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sabato 4 dicembre 2010
TIZIANO A MILANO
DONNA ALLO SPECCHIO
La Donna allo Specchio del Museo del Louvre,
dipinta da Tiziano Vecellio ancora in età giovanile, è un’opera qualitativamente e simbolicamente ai vertici della sua produzione per l’eleganza cromatica e compositiva e per lo spunto introspettivo offerto dalla visione della femminilità a tutto tondo favorita dal gioco degli specchi.
La giovane, ritratta al suo tavolo da toeletta, si scioglie una ciocca dei suoi biondi capelli e si osserva con attenzione. Sul fondo della scena, una figura maschile in ombra le porge uno specchio piano, mentre con l’altra ne inclina alle sue spalle uno più grande convesso, compiendo un gesto che ricorda quello di un acconciatore che mostra alla sua cliente il suo operato, così come tutt’ora avviene. L’intimità di questa scena di vita privata offre un’immagine di donna al di fuori del tempo, emblema di una bellezza consapevole, profondamente enigmatica e quasi misteriosa anche per l’impossibilità di darle un nome e fornisce la significativa opportunità di affrontare nel profondo il tema del “femminile”.
La chiara semplicità del dipinto rispecchia l’epoca in cui fu eseguito e stimola infiniti ragionamenti sulla Venezia a cavallo tra il Quattro cd il Cinquecento, crocevia d’Europa, luogo di incontro tra culture di tutto il mondo, nel quale le donne rappresentavano il fulcro degli equilibri sociali, ma rappresentavano anche motivo di orgoglio per il loro decantato splendore. Tiziano fu un vero genio della pittura: ebbe una delle più lunghe e fortunate carriere che la storia ricordi, pur mantenendo solida la sua attività di imprenditore che aveva ereditato dal padre.
Fu un uomo colto, amato e rispettato ed ebbe un importante legame con Milano, teatro del suo incontro con Filippo Il, figlio di Carlo V, che fu forse il più appassionato dei suoi cornmittenti, monopolizzando quasi integralmente la produzione dei suoi ultimi vent’anni di lavoro.
L’esposizione, nuovamente ospitata in Sala Alessi, secondo una modalità ormai collaudata, intende valorizzare il dipinto in senso monografico, fornendo ai visitatori della mostra uno spettro variegato di punti di vista, allo scopo di arricchirne la conoscenza del tessuto culturale e dell’ambiente artistico che ne è all’origine, oltre al fascino creativo del suo autore. Infatti, grazie alla qualità dell’approfondimento critico di un singolo capolavoro e ad uno scambio attivo e continuato di tecnici specializzati con il pubblico, si mettono in risalto la preziosità e l’importanza del dipinto, secondo un’analisi dettagliata e puntuale, centrata non sul confronto con altre opere, ma sulla chiarificazione di ogni aspetto dell’opera stessa che diventa il fulcro irradiante della mostra.
Valeria Merlini e Daniela Storti
curatrici della mostra
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arte e artisti
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