Benvenuti a Seminara
Seminara, comune della Provincia di Reggio Calabria, è composta dal centro e da tre frazioni: BARRITTERI, che dista 5 Km dal centro; S. ANNA, che dista 2 Km e PAPARONE a 6 Km. Il suo territorio si estende per Kmq 33,55 confinando con i comuni di Palmi, Bagnara, Gioia Tauro, Melicucco, Oppido Mamertina, Rizziconi, S. Procopio e con il Mar Tirreno. Dista 54 Km dal capoluogo REGGIO CALABRIA.
Come arrivare
Seminara da alcuni studiosi è ritenuta fondata tra il settimo e l'ottavo secolo, quando Taureana era già stata gravemente danneggiata o da Saraceni di Africa in qualche loro scorreria ovvero dai Longobardi verso la fine del VI secolo dell'era volgare. La città sorse, pertanto, in epoca nella quale l'unica lingua conosciuta era quella greca e greca era la sua denominazione. Era cinta di mura, protetta da un castello e sorgeva su un'altura: quindi, luogo degno di rispetto perchè poteva resistere ad assalti nemici. Mura presenti ancora oggi che circondano la zona del Borgo (S. Antonio). Seminara, infatti, riuscì a resistere varie volte agli assalti dei saraceni nel IX e X secolo. Nell'ultimo assalto del 951 un'orda di Arageni, Mori e Cartaginesi assalì e distrusse Taureana, i cui abitanti, consapevoli di non potersi apprestare a valida difesa, trovarono scampo nei vicini castelli, la maggior parte a Seminara. Questo esodo forzato della popolazione di Taureana, colonia greca, segnò la grecizzazione di Seminara, processo operato soprattutto dal clero che seguì il Vescovo riparatosi a Seminara. A Seminara nasceva nel 1290 il monaco Bernardo Barlaam, il più grande Teologo Umanista e Filosofo del '300, iniziatore della polemica "Esicastica" con la Chiesa Ortodossa e maestro di greco del Petrarca, quel greco che si parlava nelle nostre contrade; a Seminara il Barlaam aveva indissato l'abito monastico nell'antico convento basiliano di S. Filoreto. Ma forse l'esempio piu notevole dell'assimilazione della cultura greca sin dai tempi delle prime colonizzazioni del VIII e VII secolo a.c., e la produzione della ceramica in particolare delle maschere e delle anfore.Seminara fu anche centro d'importanza commerciale e militare perchè attraversata dalla via consolare che collegava dal foro di Capua la via Appia con Reggio Calabria.Testimonianza della viva fede religiosa e del potere ecclesiastico che gestiva gran parte della vita pubblica e lo straordinario numero delle chiese e dei conventi esistenti dentro e fuori le mura della città. Un manoscritto del tempo elenca ben 33 chiese e 5 convrnti di Basiliani tra i quali il più antico e importante era quello di S. Filareto. Di questo convento facevano parte i dotti monaci seminaresi Bernardo Barlaam e Leonzio Pilato, maestri del Petrarca e del Boccaccio. Nel convento venne ospitato, negli ultimi anni di vita, Giovanni Boccaccio e fece i suoi studi filosofici Bernardino Telesio di Cosenza.L'antica città di Seminara venne distrutta quasi completamente dal terribile terremoto del 5.2.1783 e, la nuova Seminara venne progettata e costruita più a monte dello stesso crinale aspromontano su pianta del reggio architetto Vincenzo Ferrarese. Seminara mantiene, del suo glorioso passato, testimonianze importanti. Infatti, è il paese che possiede il più alto numero di opere scultoree del '500 di tutta la Calabria, in massima parte conservato nelle sue chiese: per questo è considerata una PICCOLA CITTA' MUSEO dagli studiosi.
Da vedere
Chiesa di s. Michele - Chiesa seicentesca in cui sono conservate alcune sculture del 500.Chiesa di S. Marco - Chiamata originariamente chiesa della Madonna degli Angeli, risale come epoca di costruzione presumibilmente, al XVI sec.Distrutta più volte da dai terremoti,per ultima fu ricostruita per mano dei prestigiosi maestri d'arte Buggè Pacifico e dal figlio Antonio che ne vinsero la gara d'appalto in un'asta chiamata all'epoca "allo spegnersi del lumicino". Dichiarata Monumento nazionale per le pregevoli opere che vi si trovano:-Madonna degli Angeli, pregevole opera in marmo con fini sculture nel basamento dell' Antonello Gagini. (navata sinistra) - Paliotto dell'Altare maggiore in marmi policroni a rilievo. raffigurante la Trasfigurazione. Scultura del XVIII secolo.- Paliotto in marmo, raffigurante la Trasfigurazione databile al XVI secolo.- Altare marmoreo con tabernacolo del '500 ornato di angeli, puttini e i SS. Francesco e Caterina da Siena, iscritto in una grande pala decorata con motivi vegetali. (navata sinistra) -Altare dell'epifania scolpito in marmo carrarese, opera probabile della scuola siciliana databile al XVI secolo. Proviene dalla vecchia città di Seminara distrutta dal terremoto del 1783. (navata destra) -Stemma scolpito in marmo a bassorilievo. -Crocefisso ligneo. Secondo alcuni storici proviene dalla distrutta città di Taureana, X secolo.SANTUARIO DELLA MADONNA DEI POVERI -E' stato ricostruito dopo il terremoto del 1908 sulle rovine del vecchio Santuario. Sono conservati:- preziosi reliquari in argento quattrocenteschi. - I1 battistero del 500 -Due statue di Rinaldo Bonanno del 600 -Statua lignea della Madonna dei Poveri, questa secondo la tradizione popolare, fu trovata a Taureana nei pressi delle rovine della chiesa di S. Fantino, annerita dalle fiamme dell'ultimo saccheggio dei saraceni verso la metà del X secolo. La tradizione riferisce che questa sacra immagine si mostò miracolosa fin da quando fu scoperta. Difatti, mentre si era rivelata pesante ed irremovibile ai reiterati tentativi da parte delle autorità civili e religiose, al contrario, si lasciò sollevare, lieve e quasi condiscendente, dalle braccia dei più umili popolani, i quali da quel momento la acclamarono e la venerarono col nome di Madonna dei Poveri. Migliaia di pellegrini, ogni anno, giungono dalla Calabria, dalla Lucania e dalla Sicilia per presenziare ai festeggiamenti che dal 31 luglio al 15 di agosto sono tenuti in suo onore a Seminara Dal suo apparire fino ai giorni nostri numerosissimi sono i miracoli attribuiti alla statua dalla tradizione religiosa popolare, tanto che l'appellativo di taumaturgica immancabilmente accompagna il nome della Madonna dei Poveri.CHIESA DI S. ANTONIO -Vi si trovano sculture cinquecentesche. PALAZZO MUNICIPALE -Si trovano 4 bassorilievi cinquecenteschi di perfetta fattura, che costituiscono il basamento del monumento dedicato a Carlo V che era situato nell'antica piazza dello Spirito Santo, presso la porta settentrionale della vecchia Seminara, anche distrutto dal terremoto del 1783. Raffigurano le famose battaglie tra Francesi e Spagnoli del 1495 e del 1503, l'entrata trionfante di Carlo V in Seminara e le scene dei festeggiamenti organizzati in suo onore. Sempre nel palazzo municipale si trovano custodite due sculture granitiche raffiguranti dei monaci in preghiera provenienti dall'antica Seminara, secolo XII-XIII.PALAZZO MEZZATESTA -Si considera il Palazzo Mezzatesta residenza dei Duchi Spinelli. Dopo la loro partenza (1806) il palazzo passò alla famiglia Mezzatesta che lo riedificò sulle strutture cinquecentesche danneggiate dal terremoto del 1783. Infatti la struttura presenta una diversità di stile: la porta e il frontone centrale sono tipicamente cinquecentesche, il resto ottocentesco. Danneggiato dal terremoto del 28 dicembre 1908 non è stato più riedificato. CONVENTO DEI CAPPUCCINI -Fondato da Carlo Spinelli duca di Seminara nell'anno 1560, il quale morto l'anno 1563, fu seppellito nella chiesa del convento, come aveva ordinato prima di morire. Intitolato al SS. Hecce Homo, dopo il terremoto del 1783 fu chiuso e venne riaperto nel 1799, soppresso nel 1811, riattivato nel 1824, fu definitivamente soppresso nel 1860. Ora insieme alla chiesa è in potere del Municipio di Seminara. Fino al 1973 era uffiziata da un sacerdote secolare. Oggi in stato di rudere. CONVENTO DEI PACILOTTI -Fondato nel 1623 e soppresso con decreto 07-08-1809, confinava con la chiesa di S. Marco Vecchio. Oggi in stato di rudere. OSPEDALE -Costruito tra il 1400-1450. I1 più antico Ospedale della Calabria. Oggi in stato di rudere. OBELISCO BASILIANO PORTA DEL BORGOFONTANA ROSELLAARCO DI ROSELLA- Parte delle antiche mura di cinta della città.
Avvenimenti
Tra le varie manifestazioni popolari ancora vive a Seminara, la più spettacolare senza dubbio la danza dei "Giganti", due enormi fantocci di carta pesta, alti circa 3 metri, portati in spalla da due uomini e fatti danzare al suono dei tamburi in tutte le strade del paese, Mata (la principessa bianca) e Grifone (il principe moro) accompagnati da altri due fantocci un cavallo ed un cammello. La loro origine è probabilmente araba ed e presente anche in Sicilia, in Sardegna ed in Spagna. Rappresentano la trasposizione mitica di vicende legate alle scorrerie barbaresche nel Mediterraneo: il principe moro, che giunge sui lidi del nostro Sud, rapisce la bellissima fanciuIla bianca e la conduce nel suo palazzo in terra d'Africa, dove sono cavalli, cammelli e schiavi (nel nostro dialetto: 'u scavuzzu lo schiavetto). Altre tradizioni cittadine ultrasecolari sono anche i TAMBURINI e il PALIO.I Tamburini sono, anch'essi, un adattamento "povero" di usi mediaevali e rinascimentali. Il popolo, privo di mezzi più adeguati, "imita" a modo suo, le sfilate, ben altrimenti ricche, multicolori e sfarzose, offerte dai tamburini delle città comunali del Nord della nostra penisola o dei comuni meridionali più popolosi ed economicamente più abbienti. Inoltre, nell'intento di arricchiremil modesto quadro, l'ingegno popolare ha pensato bene di prendere in prestito qualche elemento del folclore di Napoli (il "capotamburo", ad esempio), città nella cui orbita politica e culturale Seminara ha, peraltro, gravitato dal '400 in poi.I1 Palio è il gonfalone cittadino. Grande drappo di seta azzurra issato su un'asta alta circa 6 metri, era il simbolo dell'autonornia di Seminara e, verosimilmente, costituiva, in un'epoca di rigide stratificazioni e differenziazioni sociali, il collante in grado di unire in un unico sentimento di forte orgoglio campanilistico i più disparati ceti sociali della comunità seminarese. Il "giro" del Palio, al ritmo dei tamburi, è fiero e fisicamente oneroso (viste le dimensioni dell'asta) privilegio pressochè secolare di una famiglia seminarese.La danza dei Giganti, il giro dei Tamburim e del Palio si svolgono durante i festeggiamenti della Madonna dei Poveri dal 10 al 15 agosto. Altre iniziative di carattere folcloristico e culturale organizzate dall'Amministrazione Comunale e dalle Associazioni cittadine: a Pasqua 'l'Affruntata"; ad Agosto 'la sagra dell'olio" e il "Corteo Storico" rievocativo, in costume d'epoca, dell'entrata di Carlo V a Seminara. Da segnalare, poi, la festa della Madonna dei Poveri dal 10 al 15 agosto, dove si svolge anche il "giro" del Palio e una imponente fiera. Seminara è anche nota per la notevole attivita musicale: la stagione concertistica; il Concorso lirico Internazionale "V. Nostro"; il concorso di Composizione per banda; "Bandafestival", raduno dei complessi bandistici meridionali.
Seminara, comune della Provincia di Reggio Calabria, è composta dal centro e da tre frazioni: BARRITTERI, che dista 5 Km dal centro; S. ANNA, che dista 2 Km e PAPARONE a 6 Km. Il suo territorio si estende per Kmq 33,55 confinando con i comuni di Palmi, Bagnara, Gioia Tauro, Melicucco, Oppido Mamertina, Rizziconi, S. Procopio e con il Mar Tirreno. Dista 54 Km dal capoluogo REGGIO CALABRIA.
Come arrivare
Seminara da alcuni studiosi è ritenuta fondata tra il settimo e l'ottavo secolo, quando Taureana era già stata gravemente danneggiata o da Saraceni di Africa in qualche loro scorreria ovvero dai Longobardi verso la fine del VI secolo dell'era volgare. La città sorse, pertanto, in epoca nella quale l'unica lingua conosciuta era quella greca e greca era la sua denominazione. Era cinta di mura, protetta da un castello e sorgeva su un'altura: quindi, luogo degno di rispetto perchè poteva resistere ad assalti nemici. Mura presenti ancora oggi che circondano la zona del Borgo (S. Antonio). Seminara, infatti, riuscì a resistere varie volte agli assalti dei saraceni nel IX e X secolo. Nell'ultimo assalto del 951 un'orda di Arageni, Mori e Cartaginesi assalì e distrusse Taureana, i cui abitanti, consapevoli di non potersi apprestare a valida difesa, trovarono scampo nei vicini castelli, la maggior parte a Seminara. Questo esodo forzato della popolazione di Taureana, colonia greca, segnò la grecizzazione di Seminara, processo operato soprattutto dal clero che seguì il Vescovo riparatosi a Seminara. A Seminara nasceva nel 1290 il monaco Bernardo Barlaam, il più grande Teologo Umanista e Filosofo del '300, iniziatore della polemica "Esicastica" con la Chiesa Ortodossa e maestro di greco del Petrarca, quel greco che si parlava nelle nostre contrade; a Seminara il Barlaam aveva indissato l'abito monastico nell'antico convento basiliano di S. Filoreto. Ma forse l'esempio piu notevole dell'assimilazione della cultura greca sin dai tempi delle prime colonizzazioni del VIII e VII secolo a.c., e la produzione della ceramica in particolare delle maschere e delle anfore.Seminara fu anche centro d'importanza commerciale e militare perchè attraversata dalla via consolare che collegava dal foro di Capua la via Appia con Reggio Calabria.Testimonianza della viva fede religiosa e del potere ecclesiastico che gestiva gran parte della vita pubblica e lo straordinario numero delle chiese e dei conventi esistenti dentro e fuori le mura della città. Un manoscritto del tempo elenca ben 33 chiese e 5 convrnti di Basiliani tra i quali il più antico e importante era quello di S. Filareto. Di questo convento facevano parte i dotti monaci seminaresi Bernardo Barlaam e Leonzio Pilato, maestri del Petrarca e del Boccaccio. Nel convento venne ospitato, negli ultimi anni di vita, Giovanni Boccaccio e fece i suoi studi filosofici Bernardino Telesio di Cosenza.L'antica città di Seminara venne distrutta quasi completamente dal terribile terremoto del 5.2.1783 e, la nuova Seminara venne progettata e costruita più a monte dello stesso crinale aspromontano su pianta del reggio architetto Vincenzo Ferrarese. Seminara mantiene, del suo glorioso passato, testimonianze importanti. Infatti, è il paese che possiede il più alto numero di opere scultoree del '500 di tutta la Calabria, in massima parte conservato nelle sue chiese: per questo è considerata una PICCOLA CITTA' MUSEO dagli studiosi.
Da vedere
Chiesa di s. Michele - Chiesa seicentesca in cui sono conservate alcune sculture del 500.Chiesa di S. Marco - Chiamata originariamente chiesa della Madonna degli Angeli, risale come epoca di costruzione presumibilmente, al XVI sec.Distrutta più volte da dai terremoti,per ultima fu ricostruita per mano dei prestigiosi maestri d'arte Buggè Pacifico e dal figlio Antonio che ne vinsero la gara d'appalto in un'asta chiamata all'epoca "allo spegnersi del lumicino". Dichiarata Monumento nazionale per le pregevoli opere che vi si trovano:-Madonna degli Angeli, pregevole opera in marmo con fini sculture nel basamento dell' Antonello Gagini. (navata sinistra) - Paliotto dell'Altare maggiore in marmi policroni a rilievo. raffigurante la Trasfigurazione. Scultura del XVIII secolo.- Paliotto in marmo, raffigurante la Trasfigurazione databile al XVI secolo.- Altare marmoreo con tabernacolo del '500 ornato di angeli, puttini e i SS. Francesco e Caterina da Siena, iscritto in una grande pala decorata con motivi vegetali. (navata sinistra) -Altare dell'epifania scolpito in marmo carrarese, opera probabile della scuola siciliana databile al XVI secolo. Proviene dalla vecchia città di Seminara distrutta dal terremoto del 1783. (navata destra) -Stemma scolpito in marmo a bassorilievo. -Crocefisso ligneo. Secondo alcuni storici proviene dalla distrutta città di Taureana, X secolo.SANTUARIO DELLA MADONNA DEI POVERI -E' stato ricostruito dopo il terremoto del 1908 sulle rovine del vecchio Santuario. Sono conservati:- preziosi reliquari in argento quattrocenteschi. - I1 battistero del 500 -Due statue di Rinaldo Bonanno del 600 -Statua lignea della Madonna dei Poveri, questa secondo la tradizione popolare, fu trovata a Taureana nei pressi delle rovine della chiesa di S. Fantino, annerita dalle fiamme dell'ultimo saccheggio dei saraceni verso la metà del X secolo. La tradizione riferisce che questa sacra immagine si mostò miracolosa fin da quando fu scoperta. Difatti, mentre si era rivelata pesante ed irremovibile ai reiterati tentativi da parte delle autorità civili e religiose, al contrario, si lasciò sollevare, lieve e quasi condiscendente, dalle braccia dei più umili popolani, i quali da quel momento la acclamarono e la venerarono col nome di Madonna dei Poveri. Migliaia di pellegrini, ogni anno, giungono dalla Calabria, dalla Lucania e dalla Sicilia per presenziare ai festeggiamenti che dal 31 luglio al 15 di agosto sono tenuti in suo onore a Seminara Dal suo apparire fino ai giorni nostri numerosissimi sono i miracoli attribuiti alla statua dalla tradizione religiosa popolare, tanto che l'appellativo di taumaturgica immancabilmente accompagna il nome della Madonna dei Poveri.CHIESA DI S. ANTONIO -Vi si trovano sculture cinquecentesche. PALAZZO MUNICIPALE -Si trovano 4 bassorilievi cinquecenteschi di perfetta fattura, che costituiscono il basamento del monumento dedicato a Carlo V che era situato nell'antica piazza dello Spirito Santo, presso la porta settentrionale della vecchia Seminara, anche distrutto dal terremoto del 1783. Raffigurano le famose battaglie tra Francesi e Spagnoli del 1495 e del 1503, l'entrata trionfante di Carlo V in Seminara e le scene dei festeggiamenti organizzati in suo onore. Sempre nel palazzo municipale si trovano custodite due sculture granitiche raffiguranti dei monaci in preghiera provenienti dall'antica Seminara, secolo XII-XIII.PALAZZO MEZZATESTA -Si considera il Palazzo Mezzatesta residenza dei Duchi Spinelli. Dopo la loro partenza (1806) il palazzo passò alla famiglia Mezzatesta che lo riedificò sulle strutture cinquecentesche danneggiate dal terremoto del 1783. Infatti la struttura presenta una diversità di stile: la porta e il frontone centrale sono tipicamente cinquecentesche, il resto ottocentesco. Danneggiato dal terremoto del 28 dicembre 1908 non è stato più riedificato. CONVENTO DEI CAPPUCCINI -Fondato da Carlo Spinelli duca di Seminara nell'anno 1560, il quale morto l'anno 1563, fu seppellito nella chiesa del convento, come aveva ordinato prima di morire. Intitolato al SS. Hecce Homo, dopo il terremoto del 1783 fu chiuso e venne riaperto nel 1799, soppresso nel 1811, riattivato nel 1824, fu definitivamente soppresso nel 1860. Ora insieme alla chiesa è in potere del Municipio di Seminara. Fino al 1973 era uffiziata da un sacerdote secolare. Oggi in stato di rudere. CONVENTO DEI PACILOTTI -Fondato nel 1623 e soppresso con decreto 07-08-1809, confinava con la chiesa di S. Marco Vecchio. Oggi in stato di rudere. OSPEDALE -Costruito tra il 1400-1450. I1 più antico Ospedale della Calabria. Oggi in stato di rudere. OBELISCO BASILIANO PORTA DEL BORGOFONTANA ROSELLAARCO DI ROSELLA- Parte delle antiche mura di cinta della città.
Avvenimenti
Tra le varie manifestazioni popolari ancora vive a Seminara, la più spettacolare senza dubbio la danza dei "Giganti", due enormi fantocci di carta pesta, alti circa 3 metri, portati in spalla da due uomini e fatti danzare al suono dei tamburi in tutte le strade del paese, Mata (la principessa bianca) e Grifone (il principe moro) accompagnati da altri due fantocci un cavallo ed un cammello. La loro origine è probabilmente araba ed e presente anche in Sicilia, in Sardegna ed in Spagna. Rappresentano la trasposizione mitica di vicende legate alle scorrerie barbaresche nel Mediterraneo: il principe moro, che giunge sui lidi del nostro Sud, rapisce la bellissima fanciuIla bianca e la conduce nel suo palazzo in terra d'Africa, dove sono cavalli, cammelli e schiavi (nel nostro dialetto: 'u scavuzzu lo schiavetto). Altre tradizioni cittadine ultrasecolari sono anche i TAMBURINI e il PALIO.I Tamburini sono, anch'essi, un adattamento "povero" di usi mediaevali e rinascimentali. Il popolo, privo di mezzi più adeguati, "imita" a modo suo, le sfilate, ben altrimenti ricche, multicolori e sfarzose, offerte dai tamburini delle città comunali del Nord della nostra penisola o dei comuni meridionali più popolosi ed economicamente più abbienti. Inoltre, nell'intento di arricchiremil modesto quadro, l'ingegno popolare ha pensato bene di prendere in prestito qualche elemento del folclore di Napoli (il "capotamburo", ad esempio), città nella cui orbita politica e culturale Seminara ha, peraltro, gravitato dal '400 in poi.I1 Palio è il gonfalone cittadino. Grande drappo di seta azzurra issato su un'asta alta circa 6 metri, era il simbolo dell'autonornia di Seminara e, verosimilmente, costituiva, in un'epoca di rigide stratificazioni e differenziazioni sociali, il collante in grado di unire in un unico sentimento di forte orgoglio campanilistico i più disparati ceti sociali della comunità seminarese. Il "giro" del Palio, al ritmo dei tamburi, è fiero e fisicamente oneroso (viste le dimensioni dell'asta) privilegio pressochè secolare di una famiglia seminarese.La danza dei Giganti, il giro dei Tamburim e del Palio si svolgono durante i festeggiamenti della Madonna dei Poveri dal 10 al 15 agosto. Altre iniziative di carattere folcloristico e culturale organizzate dall'Amministrazione Comunale e dalle Associazioni cittadine: a Pasqua 'l'Affruntata"; ad Agosto 'la sagra dell'olio" e il "Corteo Storico" rievocativo, in costume d'epoca, dell'entrata di Carlo V a Seminara. Da segnalare, poi, la festa della Madonna dei Poveri dal 10 al 15 agosto, dove si svolge anche il "giro" del Palio e una imponente fiera. Seminara è anche nota per la notevole attivita musicale: la stagione concertistica; il Concorso lirico Internazionale "V. Nostro"; il concorso di Composizione per banda; "Bandafestival", raduno dei complessi bandistici meridionali.
1 commento:
Và un grande plauso alla R.A.I. che a fornito, al mondo un pezzo storia importante del nostro paese.
Io spero che lo stato si renda conto ed aiuti a continuare la ricerca, storica su seminara.
Oggi molti dei figli migliori srdadicati dalla loro terra; vorrebero tornare ma non possono per via di un'ambiente ostile alla civile convivenza. Arde un fuoco mai placato per esser dovuto partire, dalla terra dove riposano Padre,madre, nonnieluoghidove ho vissuto la mia infanzia, molto possono fare i gli eroi rimasti, molto dovremmo fare noi che siamo scappati.
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