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lunedì 2 marzo 2009

Il prestigio internazionale del Carnevale.


foto di Dino Canevisio "Dinarte"
Il prestigio e la fama del carnevale travalicano i confini. Conosciuto e rinomato nei quattro angoli del pianeta, il Carnevale di Nizza intrattiene stretti legami con gli altri carnevali del mondo,come quello di Laval nel Quebec, di New Orleans, di Baraquila e Pasto in Columbia, Viareggio in Italia,Tenariffe in Spagna e in modo particolare nel 2009 con il Carnevale di Rio.
Per questa edizione in cui il Brasile ospita la Francia, Nizza e il suo carnevale saranno rappresentati a Rio da urta delegazione ufficiale condotta da Rudy Salles, Assessore, Delegato al Turismo e alle Relazioni internazionali del Comune di Nizza. Le autorità brasiliane e francesi presenti sul posto, come il Comune di Nizza e l’Ufficio del Turismo e dei Congressi organizzatore del Carnevale, sostengono questa operazione portata avanti da Alexis de Vaulx, responsabile del progetto.
Le origini.
L’etimologia del termine « Carnevale » gli dà il suo significato di un tempo: « carne levare », “togliere la carne”. Sin dal Medio Evo, i Nizzardi, prima di digiunare per quaranta giorni, come vuole la tradizione religiosa cattolica della Quaresima, si rimpinzavano con una cucina grassa, ricca e abbondante.
Per lasciare libero corso all’allegria, fu autorizzata ogni sorta di esuberanza. Era allora consuetudine, celati dietro maschere e protetti da travestimenti, prendersi gioco di tutto e di tutti, a spese dei malcapitati, e ciò fino al Martedì Grasso.
La prima menzione di allegria carnevalesca nizzarda risale al 1294,
quando Carlo di Angiò, Conte di Provenza, narra di aver trascorso a Nizza “i giorni allegri del Carnevale”.
Fino al XVIII secolo, i festeggiamenti carnevaleschi erano costellati di balli in maschera e di farandole sfrenate nelle strade dell’attuale Città vecchia. Gli abusi furono rapidamente controllati dagli “Abbati dei Folli”, incaricati dal clero di sorvegliare l’allegria popolare.
Sotto l’influenza del Carnevale di Venezia, nel corso del XVIII secolo si svilupparono il Carnevale di salone e i Veglioni, balli in maschera privati, a discapito dei divertimenti di strada.
Le feste di Carnevale furono interrotte durante i pesanti avvenimenti politici e militari che segnarono la Rivoluzione Francese ed il Primo Impero.
Nel 1830, fu organizzato un primo corteo in onore di Carlo Felice e di Maria Cristina, sovrani del regno di Sardegna. La trentina di equipaggi che sfilarono per il re e la regina annunciarono la futura ripresa del Carnevale.
Fino aI 1872, la festa era al culmine nelle strade di Nizza, secondo l’estro di ognuno : la folla in maschera si bombardava di coriandoli di gesso, di farina, d’uova.
Impossibile pensare a un carnevale senza coriandoli. Ma la moda non
è stata sempre quella dei coriandoli di carta colorata. Verso il 1830, ci furono dei primi “Coriandoli’. Si trattava però di piccoli dolci, che costavano cari e vennero rapidamente rimpiazzati da uova riempite di fuliggine o farina, da fagioli e piselli, fino alla comparsa dei coriandoli di gesso.

Troppo pericolosi, vennero definitivamente vietati nel 1955 e sostituiti dai coriandoli di carta, con gran gioia di tutti i protagonisti del carnevale.

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