La tradizione ricorda il rinvenimento del simulacro, nei dintorni del piccolo centro calabrese, alla metà del IX sec.
La statua della cosiddetta Vergine «bruna» era anticamente posizionata all’interno di una nicchia, come testimonia il chiodo posto sul retro (foto sopra in piccolo).
È stato effettuato il restauro della statua in legno raffigurante la Madonna dei Poveri, che, tra le numerose effigi della Vergine «bruna» che si venerano in Italia, è tra le più belle e imponenti, e forse anche la più misteriosa.
Alta 92 cm e poggiata su un trono in oro e argento laminato, la statua lignea tiene in braccio il Bambino, che indossa il saio legato da un cingolo e reca in una mano un globo sormontato da una piccola croce e nell’altra un rametto.
Le notizie sull’origine e la provenienza dell’antica immagine sono tramandate da una leggenda, secondo la quale il simulacro ligneo, appartenuto al vescovo Basilio di Cesarea ( Cappadocia ), fu portato in Occidente dai monaci bizantini in fuga dalle Persecuzioni iconoclaste scatenate da1l’imperatore Leone III Isaurico (VIII secolo) e destinato alla città di Taureana.
Nel 951 , quando la città fu distrutta dalle incursioni saracene, si cercò di trasportarlo a Seminara, ma, durante la fuga dai pirati, venne abbandonato per strada.
L’immagine fu quindi rinvenuta nella campagna circostante sotto un mucchio di pietre , un Martedì o Mercoledì Santo,da alcuni cittadini di Seminara. I nobili del luogo tentarono di trasportarla, ma ogni sforzo risultò vano per la sua pesantezza.
Troppo pesante per i nobili, sollevata, allora, dalle classi più umili si rivelò leggera, per cui fu definita la Madonna dei Poveri e divenne la protettrice della città.
Venerata da re e imperatori (Ruggero lI il normanno,Ferdinando Il di Spagna, Carlo V), la statua fu anticamente posta a mo’ di icona in una nicchia. L’attuale trono in argento laminato, dono di una ricchissima famiglia di origine spagnola, risale a metà Settecento.
La Madonna, che per due volte si salvò dalla distruzione totale della città di Seminara nel 1783 e nel 1908, a causa del terremoto, oggi è conservata ne1l’omonimo santuario eretto nel 1975. La sua solenne festività viene celebrata, annualmente, dal 10 al 15 del mese di agosto.
Arte e tradizioni popolari
Nell’iconografia mariana sono numerose le Madonne Nere oggi esistenti. Dal punto di vista religioso queste scure immagini femminili rappresentazioni cristiane della maternità sacra, hanno un valore impegnativo per la devozione che hanno sollecitato nel corso dei secoli nei santuari in cui sono venerate.
Hanno un valore folcloristico, in considerazione del grandissimo numero di credenze popolari che intorno alle loro figure si sono sviluppate.
Assumono anche un indubbio valore letterario per il numero considerevole di racconti e leggende riportati generalmente in testi scritti, narrazioni che sono sorte intorno a loro e che sorgono ancora. La Sacra Immagine della Madonna dei Poveri di Seminara concentra in sé tutti questi valori oltre a possedere un altissimo valore storico-artistico, che è stato valorizzato attraverso il restauro e le indagini scientifiche, e che hanno fornito le notizie necessarie alla comprensione di un’opera così preziosa si nel suo aspetto materiale ma soprattutto nel cuore dei fedeli.
La statua di Seminara è scolpita almeno nella sua struttura principale, in un unico blocco ligneo. L’uso di ricavare il corpo della struttura da un unico pezzo di legno è ben attestata nel periodo medievale, così come prevedevano le norme della Corporazione degli intagliatori. Generalmente si usavano tronchi non stagionati che venivano immediatamente svuotati all’interno, dal retro, per evitare le spaccature che si verificano in fase di stagionatura sui tronchi interi.
A questa pratica molto probabilmente è riconducibile la presenza della grossa cavità sul retro della statua.
In genere, nella produzione statuaria in legno venivano predilette le essenze a struttura compatta, venatura regolare e media durezza, ma in realtà vennero usati quasi tutti i tipi di legno messi a disposizione dalla flora locale.
Le tracce di un incendio?
Il tipico colorito bruno degli incarnati che ha dato il none di «Madonna nera di Seminara» alla statua, è stato oggetto di numerose discussioni in merito. Prestando fede alla già ricordata leggenda che la vuole trasportata a Seminara dopo la distruzione della città di Taureana nel 951, molti studiosi hanno attribuito il colore scuro della pelle a un’alterazione dei pigmenti a base di ossidi di ferro a seguito della loro esposizione al fuoco di un incendio che li ha resi scuri per viraggio.
Così l ’immagine di una Madonna nigra non sarebbe originaria ma frutto
di una modificazione per cause esterne del colore chiaro primitivo. Per quanto riguarda invece le vesti, queste sono state dorate mediante applicazione di foglia d’oro su bolo rosso. Questa tecnica, che ha una lunghissima tradizione sin dall’antichità, prevede l’incollaggio della foglia aurea con un apposito «guazzo» composto da acqua e colla animale o con chiara d’uovo su uno strato di argilla ricca di alluminio di colore rosso, detta bolo. Spesso la foglia d’oro veniva brunita, ossia lucidata, con pietra d’agata laddove la superficie si presentasse liscia e non lavorata.
L'articolo sopra esposto è stato tratto dalla rivista MEDIOEVO e rielaborato
3 commenti:
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