BECCARIA, Angelo. - Nacque a Torino nel maggio 1820 da Giovanni. A diciotto anni entrò, contrastato dal padre, all'Accademia Albertina di Torino. Dapprima studiò figura con G. B. Biscarra; in seguito si dedicò esclusivamente al paesaggio, guardando a M. d'Azeglio e al ginevrino A. Calame. Cominciò a esporre presso la Società promotrice delle Belle Arti di Torino nel 1843, partecipandovi annualmente fino al 1860, e poi con qualche interruzione dal 1864 al 1896. Sempre a Torino espose al Circolo degli artisti dal 1863 al 1873. Uno dei primi dipinti che lo rese noto fu Il tramonto del sole (1845). Per guadagnare impartì lezioni private e fu molto ricercato dall'aristocrazia torinese; insegnò pittura ai cinque figli di Vittorio Emanuele II. D'estate la famiglia reale lo invitava in campagna e là insegnava ai principi a dipingere dal vero. Egli stesso si recò a più riprese in Val d'Aosta con E. Perotti e con C. Piacenza per dipingere dal vero. Morì a Torino il 14 genn. 1897.
Pur essendo della stessa generazione di A. Fontanesi,
il B. rappresenta, nella storia del paesaggio piemontese dell'800, un aspetto
ancora legato a modi precedenti, e non rinnovati. Studiò il Calame, paesista
romantico più per programma che per stile, specialmente tramite il Perotti che
aveva lavorato a Ginevra. Col Perotti e col Piacenza ebbe stretti rapporti: li
univa un'analoga concezione del paesaggio che non è priva di reminiscenze di
certo vedutismo decorativo settecentesco: una natura amabilmente ornata,
d'intonazione idillica. Tale concezione gli impedì di raggiungere, nei
risultati ultimi, quell'adesione genuina al motivo naturale, che pur dovette
esistere in partenza (e lo conferma parte della sua produzione).
Tutta la sua opera pittorica rimane praticamente ferma
su queste basi: in La raccolta del fieno, 1864 (Torino, Galleria
d'arte moderna), Paese d'invenzione, 1870 (ibid.), L'ora
del pasto (Torino, coll. M. Rossi), per non citare che alcuni dei
numerosi paesaggi che si ripetono con una certa monotonia, il tono, gradevole,
di pacato naturalismo, e certe finezze di particolari sono in parte guastati
dalla composizione scenografica, dalla luce artificiosa, dalla presenza di
macchiette troppo imposte.
È di valore assai limitato un gruppo di dipinti, molto
di maniera, con riprese di motivi settecenteschi (Nel parco, 1872) . Meno
noti, ma più interessanti, sono gli studi a olio, i disegni, le incisioni. Una
serie di sei tavolette appartenente a coll. privata di Torino Le fanciulle nel bosco (1888) con Vedute
di campagna, dai colori tenui, e quasi liquidi (tutta la sua pittura del
resto ha una gamma delicata di verdi azzurri bruni), è di notevole freschezza e
naturalezza e bene si accompagna con alcune acqueforti (Sotto i faggi,
1870; Presso ai boschi, 1871; Sui colli, 1873) con le quali il B.,
pur mantenendo il tratto di attenta precisione propria dei dipinti, ottiene
risultati assai simili a quelli dei componenti la scuola di Rivara.
Una cartella di disegni (figure, paesaggi) si conserva
nella Galleria d'arte moderna di Torino: eseguiti con segno sottile, alcuni di
essi sono assai eleganti; appartengono allo stesso museo dieci incisioni
(figure, paesaggi, fra cui le tre citate) e tre litografie (fra cui L'arco
di Susa, 1841).
Dal catalogo dei dipinti si citano ancora: Un sito nella valle di Lanzo, 1845; Ritorno dal mercato, 1848; Il guado, 1849; Diana e Atteone, 1850; Un lago, 1857; Il gioco delle bocce (Torino, Galleria d'arte moderna); Crepuscolo, 1873; Le comari del villaggio, 1880.
BECCARIA ANGELO nato a T orino 1820 - 1897
la Fienaiuola in Valsesia opera datata "1866 olio su Tela cm. 110 x66 rintelata
Fanciulle nel Bosco (1888) olio su cartone pressato cm 45,5 x 33,5 dipinto firmato e datato 1888 aggiudicato il 26/8/2021 a Elioarte asta 185 lotto 23 casa d'aste Sant'Agostino Torino
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