Biblioteca Comunale "Forteguerriana" - Pistoia
S. Ch., Stampe del "Fondo Alberto Chiappelli"
"elioarte" presenta la stampa :S.Ch.B.55 - Lieto è il nocchier quando ritorna in porto/ Antonio Canaletto inx., Venezia: Appresso Wagner, [1742 ca.]
Acquaforte su carta, mm.340x467 - Aut. Berardi Fabio (Siena, 1728-fl. Venezia)
BERARDI, Fabio. - Nato a Siena nel 1728, in ancor tenera età si trasferì a
Venezia ed entrò nella calcografia di Giuseppe Wagner, per apprendervi l'arte,
allora molto in voga e sicuramente remunerativa, dell'incisione in rame.
Incominciò col copiare prima, ed incidere poi, alcuni disegni, intagli e
piccoli dipinti di Iacopo Amigoni, che il Wagner aveva portati con sé da Londra
- Questo contatto mediato con l'Amigoni influì, non meno dell'insegnamento
diretto del maestro e dell'esempio di un altro più anziano allievo del Wagner,
il francese Ch.-Jos. Flipart, che era anch'egli amico ed ammiratore
dell'Amigoni, sulla formazione del gusto e del linguaggio incisorio del
Berardi.
http://elioarte.blogspot.com/2020/06/il-vedutismo.html
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I mezzi dei quali il B. è solito servirsi sono l'acquaforte e il bulino
associati; lo schema a cui si attiene è quello chiaroscurale e modellante; ma
il suo tratteggio non è sempre filato ed inflessibile, come nell'incisione
classica: esso invece si scioglie e vibra, quasi smaterializzandosi, nelle
parti più luminose; l'intonazione delle sue stampe è in prevalenza argentina.
Tutto ciò gli permette di accostarsi subito ai grandi pittori veneziani del
tempo, specie vedutisti e paesisti d'invenzione, respirare la loro stessa
atmosfera e divenime felice interprete.
Tra le prime incisioni del B. si contano sei vedute veneziane del Canaletto
e quattro paesaggi con rovine di Giuseppe Zais, le une pubblicate nel 1742,
quando cioè egli aveva appena 14 anni, le altre poco dopo. Le prime stampe
videro la luce sotto l'egida del maestro, che vi apponeva il suo visto con
l'approvazione "J. Wagner recognovit". Tali sono, ad esempio,
il Sacrificio di Gedeone e Isacco che benedice
Giacobbe, da G. B. Pittoni. Quindi gli venne data piena autonomia, il
maestro poneva il suo nome accanto a quello dell'allievo solo come titolare
della bottega, "appo Wagner", o come editore, "Wagner
excudit".
Il B. incise anche qualche dipinto di Francesco Zuccarelli, entrato per
breve tempo nella bottega del Wagner. Nel 1748 fu raggiunto a Venezia, nella
stessa bottega, da Francesco Bartolozzi, al quale si legò di stretta amicizia,
e questa vicinanza, durata vari anni, contribuì ad un ulteriore perfezionamento
del suo gusto e della sua perizia professionale, facendo sì che le sue stampe
fossero sempre più apprezzate e richieste.
Sono del B. anche le riproduzioni di alcune scene popolaresche del
Maggiotto e di alcune allegorie, un po' macchinose, di Giuseppe Zocchi (L'ozio, La
virilità, La vecchiaia, L'invidia, ecc.), le cui
prove erano talvolta da lui stesso colorite a mano, secondo l'uso del tempo,
per stampe di quel genere. Riprodusse anche soggetti del Vecchio e del Nuovo
Testamento ed altri soggetti religiosi e profani da G. B. Tiepolo, dal
Piazzetta, dal Guarana, da G. B. Pittoni, da G. Varotti, da G. B. Cignaroli.
Del Piazzetta incise tra l'altro una Endimione, una Contadina
sorpresa nel sonno da un cacciatore, già riprodotta da Marco Pitteri, e
un Autoritratto. Incise anche qualche prospettiva del modenese
A. Joli, paesi animati di S. Rosa e marine di G. Vernet. Nel 1764 riprodusse
una S. Vergine del Solimena; nel 1765 il catafalco funebre
dell'imperatore Francesco I granduca di Toscana eretto nel duomo di Firenze da
Giuseppe Ruggieri; nel 1767 il frontespizio di una Vita di s. Serafino,
pubblicata simultaneamente a Roma e a Firenze; nel 1779 I
ciarlatani di G. D. Tiepolo; nel 1782 l'antiporta delle Poesie per
la monacazione della nobil donna Foscarina Garroni, disegnata ad Francesco
Maggiotto. Non si hanno notizie della sua morte, che si ha motivo di supporre
anteriore a quella del suo maestro G. Wagner.
Il B., pur avendo inventato alcuni paesaggi ad imitazione dello Zais e
disegnato qualche figura, preferì muoversi normalmente nel campo dell'incisione
di riproduzione; ma ebbe qualità stilistiche di prim'ordine. In lui si può dire
che si riassuma raffinandosi sempre più tutta l'estetica incisoria della scuola
del Wagner.
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