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mercoledì 22 ottobre 2008

Figi Meta di un viaggio



Continente: OCEANIA
Nome Paese: Figi

Dislocazione geografica: (Republic of Fiji, Matanitu Ko Viti), arcipelago (18.272 km2, 778.000 abitanti) dell'Oceano Pacifico sud-occidentale, nella Melanesia, formato da 320 isole di cui le principali sono Viti Levu, Vanua Levu, Taveuni, Kandavu e Rotuma.
Capitale: Suva

Lingua: Inglese (ufficiale), hindi e figiano

Religione: Cristiani, induisti, musulmani

Unità monetaria: Il dollaro figiano

Ordinamento: Democrazia parlamentare. Stato indipendente dal 1970 e membro del Commonwealth. Supreme cariche dello Stato e maggioranza dei seggi della Camera dei Deputati e del Senato erano appannaggio dell'etnia melanesiana. Il 3 e il 10 luglio 1997, Camera e Senato hanno approvato il testo che modifica gli articoli ritenuti razzisti: esso prevede un governo multietnico e riconosce maggiori diritti politici alla etnie non melanesiane.

Morfologia: L'arcipelago delle Figi è situato sulla dorsale sottomarina che si spinge a est sino alle Tonga, a ovest alle Vanuatu, tra il 16o e i 20o30' di latitudine sud, i 177o di longitudine est e i 177o30' di longitudine ovest, a cavallo cioè dell'antimeridiano di Greenwich. Le isole sono allineate a forma di ferro di cavallo racchiudente il Mare di Koro: l'arco occidentale comprende le isole principali (Viti Levu, 10.497 km2; Vanua Levu, 5.534 km2; Taveuni, 562 km2; Kandavu, 321 km2, ecc.), quello orientale il gruppo delle Lau. Le Figi, prevalentemente vulcaniche, si connettono ai grandi archi insulari della Melanesia, di origine continentale; ai margini e al di sopra degli apparati vulcanici, che, lungamente soggetti all'azione erosiva, conservano scarse tracce delle loro strutture originarie, si hanno sovente cospicue formazioni calcaree, attestanti le fasi di sommersione subite dall'arcipelago; in particolare predominante è la natura calcarea delle isole minori. Scogliere coralline orlano infine gran parte dell'arcipelago; frequenti sono gli atolli. Le isole maggiori sono prevalentemente montuose, raggiungendo i 1.324 m nel Monte Tomaniivi (sull'Isola di Viti Levu); quasi ovunque ondulate o pianeggianti sono però le fasce litoranee, di origine alluvionale, che si affacciano su coste assai articolate, con insenature profonde, alcune delle quali, come la Baia di Suva, costituiscono ottimi porti naturali.

Clima e flora: Le Figi mancano di vere e proprie reti idrografiche; solo a Viti Levu si hanno corsi d'acqua di un certo rilievo, come il Singatoka, il Rewa e il Navua, che scendono a raggiera dai rilievi centrali verso il mare. Data la posizione astronomica, tra l'Equatore e il Tropico del Capricorno, le Figi hanno clima subtropicale, caldo-umido; gli eccessi termici sono però mitigati dalle brezze di mare. Le precipitazioni sono piuttosto abbondanti, con massimi (sino a 3.000 mm annui) sui versanti orientale e sud-orientale, direttamente investiti dagli alisei; le piogge sono particolarmente copiose nel periodo estivo, da novembre ad aprile, quando si possono anche manifestare ripetuti cicloni. Quanto alla vegetazione, la foresta, ricca di essenze, è ormai piuttosto degradata; le aree più asciutte sono ricoperte da ampie distese savaniche.

Cenni Storici: Quando ebbe inizio la colonizzazione britannica, la popolazione dell'arcipelago, calcolata attorno alle 200.000 unità, era formata per la quasi totalità da Figiani, venuti in epoca remota dalla Melanesia. Decimati a contatto con i bianchi da gravissime epidemie, gli abitanti delle Figi si ridussero a circa 80.000 individui; per i lavori nelle piantagioni di canna da zucchero furono fatti affluire forti contingenti di Indiani, che, grazie a un altissimo tasso d'incremento naturale, hanno finito col prevalere numericamente (su un totale di 784.000 abitanti, circa la metà sono Indiani), anche se il potere economico è in genere nelle mani dei Figiani. Si hanno inoltre minoranze di Europei e di Cinesi, che risiedono prevalentemente nelle aree urbane dedicandosi ad attività commerciali, e di Polinesiani. I 2/3 della popolazione vivono a Viti Levu, il resto in buona parte a Vanua Levu, addensandosi nelle fasce costiere più intensamente coltivate; massimo centro è la capitale, Suva, una delle maggiori città delle isole oceaniche che, oltre a ospitare molteplici imprese commerciali e industriali, esercita un'importante funzione culturale in quanto sede, dal 1968, dell'Università del Pacifico Meridionale.

Agricoltura: Le Figi, dette "isole del nuovo giorno" perché situate a cavallo dell'International Data Line, sono un Paese la cui economia si basa essenzialmente, oltre che sul turismo, sull'agricoltura, in particolare sulla coltivazione della canna da zucchero (41 milioni di q annui). Si coltivano, inoltre, la palma da cocco, che fornisce copra e olio di cocco, banani, riso, patate dolci e manioca. La produzione alimentare, che comprende anche modesti quantitativi di pesce (34.000 t) e pollame, è del tutto insufficiente, per cui il Paese dipende in misura notevole dall'estero. Le foreste rappresentano una discreta ricchezza, fornendo un quantitativo di legname (circa 600.000 m3) sufficiente alle necessità interne; dal sottosuolo si estraggono infine modesti quantitativi di oro e argento.

Industria e turismo: Il governo si è prefisso da un lato di incrementare l'agricoltura (settore in cui peraltro la situazione è resa complessa dal fatto che l'assoluta maggioranza delle terre appartiene per legge ai Figiani, ma sono in pratica gli immigrati Indiani a dedicarsi ai lavori dei campi), dall'altro a sviluppare l'industria, che è fortemente carente. Essa riguarda soprattutto la trasformazione dei prodotti agricoli locali e annovera zuccherifici, oleifici, manifatture di tabacchi, birrifici e fabbriche di bevande non alcoliche, saponifici, ecc. La bilancia commerciale è passiva: le esportazioni sono rappresentate eminentemente da zucchero, quindi da olio di cocco, melassa, pesce, oro, ecc. Le comunicazioni sono assicurate da 820 km di ferrovie e da 5.100 km (1995) di strade.Una funzione importante nell'economia nazionale ha il turismo che rappresenta un’importante fonte d’entrata valutaria: il Paese può contare su una felice posizione geografica, essendo situato sulle grandi rotte tra l'Australia, la Nuova Zelanda e l'America Settentrionale, e inoltre su un clima mitissimo e su bellezze paesaggistiche note in tutto il mondo, tra cui l'arcipelago delle isole Yasawa, set di famosi film; l'aeroporto internazionale di Nadi, a circa 200 km dalla capitale Suva, è uno dei più attivi del Pacifico sud-occidentale.

vaccinazioni necessarie. Nessuna in particolare

documenti necessari per entrare: Per visitare le isole è necessario il passaporto in corso di validità per almeno tre mesi dalla data d’ingresso alle Fiji. Non è richiesto alcun visto per i soggiorni inferiori a 30 giorni

da non perdere: Una crociera di 3,4 o 7 giorni con la Blue Lagoon Cruises – snorkelling.

periodo consigliato Giugno luglio agosto

cucina tipica : E' prevalentemente a base di pesce e di cocco. I piatti tipici sono il "Kakoda", un pesce condito con crema di cocco e lime (un frutto tropicale simile ad un limone, ma più piccolo e più saporito), vari tipi di pesci locali, la tapioca cotta con crema di cocco e banane ed una specie di asparago. Il curry arricchisce quasi tutte le specialità della cucina delle Fiji. Molto diffuso il frutto del pane. Da assaggiare la frutta, molto varia e gustosa




venerdì 10 ottobre 2008

APPELLO AL GOVERNO E ALLE ISTITUZIONI INDIANE PER LA FINE DELLE PERSECUZIONI DEI CRISTIANI IN INDIA

Non restiamo indifferenti all'appello al Governo e alle Istituzioni indiane per la fine della persecuzione dei Cristiani in India. Firma anche tu, per farlo clicca sul riquadro verde in basso.

La liberta', e la pace sono valori fondanti della vita di un uomo e stanno alla base di ogni altro diritto. Noi crediamo che violare uno di questi valori sia un atto gravissimo, un delitto contro l'umanita', un gesto da condannare apertamente e pubblicamente.
Per questo motivo ci uniamo all'appello del Papa per la fine delle manifestazioni di fanatismo religioso che invadono attualmente la regione dell'Orissa, in India, che continua a provocare omicidi di suore, sacerdoti e semplici fedeli, oltre alle devastazioni di chiese e conventi. Ad oggi le persone uccise sono circa 60, più di 170 le chiese distrutte. Esiste un lassismo complice delle autorita'.
Chiediamo a tutti coloro che hanno a cuore i valori della vita e della liberta' di unirsi a noi in questo appello e di mobilitarsi affinche' questi tragici avvenimenti si concludano al piu' presto. La comunita' internazionale ha il dovere di intervenire. Un primo passo e' stato compiuto dall'Unione Europea, che ha espresso la propria condanna al riguardo; tocca ora al Governo indiano, perche' protegga le comunita' cristiane, e ai leader religiosi, perche' combattano queste atrocita' predicando la pace e il rispetto.


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