auto antiche e moderne

sabato 27 febbraio 2010

Pittori pavesi


. Mario Acerbi



















Erminio Rossi


Ezechiele Acerbi



Erminio Rossi-Ezechiele Acerbi.


Erminio Rossi (Sannazzaro dei Burgundi, 1871 – Pavia, 1942), frequentò la Civica Scuola di Pittura pavese e l’Accademia di Brera sotto la guida di Pietro Michis e Cesare Tallone.
La sua produzione, legata alla tradizione pittorica ottocentesca, spazia dal ritratto al paesaggio: tra i paesaggi si segnalano in particolare i boschi e le lanche del Ticino che l’artista conosceva molto bene, grazie alla sua passione per la voga.
Ezechiele Acerbi nato a Pavia 1850 morto nel 1920, padre di Mario Acerbi, è stato un pittore di gran lunga il più affermato dei tre , formatosi presso la Civica Scuola di pittura di Pavia e allievo di Trecourt, a soli sedici anni vinse il premio Cairoli e successivamente il premio Frank con il dipinto La distribuzione dei medicinali.
Visse a Milano,ove venne influenzato da un certo romanticismo.ritornato a Pavia la sua pittura si fece più agile.
Durante la sua carriera artistica si dedicò al ritratto, alla natura morta, al dipinto di genere ed al paesaggio illustrante sopratutto fatti e aspetti della città, utilizzando colori ad olio, matita e carboncino.
Molte sue opere oggi, trovasi al civico Museo di Pavia.

martedì 16 febbraio 2010

Giulia e Davide tra i papaveri.Omaggio a Claude Monet


Elaborazione e foto Elioarte
Papaveri, vicino Certosa di Pavia
omaggio a Monet Claude (1840-1845) Impressionista francese
Papaveri, vicino ad Argenteuil
Monet Claude (1840-1845) Impressionista francese
Nato a Parigi il 14 Novembre del 1840. Monet trascorre l'infanzia e l'adolescenza a Le Havre, inizia a disegnare ritratti e caricature a matita e carboncino,in eta' precoce mostra un notevole interesse per la pittura. Malgrado l'ostilita' della famiglia che tentava di contrastare questa sua vocazione, nel 1859 l'artista e' a Parigi, dove conosce Cezanne e Pissarro. Nel 1861 parte alla volta di Algeri per prestarvi il servizio militare, interrotto per malattia nel 1862. Monet rientra quindi a Parigi e frequenta i corsi dell'Accademia Gleyre, dove conosce Renoir, Sisley e Bazille.

Dopo aver vissuto ad Argentuil,nel 1883 si stabilisce definitivamente a Giverny dove muore il 26 Dicembre del 1926.

mercoledì 10 febbraio 2010

Dipinti del pittore Alberto Buggè






Quando visitiamo un museo, una mostra o una fiera di arte contemporanea ci sentiamo talvolta come degli esploratori senza mappa: abbiamo di fronte a noi una realtà in gran parte ignota e ci troviamo a disagio, perché non abbiamo gli strumenti adatti per capire e interpretare correttamente quello che vediamo. In questi ultimi quarant’anni gli artisti hanno radicalmente trasformato la forma e i contenuti delle loro opere a tal punto che chi è stato educato ai tradizionali canoni estetici su cui si è basata la pittura antica, da Giotto a Tiepolo, si sente letteralmente escluso e del tutto impreparato. In effetti è sufficiente sfogliare le pagine di una rivista specializzata per notare immediatamente la quantità e la varietà di proposte provenienti da ogni parte del pianeta. Nel passato i centri artistici erano pochi e la carriera di un pittore era disciplinata da regole ferree. Il giovane che intraprendeva la professione artistica doveva sottostare ad anni di studio nella bottega del maestro, a preparargli i colori e pulirgli i pennelli, pensa di poterli prendere in mano. Oppure trascorreva gli anni della giovinezza nelle aule delle Accademie o nelle sale dei musei a disegnare dal vero o a copiare dai modelli antichi, fin quasi ad annullare la propria originale personalità in nome dell’adesione alle sacre regole immutate per secoli. Solo così poteva sperare di superare il filtro di giurie severe e inflessibili, che potevano ammetterlo ad esporre nelle rassegne annuali delle Accademie e avere così accesso alle committenze Questa struttura rigidamente gerarchica è stata messa in discussione alla fine del XIX secolo dagli impressionisti, poi dalle correnti postimpressioniste cd è stata definitivamente rifiutata dalle avanguardie della prima metà del Novecento.Molti sono stati gli avvenimenti storici che hanno cambiato non solo l’arte ma la cultura e la stessa società dal 1960 ad oggi: dalla guerra del Vietnam a quelle in Afghanistan e in Iraq, dalla contestazione giovanile del 1968 ai movimenti no-global, dalla costruzione del muro di Berlino nel 1961 alla sua caduta del 1989, dagli anni di piombo agli attentati alle Twin Towers e poi l’introduzione dell’Euro, l’allargamento dell’Unione Europea, i movimenti migratori, la trasformazione del ‘pianeta’ Cina e tanti altri ancora, piccoli o grandi.
I progressi della tecnica e della medicina hanno migliorato la qualità della vita, mentre la scolarizzazione di massa e la diffusione dei mass-media hanno aumentato il livello culturale medio. Proprio i mass-media hanno posto le basi per quella che viene definita globalizzazione: i giovani in tutto il mondo vestono allo stesso modo, mangiano e bevono i medesimi prodotti, si appassionano agli stessi avvenimenti sportivi, film e concerti, che li plasmano fino a farli pensare un po’ tutti allo stesso modo.
Anche l’arte ha perso le sue prerogative regionali e parla con un unico linguaggio mondiale, irradiato da un centro motore. Se all’inizio del secolo Parigi era la capitale culturale, che dettava le mode e a cui affluivano artisti da tutto il mondo,oggi il primato spetta a New York, vero e proprio ‘ombelico del mondo, punto di aggregazione e di traino di questa nuova società multietnica.
La parola d’ordine che sembra caratterizzare l’arte di questi ultimi quarant’anni è il rifiuto di ogni regola imposta dalla tradizione e la completa libertà dell’artista, a partire dalla tecnica: per secoli la scelta è stata limitata all’affresco o al dipinto da cavalletto, ad olio su tela o al massimo su tavola, vetro o metallo.
In pochi decenni questo tabù è stato infranto cd ora non esiste materiale, naturale o artificiale, umile o nobile, che non sia stato utilizzato. Non solo, ma sono state abbattute le divisioni tradizionali tra le discipline artistiche e abbondano gli esempi (lì installazioni multimediali, in cui convivono pittura, scultura, grafica, musica, fotografia, video, scenografia, teatro e danza.
Lo stesso vale per la definitiva emancipazione della pittura nei confronti della realtà. Anche in questo caso gli artisti si sono ribellati all’obbligo di imitare la natura e hanno rivendicato la possibilità di usare le linee, i colori e i materiali più diversi per esprimere senza alcun limite le proprie emozioni e sensazioni. Questo atteggiamento ha dato vita a un duplice superamento del realismo pittorico: da una parte l’astrattismo, nelle sue due principali suddivisioni, geometrico e informale; dall’altra l’adesione solo apparente alla realtà, operata, ad esempio dagli esponenti della pop-art. Questa totale libertà non è piaciuta a tutti; in particolare ha disorientato chi vedeva nei quadro una ripetizione della natura, abbellita e arricchita di poesia
Ancora oggi c’è chi dichiara categoricamente di non capire e di non gradire affatto la pittura contemporanea. In tutti i secoli gli artisti sono stati talvolta criticati e incompresi; alcune loro opere hanno suscitato scandalo o derisione, sono state censurate e perfino distrutte, ma mai come in questi ultimi decenni si è avvertita una tale distanza tra gli artisti in generale e il comune sentire della gente, che non riesce più a identificarsi nelle loro creazioni, non condivide lo spirito con cui sono state eseguite e si domanda perfino se possa ancora essere chiamata arte. Va infine rilevato che nel corso (li questi decenni i fattori economici hanno avuto un rilievo crescente e hanno condizionato sempre più sia la gestione degli Stati, sia la vita dei singoli individui, Il mercato dell’arte sta avendo il sopravvento sulla critica d’arte: non è più il riconoscimento degli storici e degli studiosi a determinare il successo di un artista, quanto piuttosto un’accorta politica commerciale, gestita dai galleristi, dai collezionisti e dagli operatori del mercato, grazie a un uso massiccio dei mass media, l’opera d’arte diventa un prodotto da vendere; l’artista deve distinguersi dalla massa anonima dei suoi colleghi e apparire superiore agli occhi del grande pubblico, così che chi colleziona le sue opere diventa proprietario di un bene esclusivo, ambito e invidiato da chi non può permetterselo. L’acquisto di un’opera d’arte diventa così un investimento, a volte molto redditizio, tanto da aver attirato, da decenni, l’attenzione degli economisti e del mondo della finanza.

Le nostre escursioni in Canada






Da "Canada in Vetrina" testo Magnani Maria foto "elioarte" Un'escursione sull'Athabasca .
........Oggi, poseguendo nella visita dell’Icefields Parkway, ci aspetta un percorso mozzafiato.
Un tracciato di 230 km, da Jasper a Banff, che richiede un’intera giornata; il minimo richiesto per avere il tempo di scendere dalla macchina alle tappe principali e più interessanti.
Lasciato quindi l’hotel, percorriamo l’Hwy 93. Ci s’inerpica a curve nella valle dell’Astoria fino alla base del Mount Edith Cavell.
Saliamo verso il monte Edith Cavell alto 3354 Mt.
Questo posto è senza dubbio il sito più spettacolare del parco nazionale di Jasper raggiungibile in auto. Parcheggiamo l’auto, e percorriamo un sentiero che ci porta alla base di un imponente precipizio alto circa 1.600 mt. Il ghiacciaio “Angel” . Il ghiacciao scende da uno spartiacque della valle in cima al precipizio, rendendo il panorama ancora più spettacolare.
Ci sono molti sentieri, che partono dai parcheggi delle auto e sono ben segnalati con specificati gradi di difficoltà.
E’ una bella giornata, l’aria è fresca e pulita, noi in previsione anche della faticosa giornata che ci attende, scegliamo quelli meno difficoltosi cosi che dopo poco mezz’ora riprendiamo la marcia. Abbiamo un panorama sulla valle dell’Atabasca che abbandoniamo di li a poco.
La strada risale.
Superiamo il bivio per Sunwapta Falls (cascate) dopo un susseguirsi di panorami tra cui quello sullo Stufield Glacier, lingua della Columbia Icefied.
Saliamo nettamente verso Sunwapta Pass, e raggiungiamo quindi l’Athabasca
Glacier . Il ghiacciaio dell’Athabasca si spinge quasi fino al ciglio stradale E’ la massima cappa di ghiacciaio nordamericana a sud del 60° parallelo, e come tutti i ghiacciai del mondo sta lentamente recedendo ma è ancora abbastanza grande da estendersi per trecentoventi cinque Km .quadrati e avere lo spessore di quasi un chilometro.
Sostiamo per partecipare ad un’escursione su questo gigantesco lago di ghiaccio alpino a bordo di speciali pullman gommati, in modo da sfuggire ai crepacci a quota 2210, è veramente una esperienza eccezionale. Finito il giro risaliamo in auto e si riparte.........

venerdì 5 febbraio 2010

Conservazione dei dipinti ad olio.



Dipinto foto ed elaborazione " elioarte "
Le cause principali che contribuiscono a deteriorare i quadri ad olio provengono da agenti atmosferici quali l’ossigeno, la luce, l’umidità, i gas mefitici e il calore.
L’ossigeno, che è indispensabile per solidificare i colori
mediante il processo di ossidazione, è invece dannoso alle pitture antiche che deteriora senza rimedio per effetto di legge naturale.
La luce accelera l’ossidazione dei colori, dell’olio e delle vernici. Buona cosa è sottoporre il dipinto alla luce solare durante il processo di ossidazione e così potrà resistere meglio in seguito alla luce stessa. Però quando il dipinto sarà divenuto perfettamente secco allora sarà opportuno illuminarlo con luce indiretta e diffusa evitando assolutamente sprazzi di sole che verrebbero ad alterare disastrosamente i colori.
L’umidità è oltremodo dannosa. Essa è data dall’eccessivo vapore che si forma nello spazio. La materia di cui è composta la pittura ad olio per la sua porosità assorbe l’aria e quindi l’umidità in essa contenuta, É necessario proteggere i dipinti non solo dalla parte dipinta, ma anche sul rovescio. Per i colori la migliore protezione è costituita da un vetro o da una vernice che sia veramente isolante come può essere la vernice d’ambra che è la più resistente agli agenti atmosferici ed ha la massima trasparenza.
Per proteggere il rovescio delle tele e dei supporti in genere si consiglia di verniciare il rovescio con del bianco d’argento diluito in parti eguali di olio e acqua ragia. Il bianco d’argento forma con l’olio una saponificazione che costituisce una eccellente protezione contro tutti gli agenti atmosferici. Nei locali, per evitare eccesso di umidità, occorre regolare convenientemente la temperatura e la ventilazione.
I gas metifici possono essere prodotti da cause diverse, come dai sistemi i riscaldamento, vicinanza di pozzi neri, cloache e industrie chimiche. Evitare quindi di tenere dipinti di valore in locali prossimi ai luoghi sopraddetti o comunque dove si fuma e si mangia, perché il fumo e le esalazioni dei cibi e delle bevande danneggiano le pitture.
Il riscaldamento non deve produrre acido carbonico (come avviene per le stufe a carbone) e non dar luogo a eccesso di umidità come per il riscaldamento ad acqua calda. Il riscaldamento elettrico è il più indicato.
La temperatura nel periodo invernale dovrebbe essere di 15-18 gradi e 18-25 nell’estate.