizzata nel 1904 dallo scultore Raffaele Zaccagnini in occasione del IX° centennario della fondazione dell’Abbazia.

Il palazzo del Commendatario, a sinistra, ospita oggi due istituti culturali statali aperti al pubblico: il Musco al piano terra; la nuova Biblioteca al primo piano con annesso l’archivio storico al piano intermedio.

Il soffitto affrescato di una delle sale dcl Museo è opera di Francesco da Siena ( i 547) che vi dipinse episodi della storia

di Fabio Massimo il ‘Temporeggiatore, in omaggio al commendatario Fabio Colonna (1518 1553).

Al piano nobile della Biblioteca una loggia rivolta a mezzogiorno è affrescata con 4 scene che raffigurano la distruzione di Tuscolo e la traslazione dell’icona della Madonna da Tuscolo.

L’opera probabilmente del pittore fiammingo Jacob Loots, fu realizzata durante il governo del cardinale commendatario Alessandro Farnese (1564 - 1589). Una galleria, oggi sala di studio, affaccia su un chiostro interno porticato facente parte del palazzo fatto edificare dal cardinale commendatario Giuliano della Rovere (1472 - 1503).

L’edificio posto di fronte all’ingresso del piazzale e stato ristrutturato all’inizio di questo secolo come sala per conferenze al primo piano e spazio espositivo al piano terra; questo piano prima dell’anno 2000 era la sede della Tipografìa italo - orientale “S. Nilo”.

A destra dell’ingresso fino al grande torrione angolare è visibile una parte della fortificazione Roveriana costituita da imponenti mura merlate con camminamento che segue quasi completamente la traccia delle preesistenti strutture, di epoca romana, sulle quali si fonda l’abbazia.

Agli angoli della cinta di fortificazione, realizzata con blocchi tufacei,di pietra sperone selce e peperino, si elevano quattro robusti torrioni circolari dalle pareti di notevole spessore troniere e feritoie; all’altezza del ponte levatoio è posizionato il quinto torrione.

All’interno del piazzale, sulla parete di destra della cinta muraria, è ubicata una fontana di recente costruzione (sec. XX) ai cui lati sono disposte le tipiche feritoie appartenenti alla fortificazione medioevale, da cui oggi si gode una profonda visuale panoramica su parte della campagna romana e della città di Roma. All’esterno delle mura di fortificazione, sul versante rivolto verso il centro abitato, è visibile il profondo e largo fossato delimitato da un muro che costituisce lo sbarramento difensivo dell’Abbazia voluto dal cardinale Della Rovere.

Ricorrendo il Millenario dell’Abbazia il fossato è stato recuperato come spazio destinato a manifestazioni pubbliche di carattere culturale

domenica 25 agosto 2013

Terracotta micenea








Al pari della civiltà minoica (cretese), quella micenea eccelse anche nella lavorazione della  ceramica  Sono stati, infatti, ritrovati numerose statuine di  idoli e  guerrieri , nonché  vasi di terracotta..
Questo vaso risale all'incirca al XII secolo a.C. ed è conservato presso il Museo Archeologico Nazionale di Atene. È realizzato con la tecnica della terracotta dipinta e ha una altezza di circa 40 centimetri.
La forma è quella tipica di un cratere ovvero un tipo di vaso che veniva utilizzato dai cittadini e dai servi delle città micenee per mescolarvi l'acqua con il vino durante i banchetti. La decorazione raffigura dei soldati in divisa allineati con tanto di elmi, scudi e lance. L'arte micenea infatti serviva soprattutto per celebrare i forti guerrieri o le grandi battaglie degli Achei, un popolo molto fiero e bellicoso che era formato da guerrieri, pastori e agricoltori.


Nel vaso dei guerrieri possiamo notare delle linee abbastanza marcate che definiscono i contorni delle figure e che tolgono volume alle forme. Le figure dei guerrieri inoltre sono disposte in modo ordinato in corrispondenza della fascia più larga del vaso. L'oggetto purtroppo è stato trovato rotto in vari pezzi, per questo motivo gli esperti del restauro hanno lasciato le parti mancanti, ricostruendoli in bianco. Guardando il vaso gli elementi ci trasmettono una sensazione di ritmo come per esempio il passo cadenzato dei soldati che marciano. Questo ritmo a sua volta rende decorativa la figurazione.

venerdì 23 agosto 2013

La Maschera di Agamennone.



Oreficeria nell’antica Grecia.
La lavorazione dell’oro raggiunge altissimi livelli a Micene mentre, la produzione della   Grecia continentale è di livello modesto e artigianale..
Fili e lamine rappresentano gli elementi fondamentali nella costruzione di gioielli antichi  nel metallo prezioso.



le foto presenti su questo post sono gentile concessione di "dinarte" del dott. Dino Canevisio
 

La laminatura era eseguita mediante battitura a martello  su un'incudine del lingotto iniziale. 
Per ottenere foglie più sottili si stendevano ritagli di lamina tra strati di pelle di vitello.
Attraverso battiture alternate a suddivisione delle lamine, si riusciva a ottenere foglie più sottili di quanto sia possibile realizzare mediante  moderni mezzi meccanici.
Per il taglio dei fili e delle lamine, necessario a dar loro le dimensioni desiderate, non si usavano strumenti a doppia lama come forbici o tronchesi, ma arnesi a una sola lama come coltelli e scalpelli. Questi strumenti lasciano sul materiale delle tracce di taglio a una sola faccia.
I ricchissimi rinvenimenti di manufatti in oro delle tombe a pozzo di Micene e di alcune altre risalenti all'epoca di transizione tra la media e la tarda Età del Bronzo mostrano il repentino arricchimento degli abitanti del continente greco.

          Maschera  di  Agamennone.- La Maschera di Agamennone è una maschera funebre in lamina d'oro rinvenuta nel 1876 a  Micene dall'archeologo  tedesco   Heinrich Schliemann .  È attualmente conservata presso il Museo archheologico nazionale di Atene
http://www.atenegrecia.it/museo-archeologico.html


Una parte considerevole degli oggetti d'oro rinvenuti nelle tombe a pozzo venne prodotta appositamente per i corredi funerari: infatti molti  di questi  manufatti sarebbero risultati troppo sottili per un uso quotidiano. Fra essi si contano maschere incise, diademi, pettorali, piccoli dischi con decorazioni di tipo geometrico o figurativo ricavati da una sottile lamina d'oro, che un tempo servivano come ornamento dei defunti.







venerdì 16 agosto 2013

Michele Rizzardi Pittore

Uno degli ultimi dipinti di M. Rizzardi

 

Chi è Michele Rizzardi ?



Michele Rizzardi- Disegnatore di Fumetti e illustratore professionista con esperienza come animatore di cartoon e illustratore per web.
 Ha conseguito presso  l’istituto d’arte B.Angelico il Diploma di Maestro d’Arte e Maturità d’Arte applicata con specializzazione in disegno architettonico .

Ha  inoltre   diploma con specializzazione in fumetto,illustrazione e disegno animato conseguito presso la scuola del fumetto di Milano. 

Ha collaborato con la  Wizard of the Coast per la realizzazione del fumetto “Forgotten  Realms ”il Signore degli  Anelli  distribuito  negli Stati Uniti dalla Diamond, principale distributore di fumetti americana. 
Ha iniziato a lavorare professionalmente fin  dal 1995.

Molti i suoi lavori : “ It’s Art Contest “Human Nature -“ Illustrazioni  Multimedia Kev Visual per studio ambientazione Videogiochi”-  “Swet End” Ritratti di Morti Inaspettate- Absolute Vodka Kev visual per Spot TV-Garnier Fructis Advergame frame intro Cartoon- Diesel Loverdose Lancio nuovo Profumo Loverdose – e  molti  altri per la Buitoni- Rio Mare- Coca Cola, sia  in campo nazionale che internazionale.








In  arte, come pittore ,  segue una sua idea  in continua evoluzione,che lo caratterizza in modo del tutto innovativo nella creazione di una spazialità legata  alle continue   esperienze  della sua  attività lavorativa.  

Eccolo    risolvere  nella immediatezza  del  colore    determinato , scevro da compromessi , la ricerca di un nuovo modo di espressione e di contatto con il mondo circostante.

Lo abbiamo visto  lavorare, ci è piaciuto,   quindi   lo presentiamo ai nostri lettori.

 

lunedì 12 agosto 2013

Parigi . Museo d'Orsay






Il  museo , celebre per i numerosi capolavori dell’impressionismo e del post impressionismo esposti  al suo interno,è situato di fronte al Musèe du Louvre,in un ex- stazione ferroviaria ( la Gare d’Orsay),costruita in stile eclettico alla fine dell’Ottocento. Il progetto di ristrutturazione diede fama internazionale all’architetto italiana
Gae Aulent. Il  museo è famoso soprattutto per i quadri degli impressionisti (Paul Cèzanne,  Paul Gauguin, Claude Monet, Pier-Auguste Renoir,  Edgar Degas,Vincent Van Gogh).

La Pie (La  gazza) di Monet





La lettura  di Claude Monet






Case a Mantel di Wan Gogh


Vaso di fiori di C. Monet




Natura morta di Edgar Degas





Papaveri di C. Monet
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Le bagnanti di Pier-.Auguste Renoir
Le bagnanti fu dipinto da Pier- Auguste Renoir fra il 1918 e il 1919. Si tratta di un olio su tela che misura 110×160 cm, esposto a Parigi al Musée d’Orsay. Questo quadro può essere considerato il suo testamento pittorico perché fu il suo ultimo capolavoro. Renoir dipinse il quadro fino al giorno della sua morte che avvene  avvenne il 3 dicembre 1919.



Nel giardino  di C. Monet

http://www.musee-orsay.fr/

domenica 4 agosto 2013

I sassi di Matera


                                                                  Il Duomo






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Camminare tra le strade, vicoli e sentieri di Matera significa ripercorrere le origini della civiltà umana dalla Preistoria ad oggi. Sono luoghi iscritti nella natura che per prima ha costituito la base naturale dei primi insediamenti. Un’architettura che parla di secoli di storia custodita e trasferita ai posteri attraverso la sua conservazione che ne ha consentito la sopravvivenza nella concreta visibilità. Entrare in questa realtà ci consente di vivere e sentire il profumo del passato che dal sottosuolo risale in superficie mostrando due lati diversi per carattere storico, ma simili nel fascino della loro bellezza. Per i suoi palazzi, chiese e la bellissima Cattedrale posta in cima, presenta un aspetto medioevale o moderno, in alcuni casi, ma è al suo interno, oltre questa facciata, che si nasconde l’origine di Matera e che la rende nota in tutto il mondo come la “Città dei Sassi”.
La Civita, rappresenta il  primo centro abitato della città di Matera, con uno sviluppo  maggiore, rispetto ad altre zone, dovuto alla presenza di calcarenite tenera, che rendeva più facile il lavoro di scavo della grotta. Un processo di urbanizzazione interrotto dalle continue invasioni da parte dei bizantini, longobardi, normanni, arabi, slavi e aragonesi che per circa quattro secoli si disputarono la città.
Il modo di abitare, rappresentava, per questi popoli un rifugio di difesa dove  potersi nascondere dal nemico.
Dopo la caduta dell’Impero Romano, la città ritornò lentamente a popolare l’abitato con nuovi ambienti sovrapposti. 
Con i blocchi di calcare ricavati dall’interno si provvedeva a costruire all’esterno, chiudendo a ferro di cavallo le zone dei terrazzi coltivati.
 Nel Medioevo, le piccole comunità orientali monastiche e laiche, contribuirono notevolmente al processo di urbanizzazione, ricavando altre grotte con annesse cisterne per l’acqua e stalle per gli animali.
 Immigrati dalle zone della Cappadocia, Armenia, Siria ed Asia Minore, dopo aver perso la possibilità di culto, si rifugiarono in queste grotte, che presto, diventarono luoghi di preghiera.
 Si  formano in  i due centri urbani  che divideranno i Sassi :  in Sasso Caveoso  e Sasso Barisano  con al centro la Civita.
  Nel Quattrocento e Cinquecento quest'area si abbellisce di chiese, palazzi,  monumenti all'interno di mura fortificate.
 Nel Settecento e Ottocento si avvia un nuovo processo di edificazione delle  nuove sedi del potere religioso ed economico. 
Nei primi del novecento ,con  l' aumento della popolazione  che vive nei sassi in condizioni  igienico   sanitarie  precarie, abbiamo  un degrado  ambientale inimmaginabile che viene fermato solo  nel 1952  con  le prime operazioni di trasferimento degli abitanti dalle case -grotte  ,dichiarate inabitabili, in nuovi edifici nel borgo  La Martella.
Solo nel 1986  con la legge  771 si procede al ricupero architettonico ambientale,  Nel 1993 l'UNESCO riconosce i Sassi di Matera come patrimonio mondiale dell'Umanità.
http://www.materacittanarrata.it/homepage.asp

                                                    



                                                                   Le grotte




                                                             San Pietro Caveoso



Madonna de Idris







                                                                  La civita    Palazzi Signorili



Palazzo dell'Annunziata


Sant'Agostino


San Pietro Barisano


Chiesa di San Francesco

                                                                            
                                                           Interno  San Francesco









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                                                                     Neviera


                                                              Chiesa rupestre
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