auto antiche e moderne

lunedì 20 luglio 2015

Gustav Vigeland e le sue sculture

Gustav Vigeland. Vigeland (1869-1943) nacque a Mandal, una piccola città nel sud della Norvegia da una famiglia umile di artigiani e contadini.


La  sua  fama  di  scultore è legata sopratutto al Parco di Vigeland un'area all'interno del Frognerparken di Oslo dove sono esposte oltre duecento sue sculture ed altri lavori


Questa colonna alta più di 14 metri, è stata scolpita da un’unica pietra ed è formata da 121 figure umane.





La bellezza di questo luogo,offre al visitatore una passeggiata tra statue giardini, scalinate e siepi fioritie, che per volere di Vigeland , coesistono oggi in una perfetta armonia.Vi sono statue in bronzo e granito realizzate dallo scultore ,esse  sono distribuite in modo preciso attraverso i 320 ettari di parco.



I trentasei gruppi scultori in pietra granitica ci regalano meravigliose interpretazioni dell'amore della gioia e della pietà



domenica 19 luglio 2015

Il serpente e l'uomo

http://www.ilnavigatorecurioso.it/2013/09/19/la-stirpe-del-serpente-nella-simbologia-e-nel-mito-della-storia-umana/

 L'articolo  sotto segnato è stato interamente tratto da internet e proposto visto l'interessante  argomento affrontato :


Nel momento in cui Eva, la prima donna mitica e madre di tutti i viventi, si è fatta convincere a raccogliere il frutto proibito dall’Albero della Vita, l’umanità cade vittima del primo grande inganno del serpente.
Quello raccontato da  Genesi ,   il libro di apertura della Bibbia, è una storia ricca di simbolismo. Secondo il pensiero religioso occidentale, l’incidente narrato dal testo sacro presenta il nemico più insidioso dal quale l’umanità deve guardarsi.
Eppure, la figura del serpente non è presente soltanto nei racconti della tradizione semitica che ha partorito il racconto di Genesi. Se guardiamo alla mitologia delle altre culture umane, scopriamo uno scenario popolato di rettili, serpenti piumati e strani esseri ibridi rettiloidi.
Secondo alcuni studiosi, la frequenza della figura serpentina nelle tradizioni e nella simbologia umana affonda le radici in qualcosa di reale accaduto agli albori dell’evoluzione dell’uomo.
Lo scenario raccontato dai miti di tutto il mondo è pressoché lo stesso: esseri considerati divini, dalle sembianze rettili e dai grandi poteri, hanno consegnato nelle mani dell’umanità la conoscenza tecnologica e la civilizzazione urbana.
E’ possibile che entità non umane abbiano influenzato il normale andamento evolutivo del genere umano? La rapida evoluzione dell’uomo, incapace di armonizzarsi con i tempi e le regole della natura, potrebbe dipendere da questo? E’ possibile che il nostro DNA sia stato alterato in maniera innaturale per scopi a noi ignoti?
Per quanto la scienza abbia fatto passi da gigante nella comprensione dei meccanismi che regolano l’evoluzione degli esseri viventi, l’origine dell’uomo rimane ancora avvolta nel mistero.
Le indagini archeologiche e i ritrovamenti fossili, più che chiarire la storia dell’evoluzione umana, non fanno che complicare un puzzle di per sé già abbastanza complicato. Tra alcuni ricercatori si registra un certo sconcerto quando si considera lo spazio di tempo estremamente ristretto nel quale si è evoluta la specie umana.
Per fare un paragone indebito, possiamo pensare ai dinosauri, un gruppo di esseri viventi che ha dominato il pianeta Terra per ben 160 milioni di anni, un ciclo di vita biologica estremamente lungo o, quanto meno, in armonia con i tempi cosmici dell’Universo.
Se invece consideriamo l’homo sapiens, si rimane sconcertati nel considerare che il genere homo è comparso sul pianeta solo 2 milioni di anni fa e, attraverso una rocambolesca serie salti evolutivi, è giunto a costruire appena 6 mila anni fa le prime città moderne in Mesopotamia, per poi passare, in poche migliaia di anni, dalla scrittura cuneiforme all’informatica e dall’esplorazione dei territori sconosciuti al volo spaziale.



Perché l’Homo Sapiens è così veloce?

Tra i primi a parlare di un intervento esterno alla storia evolutiva dell’uomo c’è   Zecharia  Sithchin, il ricercatore che ha dedicato la sua vita allo studio della mitologia sumera.
In molti dei suoi libri, Sithchin afferma la sua teoria secondo la quale, in un passato molto remoto, un gruppo di viaggiatori extraterrestri provenienti dal pianeta Nibiru, chiamati Anunnaki, sarebbero scesi sulla Terra per sfruttare le risorse minerarie del nostro pianeta.
Avendo bisogno di manodopera per l’estrazione di minerali, gli Anunnaki pensarono di manipolare geneticamente la specie terrestre più simile a loro, innestandovi il proprio DNA: fu scelto un ominide, l’Homo Erectus.

Potremmo essere il risultato di una manipolazione genetica che ci ha strappato dal nostro sviluppo naturale?
Secondo l’ipotesi di  David Icke  , alcuni alieni rettiliani, sotto le mentite spoglie umane di uomini pubblici, hanno preso il controllo del nostro pianeta impedendo all’umanità la normale evoluzione spirituale, sociale e tecnologica. Il fine di costoro sarebbe quello di schiavizzare l’umanità e impossessarsi definitivamente delle risorse planetarie (umanità compresa).

 

Le idee contenute nel libro Figli di Matrix   apparentemente originali e stravaganti, ma convalidate da una lunga e scrupolosa serie di indizi documentati, descrivono la nostra vita sul pianeta Terra come un inganno ‘esistenziale’ gestito da forze extraterrestri, intraterrestri e interdimensionali per tenerci in una prigione mentale, emozionale e spirituale.
A conferma di queste teorie, sembra che gli antichi miti terrestri concordino tutti su una cosa: l’aspetto di questi antichi ‘visitatori’ (che qualcuno considera ‘invasori’) è accomunata a quello della famiglia dei rettili. E in quasi tutte le leggende, si fa riferimento ad antiche “divinità” metà uomo e metà rettile.

I Sumeri

I Sumeri rappresentano la prima popolazione urbanizzata al mondo. Erano i discendenti di un’etnia della Mesopotamia meridionale (l’odierno Iraq sud-orientale), autoctona o stanziatasi in quella regione dal tempo in cui vi migrò (attorno al 5000 a.C.) fino all’ascesa di Babilonia (attorno al 1500 a.C.).
Il termine Sumero è in realtà il nome dato agli antichi abitanti della Mesopotamia dai loro successori, il popolo semitico degli Accadi. I Sumeri, (o Shumeri da Shumer) infatti, chiamavano se stessi sag-giga, letteralmente “la gente dalla testa nera” e la loro terra Ki-en-gi, “luogo dei signori civilizzati”.
Nel pantheon delle divinità sumere figura Enki, la divinità dei mestieri, del bene, dell’acqua, del mare, dei laghi, della sapienza e della creazione. Enki, in alcune rappresentazioni, appare come un essere metà uomo e metà serpente.


Il significato del suo nome dovrebbe essere “signore della terra”. Egli era il custode dei poteri divini chiamati Me, i doni della civilizzazione dei quali avrebbe beneficiato l’umanità.
La sua immagine è un serpente con una doppia ellisse, o Caduceus, molto simile al Bastone di Asclepio. Secondo l’opinione di alcuni autori, non sorprende che il simbolo di Enki sia stato poi usato come simbolo della medicina, data la sua sconcertante somiglianza con la doppia elica del DNA.


I racconti dell’Antico Testamento

La Bibbia riprende alcuni temi della mitologia sumera e babilonese. Secondo quanto riportato dagli autori del testo sacro, il seduttore dell’umanità che compare nell’episodio del ‘Peccato Originale‘ ha le sembianze di un serpente.
   

All’inizio della storia umana, il serpente propone ad Adamo ed Eva una via alternativa a quella prevista dall’ordine cosmico, così da “diventare come Dio”. Che significa? Secondo alcuni esegeti, Adamo ed Eva intravedono nella proposta del serpente la via dell’immortalità che li renderebbe simili a Dio.
Altri, invece, vedono nella proposta la possibilità per l’umanità di stabilire da sola cosa sia bene e cosa sia male, senza nessuna autorità divina esterna. Il serpente propone all’uomo di diventare dio di se stesso. Infatti, all’obiezione di Eva il serpente risponde serafico:
“Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male”. Non è più il creatore a stabilire cosa è buono o male, ma la creatura.
Altri ancora, hanno interpretato il racconto del peccato originale come una scorciatoia evolutiva offerta all’umanità per aggirare un processo che probabilmente avrebbe richiesto migliaia (se non milioni) di anni. Ireneo di Lione, un importante autore cristiano del 3° secolo, ha definito quello di Adamo ed Eva un peccato d’impazienza, una scappatoia per bruciare le tappe.
Il serpente si sarebbe fatto portatore di capacità tecnologiche e culturali che gli uomini avrebbero comunque sviluppato naturalmente e in perfetta armonia con le leggi cosmiche dell’universo. In questa interpretazione si incrociano i racconti della mitologia sumera su Enki (portatore della civiltà) e anche il mito di Prometeo, il quale ruba il fuoco agli dei per consegnarlo agli uomini.
Il breve arco di tempo nel quale l’umanità si è evoluta lascia sconcertati alcuni antropologi. Rispetto ai tempi della natura, l’uomo sembra una saetta comparsa sul pianeta. Ed è una evoluzione che effettivamente non è completamente in armonia con il cosmo.
Il costo di questa veloce evoluzione è stata la separazione dell’uomo dalla natura e la conseguente distruzione del pianeta (l’eden), la separazione tra gli uomini (torre di babele) e la conseguente perdita di unità d’intenti e l’alienazione degli individui. In questa prospettiva, il serpente ha incarnato il simbolo del diavolo (diabolos = ciò che separa).

Il Medio Oriente e l’Africa

In  Medio Oriente si tramanda dei Jinn , misteriosi uomini serpente o dragoni di cui si afferma la presenza fin dai tempi più antichi. In età preislamica ai Jinn era accreditata una notevole potenza, quasi sempre in grado di esprimere una devastante e spesso mortale cattiveria.
Gli Antichi Egizi veneravano molte divinità ibride, nelle quali si fondevano caratteristiche umane e animali. Tra queste c’era l’antico dio egiziano Sobek, il quale viene riprodotto come un uomo con la testa di coccodrillo.
sobek    
Nel Mali c’è una popolazione, i Dogon, che tramandano un mito di creazione il cui protagonista è un uomo rettile. I Dogon affermano di discendere dal dio Amma, proveniente dalla stella Po Tolo (Sirio B).
Amma creò l’universo con le stelle e le costellazioni e poi creò Tenga, cioè la Terra, a forma di donna, con cui si accoppiò generando i Nommo, due esseri mezzo uomo e mezzo serpente, identificati come la forza vitale dell’acqua, e li inviò sulla terra per impartire all’umanità gli insegnamenti fondamentali, come tessitura, metallurgia e agricoltura.
I Dogon conservano delle conoscenze a dir poco miracolose. Nel 1947, dopo aver vissuto con i Dagon per più di diciassette anni. l’antropologo francese Marcel Griaule ha riportato una storia veramente incredibile. Gli anziani della tribù hanno rivelato a Griaule uno dei loro segreti più gelosamente custoditi, nascosto anche alla maggior parte della comunità tribale.
Essi affermano di aver ricevuto una profonda conoscenza del sistema solare da uno dei misteriosi Nommo. Gli anziani sono a conoscenza delle quattro lune di Giove, degli anelli di Saturno e sono consapevoli della forma a spirale della Via Lattea e sanno che sono i pianeti a muoversi intorno al Sole e non viceversa.
Ma ciò che più sconcerta gli etnologi è la conoscenza dei  Dogon delle orbite, delle dimensioni e della densità delle stelle del  sistema di Sirio .  I Dogon hanno accuratamente confermato l’esistenza di Sirio A, B e C, conoscenza che la moderna scienza ha acquisito solo di recente.
Sirio C è rimasta sconosciuta fino al 1995, quando gli astronomi hanno notato l’influenza gravitazionale che questa esercita sul movimento di tutto il sistema.

La Grecia antica

Il primo re mitico di Atene,  Cecrope ,   era mezzo uomo e mezzo serpente. Nella mitologia greca, erano serpenti i servitori dei Titani e dei Giganti, i quali sono talvolta rappresentati in forma “anguiforme”, ossia con le gambe formate da terminazioni serpentiformi molti simili a quelle di Enki- Tra questi c’è l’immagine del gigante  Klyteros    

cecrope

Asia orientale

Nei racconti popolari della Cina antica figurano due fratelli, Nüwa, una divinità femminile della creazione, e Fu Xi, uno dei tre mitici sovrani cinesi detti “I Tre Augusti”, vissuto, secondo la tradizione, tra il 2952 e il 2836 a.C.
Entrambi vengono raffigurati come esseri ibridi, formati da un busto umano e da una coda di serpente. Secondo la tradizione è Nüwa a inventare la musica e la tecnica per suonare il flauto, ma soprattutto è lei a creare gli uomini, plasmandoli dall’argilla.
Fu Xi veniva rappresentato sempre allacciato, tramite la coda, alla sorella Nüwa, che prese in sposa. Le immagini rappresentano lei con un compasso e lui con una squadra in mano: i due strumenti indicano che i due sovrani inventarono norme, regole, standard. Secondo il folklore cinese, queste due divinità sono responsabili della creazione e dell’educazione del genere umano.
nuwa fu xi
Nella cultura asiatica si tramandano anche le leggende dei Long o dragoni, forme a metà tra il piano fisico e il piano astrale, ma raramente descritte in forma umanoide, e che possono cambiare forma passando dall’umano al rettiliano.
Questa caratteristica viene spesso attribuita agli Imperatori Asiatici, che si credeva fossero in grado di mutare volontariamente la propria forma umana in una di drago e viceversa.

Cristianesimo

La teologia cristiana, che fonda il proprio pensiero anche sull’Antico Testamento ebraico, ha assunto il racconto del peccato originale come momento fondamentale della cosiddetta caduta dell’uomo.
La redenzione, ovvero la sconfitta del principe di questo mondo (Satana) è avvenuta con l’incarnazione, la morte e la resurrezione di Gesù Cristo, nel quale l’ordine primordiale è ricostituito e verrà a compiersi con il ritorno di Gesù alla fine dei tempi e la venuta della Gerusalemme Celeste, la nuova creazione in armonia con l’ordine cosmico.
Un simbolo interessante della redenzione e della sconfitta del serpente è l’iconografia mariana: la Vergine Maria è rappresentata nell’atto di calpestare la testa del serpente, simbolo di vittoria sul male.
https://spiritualrationality.wordpress.com/2007/07/28/il-serpente-nella-bibbia-e-nei-miti/



Americhe precolombiane

La mitologia Maya conosce una figura molto importante per il discorso che stiamo sviluppando: il dio  Quetzalcoatl .  . Secondo le narrazioni, questa divinità avrebbe insegnato al popolo Maya i segreti dell’agricoltura, della metallurgia e dell’astronomia. L’umanità deve il suo rapido sviluppo evolutivo ad una figura esterna rettiliforme.



Le rappresentazioni di Quetzalcoatl sono alquanto inquietanti, in quanto vedono il dio maya intento a divorare un uomo. Che poi questo dono fatto all’umanità non sia del tutto gratuito? Cosa chiede il serpente in cambio? Quale parte dell’umanità sta divorando?

Epoca contemporanea

Quello del rettile è ancora un simbolo presente nella cultura umana e spesso è associato ai simboli araldici di grandi famiglie nobiliari (dal sangue “rettile” blu!), a marchi di grandi aziende e ad opere d’arte che rappresentano spudoratamente il dominio del rettile sulla razza umana, come un nefasto parassita:

Serpente che divora un neonato: il famoso Biscione, simbolo della famiglia Visconti di Milano


Simbolo dell’Alfa Romeo: un serpente (coronato, quindi Re) divora un uomo

biscione canale 5
Versione “fiorita” del biscione del Cavaliere


Orripilanti statue esposte nel Vigeland Park di Oslo, dove molto chiaramente viene descritto il dominio rettile sull’umanità.

Cosa giustifica questa presenza costante e penetrante della simbologia rettile nella cultura umana. E come mai sembra che ancora oggi ci siano tanti riferimenti al serpente e al suo potere? Siamo davvero preda di una dominazione esterna che ci ha fatto deragliare dal percorso evolutivo naturale? Qual è lo scopo del serpente?
Dopo questa lunga, e ampiamente incompleta, carrellata di miti e simboli, sembra possibile indicare alcuni punti salienti:
1) Il serpente è un simbolo presente in quasi tutte le culture umane;
2) Il serpente (o drago) fa dono all’umanità della tecnologia e della cultura accelerando il processo evolutivo naturale;
3) Il serpente (o drago) è sempre al comando: è Re, Imperatore (presidente?)
4) Il dono del serpente non è gratuito: egli divora l’uomo… cosa vuole in cambio?
5) Il potere del serpente è ancora in atto… basta solo avere occhi per notarlo!

venerdì 17 luglio 2015

L'Alsazia e la cittadina di Colmar..




Il nome "Alsazia" è riconducibile al termine della lingua tedesca  antica  Ali-saz or Elisaz, che significa "dominio straniero”
 La  regione, parte storicamente della Lorena costituiva un'area del  Sacro Romano Impero  e fu gradualmente annessa alla Francia nel  XVII  secolo, divenendo poi formalmente una delle provincie della Francia . 

La Republica calvinista   di Mulhouse, conosciuta come Stadtrepublik Mülhausen, divenne parte dell'Alsazia dopo un plebiscito dei propri cittadini tenutosi il 4 gennaio 1979 .
 L'Alsazia è comunemente menzionata insieme alla vicina Lorena, a volte come parte della stessa avendo avuto una storia politica spesso condivisa, anche col precedente Ducato di Lorena di cui faceva parte.
Del resto anche quando era parte dell'Impero Tedesco, erano unite in'unica provincia, l'Alsazia Lorena ( Reichsland Elsaß-Lothringen, dal 1871 al 1918 ) anche se furono reclamate dalla Francia fino alla loro riconquista avvenuta alla fine della Prima Guerra Mondiale.
In circa 75 anni Germania e Francia si contesero e tolsero a vicenda il dominio delle due regioni per ben quattro volte .
Una delle cittadine più tipiche è Colmar è un comune francese di 68.843 abitanti capoluogo del dipartimento dell' Alto Reno nella regione dell'Alsazia Con i suoi edifici medievali e rinascimentali, affacciati sulle strade acciottolate, rappresenta la tipica città alsaziana  A livello urbanistico la città conserva la divisione in piccoli quartieri, ognuno dei quali in passato era legato (ed ospitava) una specifica corporazione. Lungo le caratteristiche vie del centro storico si trovano antiche case in legno e pietra dalle facciate riccamente decorate.
 La città è un vero complesso urbanistico medievale che possiede numerose costruzioni antiche, soprattutto a graticcio, tipiche dell'architettura alsaziana. Inoltre conserva monumenti di prim'ordine:










venerdì 10 luglio 2015

Pittori dell'800 Italiano - Giovanni Fattori e i Macchiaioli

Giovanni Fattori (Livorno 1825- Firenze 1808)

Olio su tavola cm. 23x13  "Colline Senesi"

Nato a Livorno, arriva a Firenze nel 1846 e frequenta lo studio di Giuseppe Bezzuoli e l'Accademia di belle arti.
Nel 1848 partecipa ai moti di indipendenza come fattorino di messaggi clandestini.
All'inizio del 1853 comincia a frequentare il caffè Michelangelo e comincia a dipingere dal vero in campagna.
Del 1854 è l'Autoritratto ( Firenze, Galleria Moderna ),e negli anni successivi dipinge sopratutto quadri di soggetto storico e letterario,come la Maria Stuarda al campo di Crookstone (Firenze, Galleria d'Arte Moderna) a cui lavora tra il 1858 e il 1861.
Con il campo italiano dopo la battaglia di Magenta (Firenze Galleria d'Arte Moderna),vince il concorso indetto nel 1859 da Bettino Ricasoli per quattro dipinti celebrativi di altrettante  battaglie risorgimentali.
In questi anni si lega al pittore Nino Costa che lo esorta a dedicarsi allo studio della pittura di paesaggio;tuttavia Fattori dipinge ancora quadri di soggetto militare.
Si trasferisce a Livorno a causa della tisi di cui soffre la moglie. Dipinge Le Macchiaiole ( Milano Collezione privata) e, nel 1866, la Rotonda  Palmieri (Firenze Galleria d'Arte Moderna).
Muore la moglie e Fattori soggiorna ripetutamente a Castiglioncello presso Diego Martelli,di cui era amico fraterno.
Nel 1869 è nominato professore all'istituto di belle arti di Firenz e nel 1866  qall'Accademia.
Intorno al 1872 compie un viaggio a Roma e nel  1875 a Parigi,dove ammira sopratutto le opere di Manet
Si interessa con passione alle tecniche dell'incisione e dell'acquaforte,  mentre intorno all'inizio degli anni Ottanta comincia a dipingere con accento fortamente   realistico soggetti di vita maremmana, ispiratigli dal soggiorno del 1882 presso la tenuta del principe Corsini.
Nel 1887 espone a Venezia  La marcatura dei puledri ( Crema,collezione Stramezzi) e il salto delle pecore (Firenze Galleria d'Arte Moderna).Trascorre gli ultimi anni accanto alla terza moglie, dedicandosi con affetto  paterno agli  allievi


Butteri al ritorno dai campi Olio su tavola Cm.30X18
Lanciere a cavallo  Olio su tavola  cm 12,4 x 24,5
Sosta di cavalleggeri Olio su tavola cm 13 X 30,5




giovedì 9 luglio 2015

Milano Sepolcro di San Pietro da Verona in Sant'Eustorgio Cappella Portinari



In questa formella viene rappresentato il martirio di San Pietro da Verona.


San Pietro da Verona nacque a Verona nell'anno 1205, fu predicatore appartenente all'Ordine dei domenicani,nel 1232 fu inviato da Gregorio IX in Lombardia col compito di reprimere l'eresia..Nel 1244  fu inviato a Firenze nella chiesa di Santa Maria Novella.Qui, in Toscana , nell'ambito delle iniziative per combattere l'eresia  , fondo una " Sacra Milizia", che ebbe il sostegno del popolo. Tali iniziative  gli  procurarono lo scontro inevitabile con gli avversari e nel 1252 viene assassinato da alcuni sicari.


Il sepolcro è retto da otto pilastri quadrangolari in marmo rosso,affiancati da altrettante figure femminili a tutto tondo che rappresentano le allegorie delle virtù cardinali e teologali.

La Giustizia


La fortezza





Nella formella sopra esposta: I funerali 



la canonizzazione e  il Miracolo della Nave.

Il sepolcro è opera del
 maestro Giovanni di Balduccio da Pisa  che scolpi questa arca nell'anno del Signore 1339
Magister Johannes Balducci de Pisis sculpisit hanc archam anno Domini MCCCXXXVIII


domenica 5 luglio 2015

Il complesso basiacale di San Simone Aleppo



La chiesa di San Simeone fu costruita tra il 476 e il 490 attorno al sito dove rimangono i resti della colonna del santo. Il totale dell'edificio occupa una superfice di 3840 m² ed è formato da un edificio ottagonale con al centro la colonna del santo, da questo ottagono si dipartono quattro basiliche a tre navate disposte a croce. La basilica est è l'unica che finisce con tre absidi, inoltre questa basilica è disassata rispetto le altre basiliche per simulare la testa piegata di Gesù Cristo sulla croce.
A causa della vicinanza della colonna del santo al pendio della collina, la basilica est è stata costruita sopra una terrazza artificiale a strapiombo della collina. Da questa terrazza si gode di un stupento panorama della pianura sottostante.