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giovedì 22 ottobre 2009

Passaggio in Siria - Palmira - Il colonnato-Parte terza



Parte terza -Palmira

La Strada Colonnata costituisce la spina dorsale di tutta Palmira; lunga quasi 1200 m, essa congiunge, con un andamento discontinuo, i due poli principali della citta’: il tempiò di Baal ed il campo di Diocleziano.
Il primo tratto del colonnato costituisce sicuramente una parte integrante del percorso liturgico che conduceva dai propilei del tempio di Baal fino all’arco monumentale che aveva la funzione di celare la prima svolta della strada, grazie alla particolare pianta triangolare (inizio dei III secolo d.C.): le tre aperture della facciata est davano sul viale centrale, mentre le aperture laterali davano sui portici della strada. La decorazione e’ particolarmente ricca e complessa, in stile siriano, con varie nicchie arcuate o a cornice piatta.
Subito a sinistra dopo l’arco, si trova il santuario di Nebo (divinita’ mesopotamica della saggezza o dio messaggero) della meta’ del II secolo d.C., ma che si imposta su piu’ antiche strutture della fme del I secolo d.C.: il santuario si presenta a forma trapezoidale, accessibile da sud attraverso un monumentale ingresso prostilo a sei colonne. E’ colonnato su tre lati: il lato nord fu sostituito da un muro pieno con ambienti di varie dimensioni. All’interno c’e’ l’altare, posto nel cortile in asse con la scalinata d’accesso al tempio. Quest’ultimo, elevato su di un podio di medie dimensioni (20 m x 9), e’ cinto da un peristilio di sei colonne sulla fronte e dodici sui lati lunghi.
Lungo la strada colonnata, sulla destra, si trovano le quattro colonne di granito egiziano che costituiscono il protiro delle terme di Diocleziano (dette anche di Zenobia), erette intorno alla meta’ del II secolo d.C. L’edificio e’ di piccole dimensioni (85 m x 51). A destra dell’ingresso, un’ampia stanza ottagonale con al centro del pavimento uno scolo per l’acqua, era destinata probabilmente a luogo d’incontro e conversazione. In linea retta con l’ingresso c’era la piscina scoperta con colonne che davano ad una corte piu’ interna, forse una palestra.
Piu’ ad ovest, a sinistra, vi e’ un arco dal quale si snoda una via semicircolare che circonda il teatro, tipico esempio di teatro provinciale romano, datato fra la meta’ e la fine del
II secolo d.C.
La cavea, che poggia su ambulacri semicircolari concentrici, era composta di circa 30 file, coronate alla sommita’ da un portico colonnato. Undici cunei dividono verticalmente le gradinate. All’orchestra semicircolare (20 m circa) si accedeva mediante due passaggi laterali, coperti da volte e collocati tra cavea e scena. Nel palcoscenico vero e proprio, con pulpito scandito in nicchie rettangolari e semicircolari, si entrava dall’orchestra attraverso piccole scalette. La “frons scaenae” era scandita in tre esedre, quella al centro rettangolare e quelle ai lati semicircolari; a tre piani, era articolata in nicchie rettangolari e semicircolari, tutte ornate di statue. Seguendo la via semicircolare che circonda il teatro, si incrocia un breve tratto colonnato in direzione sud, di eta’ piu’ antica (fme del I secolo d.C.), che porta alle mura, e termina in un arco tra due nicchie.
Seguendo ancora la via semicircolare, si giungera’ a lambire un piccolo edificio, identificato ipoteticamente con il Senato. Esso e’ costituito da un vestibolo, che da’ accesso a una piccola corte. Sul portico est si apre una sala dai gradini disposti a ferro di cavallo. Subito a sud del Senato troviamo una corte porticata, di circa 30 m x 30. Qui fu rinvenuta la “tariffa di Palmira” (137 d.C.), una stele in caratteri palmireni e greci che conteneva un vero e proprio tariffario doganale per le carovane che attraversavano il territorio palmireno. La corte porticata e’ una sala rettangolare allungata, dai muri alti 10 m e ornati di finestre con frontoni e di pilastri con capitelli corinzi; qui venivano riscosse le tassazioni testimoniateci dal cippo.
Dalla corte, tramite un’altra porta verso ovest, si accede all’agora’. Di forma quadrangolare (84 m x 71), e’ circondata da portici corinzi sui quattro lati. Il portico nord ospita una fontana in ciascun angolo e una tribuna; nell’angolo di sud-ovest si apre una sala che presenta una nicchia un’immagine divina e un altare sul fondo; lungo le mura ci sono tracce di letti per i banchetti, probabilmente triclini a uso municipale. Sulle mensole poste sulle colonne. vi era «tatue di dignitari, militari, capi dei mercanti e senatori, di cui oggi restano solo le iscrizioni.
Ripassando nella corte del tariffario e percorrendo un breve tratto di strada, si ritorna alla strada colonnata passando sotto un arco simile a quello descritto precedentemente: all’inizio della strada semicircolare, di fronte all’arco, ma sul lato opposto, si apre un piccolo ninfeo preceduto da quattro colonne su piedistallo. Proseguendo ad ovest sulla via principale, raggiungiamo una piazza ovale, nel cui centro sorge un grande tetrapilo che aveva la funzione di mascherare una breva deviazione della strada verso nord-ovest. Il monumento (ricostruito nel 1963) e’ formato da quattro piedistalli di 4,30 m dilato, ciascuno dei quali regge quattro colonne con trabeazione e una statua. Poco dopo il tetrapilo, lungo il colonnato sulla sinistra, si trova un altro ninfeo ad esedra. La strada attraversa poi due quartieri residenziali, non ancora scavati. Vi sono numerosi resti di abitazioni, di cui molti a peristilio (cioe’ con giardino interno circondato da portici).
La strada termina con una porta a tre aperture, impostata sul perimetro della cinta piu’ antica. In precedenza la prospettiva era delimitata dal tempio funerario, una tomba monumentale datata III secolo d.C. della quale, oggi, rimangono solo sei colonne corinzie che facevano parte del propileo. Davanti al tempio funerario, si puo’ girare verso sinistra per percorrere il decumano occidentale, il piu’ antico (inizio del TI secolo) e vasto tratto della strada colonnata (10 m.).

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ringrazio.
Buon lavoro
Gianni Gaiti