auto antiche e moderne

mercoledì 31 luglio 2013

Crotone tra storia e Mitologia

                                                  
                                                        L'immagine della  colonna






                 Splendida corona d'oro (VI secolo a.C.) ritrovata negli scavi di Capo Colonna

                              

Alto 5 centimetri per 37 di lunghezza, il Diadema Aureo di   Hera Lacinia è una corona in lamina d'oro sulla quale si sviluppa una decorazione a treccia, ottenuta a metallo battuto, e definita a cesello. Scendendo nei dettagli si osserva in alto una linea di ramoscelli di mirto con foglie e bacche sostenute da fili intrecciati in oro. Le foglie collocate in basso potrebbero essere di acero, come foglie di vite. E' certo comunque, che l'orafo aveva dinanzi un preciso riferimento in natura, tant'è che la lavorazione evidenzia una meticolosa attenzione e una particolare metodologia nell'intreccio delle lamine.  La corona doveva cingere la testa del simulacro della dea, e l'effige della testa coronata di  Hera , presente su alcune serie monetali dell'antica  Kroton del IV secolo a.C. rafforza questa ipotesi.



Noto nell'antichità come Capo Lacinio, questo territorio era stato donato ad Hera da Teti, madre di Achille. In esso tutto cresceva rigoglioso e spontaneo come una sorta di giardino delle delizie.

 La storia del santuario di Capo Colonna è legata alla storia della colonia greca di Kroton, l'odierna Crotone, fondata alla fine dell'VIII secolo a.C. (708 a.C.) da un gruppo di Achei guidati da Miscello, il quale ricevette l'ordine dall'oracolo di Delfi di fondare una colonia presso il fiume Esaro, tra il Capo Lacinio e la sacra Crimisa.
La leggenda narra che il nome Crotone derivi da "Kroton", figlio di Eaco, che morì ucciso per errore dal suo amico Eracle. Questi, per rimediare all'errore compiuto e per onorare l'amico che lo aveva ospitato, lo fece seppellire con solenne cerimonia sulle sponde del torrente Esaro e poi vicino alla tomba fece sorgere la città a cui diede il suo nome.
A Capo Lacinio fu posto il santuario più importante della città, dedicato ad Hera.
Il Capo era noto nell'antichità come Capo Lacinio, e la stessa dea ne prese l'appellativo di Lacinia.

In età moderna veniva chiamato Capo Nao, da naòs = tempio..
Oggi è detto Capo Colonna, da ciò che rimane dell'antico edificio sacro. L'immagine della colonna isolata, che si staglia sull'azzurro del mare  unica supertiste di una costruzione possente,  testimone ed evocatrice di un passato glorioso,  suscitava e ancora oggi  suscita nel visitatore   irripetibili  emiozioni…


                                      Elmo Corinzio (Museo Archeologico  di Capo Colonna)  

giovedì 4 luglio 2013

SINAIA - Il Castello di Peleș - Romania

Castello di Peleș



Il suo stile architettonico è una miscela di ispirazione romantica neorinascimentale e neogotico simile al castello di Neuschwanstein in Baviera. L'influenza sassone può essere osservata nelle facciate cortile interno,





 che hanno un allegorico murales e dipinti a mano, ornato Fachwerk simile a quello visto in architettura alpina del nord Europa. Decorazione d'interni è in gran parte di influenzato barocco, con pesanti legni intagliati e tessuti raffinati. In un angolo della hall sale una finta scala a chiocciola.


Re  Carol 1°di Romania, trovandosi  vicino a Sinaia, in Prahova, in Romania si   innamorò  del magnifico scenario di montagna esistente  e  fece costruire   lungo tale percorso medievale che collega la Transilvania e la Valacchia  il castello in  oggetto.  L'incarico  fu dato all'architetto tedesco Johannes Schultz (1876-1883) che vinse   il progetto con la presentazione di un piano originale, qualcosa che ha fatto appello al gusto del Re: una grande villa sontuosa all'alpina,  con caratteristiche dei classici stili europei,seguendo l'eleganza italiana e l'estetica bavarese.

Gli interni come già abbiamo evidenziato nella  presentazione della hall, sono  un fantasmagorico mosaico di opere   di alto ,talora altissimo artigianato, con ina slilata ininterrotta di boiserie sapintamente intagliate e più di 800 vetrate .


La galleria di sinistra  conduce alla sala delle armi ,dove si ammirano i più importanti pezzi di  armi europee del sec.XV e XVI, tra le quali spicca  un'armatura completaper cavallo e cavaliere;da notare inoltre,sopra il finto camino,la spada cinquecentersca che veniva usata per le esecuzioni capitali dei nobili .




Dall'anticamera dello studio del Re in stile rinascimentale tedescosi passa allo studio di Carol 1, con boiserie ,soffitti lignei  e tapezzeria  dorata,sul tavolo da lavoro del sovrano,il calendario è fermo sulla data della sua morte,di fianco sta lo scrittoio presso il quale il re era solito accogliere gli ospiti, che poi  venivano


fatti accomodare nel salottino  d'angolo.



Molti altri ambienti si susseguono  come la sala del Consiglio





,la sala della Letteratura,il salone fiorentino,sala Veneziana,la sala da pranzo in stile neorinascimentale tedesco


ambienti di passaggio, con specchi veneziani dalle decorazioni floreali che  poggiono su

consolle scolpite in un unico blocco di tiglio,quindi copie di sculture e rinascimentali italiane e sculture gotiche originali  provenienti da chiese della Transilvania.




 Si giunge così al teatro da camera, con una sessantina di posti e palco reale.

E' indiscutibile che questa grande residenza reale tutta in legno e ridondante nell'apparato decorativo ,sprigioni un fascino abbagliante.

I lavori furono portati avanti   anche  dall'architetto   Carol  Benesch.
Il Castello di Peleş  con Re Carol  1°di Romania e ​​la regina Elisabetta di Wied,ha avuto il suo ballo ufficiale reale d' inaugurazione il 7 ottobre 1883.

Altre  foto  (arredo presente nel castello)